Prima fra tutti la maggiore esposizione a eventi cardiovascolari: è il rischio, prevalente, cui si associano le dislipidemie, un pool di alterazioni che riguardano la quantità di lipidi (grassi) presenti nel sangue, in particolare trigliceridi e colesterolo. Importanti gli impatti sul “sistema” salute, della persona e dei servizi di assistenza. Trovare soluzioni alternative per il loro controllo è un problema emergente, anche in Italia.

I dati

Le stime riferiscono che nel nostro Paese le dislipidemie, lievi e moderate, riguardano oltre 10 milioni di cittadini, pari a 1 persona su 6, con previsioni in crescita in funzione dell’allungamento delle vita media e di stili di vita poco salutari. Sovrappeso, obesità e sedentarietà sono fra i fattori di rischio per dislipidemie e l’Italia è maglia nera, ben sappiamo.

Di interesse in questo contesto è lo zenzero, più precisamente il rizoma dello zenzero, di cui sono già note alcune proprietà: la capacità di ridurre stati di nausea ad esempio riconducibile a diversi fattori, nausea e vomito postoperatori o indotti da chemioterapia, cinetosi, nausee mattutine. Di recente sono emersi anche potenziali effetti antinfiammatori, antiossidanti e ipocolesterolemizzanti, sebbene non tutte le conclusioni al riguardo siano univoche, soprattutto nel caso di pazienti diabetici.

Uno studio recente

A supporto dei benefici della radice dello zenzero essiccata i risultati di uno studio di ricerca sistematica (Effect of ginger (Zingiber officinale) intake on human serum lipid profile: Systematic review and meta-analysis) che ha preso in esame lavori di letteratura da gennaio 2010 a gennaio 2022 estrapolati da PubMed, Medline e Scopus, Web of Science (ISI) e Google Scholar, in particolare studi clinici controllati randomizzati (RCT) che avevano tra i criteri di inclusione almeno uno dei componenti del profilo lipidico trigliceridi (TG), colesterolo totale (TC), lipoproteine a bassa densità (LDL-C) e lipoproteine ad alta densità (HDL-C), misurate prima e dopo il consumo di zenzero.

L’analisi condotta sui dati aggregati sembra fare emergere che l’assunzione di zenzero abbia la capacità di ridurre significativamente i livelli di TC (SMD -0.44; 95% CI: -0.86, -0,02; p = 0.025) e TG (SMD -0.61; 95% CI: -1.14, -0.08; p = 0,024). Di contro non sembra evidenziare benefici in termini di miglioramento di HDL-C (SMD 0.40; 95% CI: -0.01, 0.80; p = 0.057) e LDL-C (SMD -0.34; 95% CI: -0.81, 0.13; p = 0.153).

Non ultimo lo studio fa osservare che l’integrazione di zenzero impatta in maniera più efficace ed efficiente sui livelli di TG in soggetti obesi e diabetici. In termini di dose di zenzero, il risultato della meta-regressione è risultato significativo solo per TC, quindi l’aumento delle dosi giornaliere di zenzero riduce i livelli di TC di (β: -0.67; IC 95%: -1.28, -0.07; p = 0.028). Il merito sembrerebbe riconducibile ai costituenti attivi dello zenzero, gingerolo e shogaolo prodotto dell’essiccazione del rizoma.

In conclusione. i dati emersi fanno ipotizzare un buon controllo sui livelli dei grassi esercitato dalla radice essiccata dello zenzero, tale pertanto da potere essere considerato e valutato come un possibile efficace nutraceutico ipolipemizzante.

Fonte

  • Salih AK, Alwan AH, Khadim M, Al-Qaim ZH, Mardanov B, El-Sehrwy AA, Ahmed YI, Amerizadeh A. Effect of ginger (Zingiber officinale) intake on human serum lipid profile: Systematic review and meta-analysis. Phytother Res. 2023 Jun;37(6):2472-2483.