È partita la IBD Academy, il Corso/progetto di formazione sulla Malattia di Crohn e la Colite Ulcerosa, le due espressioni più frequenti delle MICI (Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali), anche note con l’acronimo inglese di IBD (Inflammatory Bowel Disease).

Il corso, rivolto a (giovani) gastroenterologi, intende fornire nuove conoscenze e migliorare l’expertise, anche scientifica, in queste specifiche patologie. Il corso ha sede presso il Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, centro di eccellenza italiano nel trattamento delle MICI nella loro totalità, dalla diagnosi al trattamento.

Il corso

Cinque mesi per potersi iscrivere al corso: da ottobre 2022 a febbraio 2021. In quest’arco temporale è offerta ai gastroenterologi la possibilità di partecipare a due giorni di intensa formazione sui più corretti e innovativi approcci diagnostici e terapeutici alle MICI. Il format prevede lezioni teoriche che derivano dalla “pratica” del modello efficiente come quello bolognese, da studi scientifici, con la partecipazione attiva dei discenti invitati a portare le loro personali esperiente in un vicendevole scambio di informazioni e conoscenze.

Il corpo docente è di tutto rispetto: Paolo Gionchetti, Professore Associato di Medicina Interna presso l’Università di Bologna e Direttore del reparto MICI del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna; Fernando Rizzello, Professore Associato di Medicina Interna presso l’Università di Bologna e Dirigente Medico della Struttura per le MICI del nosocomio bolognese; Marco Salice, Dirigente Medico Medicina Interna Policlinico S. Orsola-Malpighi.

L’eccellenza bolognese

La fanno i numeri, 15mila pazienti con MICI seguiti con regolarità, dalle 6 alle 8 prime visite quotidiane nell’ambulatorio dedicato con all’incirca 60-70 accesi (stimati in costante crescita), e il modello vincente di approccio alla patologia. «L’efficienza del nostro centro – spiega Gionchetti – è dovuta al fatto che nella stessa sede si sviluppa un approccio multidisciplinare e si ha la possibilità di realizzare tutte le attività per monitorare il paziente e intervenire in tempi rapidi se necessario».

Su questo concept si sviluppa anche il corso di formazione: «Il progetto consente ai colleghi che parteciperanno – continua il professore – di osservare il metodo di lavoro di un centro integrato sulle MICI, dove spesso giungono all’osservazione casi complessi che necessitano di un approccio multidisciplinare, e quindi di una valutazione congiunta, per la possibile insorgenza di diverse complicanze e di diversa expertise. Nella nostra struttura interagiscono gastroenterologi, dermatologi, radiologi, reumatologi, chirurghi e altre figure di varie branche. Diagnosi e scelta terapeutica diventano così un percorso da sviluppare con grande attenzione. Tali competenze ci consentono di seguire il paziente in tutto il suo percorso di cura e nelle diverse attività: dai semplici consulti e visite congiunte, alle ecografie, infusioni, endoscopie, esami radiologici e interventi chirurgici».

Valore aggiunto il rapporto umano: i giovani specialisti possono anche apprezzare l’empatia che si instaura con i pazienti, fondamentale per garantire la massima efficacia delle strategie, ma anche per scegliere il percorso terapeutico migliore tenuto conto dello stato clinico, delle esigenze della persona e di una adeguata qualità di vita.

Le MICI

Patologie subdole, altamente invalidanti e in aumento: è il quadro delineato dagli esperti in merito alle MICI. Sono, infatti, malattie difficili da diagnosticare, mentre solo la diagnosi precoce consente un’agevole gestione della patologia, che colpisce spesso in età giovanile, in alcuni casi in età pediatrica, con conseguenze invalidanti sull’attività scolastica, lavorativa e sociale. Non ultimo lo sviluppo: si stima che le MICI, di cui soffrono attualmente 250mila italiani, possano raddoppiare entro il 2030, anche come conseguenza dell’invecchiamento progressivo della popolazione colpita.