La Salvia haenkei è una soluzione naturale per migliorare la healthy span (invecchiamento sano e longevo, di qualità) che è in netto contrasto rispetto alla life span (anni di vita effettiva) spesso trascorsi con malattie croniche, anche importanti e le relative comorbidità.
La ricerca scientifica attuale e futura è sfidata a trovare strategie efficaci, efficienti e quanto più possibile a basso costo per contrastare la senescenza cellulare, fattore chiave dell’invecchiamento. Attraverso stile di vita, tecnologia e Intelligenza Artificiale e oggi anche composti naturali, specialmente se ricchi di fitocomposti. Per esempio la Salvia haenkei è all’attenzione di un lavoro di ricerca multicentrico, con un’alta componente italiana dell’Università di Padova e svizzera, pubblicato su Nature Aging.
Background
Le evidenze sono sperimentali, ma promettenti, sulle quali le indagini continuano. Sono allo sviluppo studi per comprendere e contrastare i meccanismi di accumulo delle cellule senescenti nei tessuti, promotore della progressione dell’invecchiamento e sviluppo delle malattie legate all’età.
Tra le opportunità al vaglio per contrastare il processo ci sono anche le sostanze naturali, estratti botanici, ricchi di fitocostituenti. Ad esempio, un estratto naturale di Haenkenium (HK), derivato dalla Salvia haenkei, ad alto contenuto di polifenoli: sostanze, queste ultime, con potere antiossidante cui studi sperimentali attribuirebbero anche un’efficace azione sulle cellule senescenti, migliorandone la longevità e riducendo l’infiammazione associata all’invecchiamento. L’HK, testata su topi anziani, ha fatto osservare l’estensione della vita e il miglioramento della salute.
Studio e risultati
HK sembra agire efficacemente sull’invecchiamento indotto dall’età e/o dagli effetti tossici della chemioterapia. La somministrazione orale giornaliera di un estratto standardizzato a topi invecchiati naturalmente, infatti, sembra avere prolungato la vita e la durata della salute dei modelli animali, grazie all’inibizione dei fattori di infiammazione indotta dall’età, come anche la fibrosi e i marcatori di senescenza in diversi tessuti.
Dall’altro la somministrazione dell’estratto avrebbe favorito l’aumento della forza muscolare e lo spessore della pelliccia rispetto ai controlli in topi di pari età. Effetti postivi di HK si sarebbero osservati anche sulla senescenza cellulare prodotta dalla chemioterapia, in particolare dall’agente doxorubicina, in topi reporter p16LUC.
Valore aggiunto: tramite analisi di spettrometria di massa, i ricercatori sono riusciti a profilare i componenti costituenti di HK identificando tra un pool di sostanze, quella più attiva nel contrasto alla senescenza cellulare: la luteolina.
La luteolina
Composto senomorfo è il flavonoide più concentrato in HK. Eseguendo test specifici, quali la risonanza plasmonica di superficie e il saggio di legatura di prossimità in situ, i ricercatori hanno rilevato la capacità della luteolina di interrompere l’interazione tra la proteina p16 e CDK6, un meccanismo chiave per la modulazione della senescenza cellulare. Pertanto, gli scienziati assocerebbero la promozione della longevità nei topi anziani proprio alla somministrazione di HK e all’induzione di questo meccanismo p16–CDK6.
In buona sostanza, il Haenkenium potrebbe essere un candidato promettente per terapie senolitiche, un filone nuovo di ricerca per la messa a punto di farmaci o formulazioni mirate all’invecchiamento e alle malattie legate alla senescenza.
Allo studio altri fitocomposti
L’azione della luteolina potrebbe essere potenziata dalla sinergia con altre sostanze, ancora polifenoli e terpenoidi. In particolare, sono di attenzione sei flavonoidi, due acidi fenolici e un lignano: a questi si legherebbe la potenzialità di prevenzione dall’accumulo di cellule ed elementi di senescenza in fibroblasti polmonari umani trattati con UV-B. Azione che sarebbe indotta soprattutto dalla stessa luteolina, luteolina-7-O-glucuronide e acido dicaffeilchinico 3,4.
Aspetto di rilievo è che la luteolina sembra non associarsi a un rischio aumentato di cancro a differenza, invece, di possibili effetti oncogenici promossi dalla proteina p16: l’assenza di sviluppo di tumori nei topi trattati suggerirebbe, dunque, un effetto preventivo di HK verso l’accumulo di senescenza che funge da innesco per la trasformazione maligna.
Essendo l’invecchiamento un processo eterogeneo a livello molecolare e cellulare, l’obiettivo è ora indagare le varie componenti di HK, quale potenziale agente contro la senescenza e una volta identificate, potenziarne la sinergia per prolungare la vita e migliorare la salute in un’ottica di applicazione in contesti in vivo.
Fonte: Zumerle S, Sarill M, Saponaro M et al. Targeting senescence induced by age or chemotherapy with a polyphenol-rich natural extract improves longevity and healthspan in mice. Nature Aging, 2024, 4, pages 1231–1248.