Allergie e intolleranze alimentari e carenze nutrizionali

Ci sono i bambini che non tollerano o sono allergici a latte, uova, pesce, frutta secca o glutine e quindi eliminano dalla dieta questi alimenti. C’è chi elimina o non introduce mai alcuni alimenti, perché non piacciono o per semplice timore di sospette allergie o convinzioni ideologiche proprie o dei genitori.

Sta di fatto che sempre più frequentemente nell’ambulatorio del pediatra e del medico di famiglia giungono bambini e adolescenti che seguono un’alimentazione tutt’altro che completa e varia, spesso ricca di carboidrati e povera di frutta e verdura, che se non corretta può portare a carenze nutrizionali importanti, come ad esempio la carenza di vitamine del gruppo B.

Le diete di eliminazione, a causa di un'allergia o di un'intolleranza alimentare, possono portare a carenze nutrizionali di macro e micronutrienti come le vitamine del gruppo B
Le diete di eliminazione, a causa di un’allergia o di un’intolleranza alimentare, possono portare a carenze nutrizionali di macro e micronutrienti come le vitamine del gruppo B

Allergie e intolleranze alimentari, cosa sono

«Allergie e intolleranze alimentari rientrano nel termine più generico di reazioni avverse agli alimenti – spiega Hellas Cena, Medico Chirurgo specializzato in Scienza dell’Alimentazione, indirizzo Dietologico e Dietoterapico, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università di Pavia–  Sono eventi organici indesiderati che comprendono sia le allergie alimentari mediate dalle IgE, sia le intolleranze dovute a deficit enzimatici parziali o totali. Ne soffre approssimativamente l’8% dei bambini e il 5% degli adulti e in due terzi dei casi le reazioni sono causate da latte vaccino, uova, pesce, arachidi e noci».

Dermatite, rinite ed asma sono i sintomi più frequenti

I sintomi, nel bambino piccolo, fino ai 3 anni, sono soprattutto a livello cutaneo e gastrointestinale. Successivamente la sintomatologia si modifica, e interessa maggiormente le alte vie respiratorie (rinite, asma bronchiale). Con l’età il bambino tende a diventare più “tollerante” e a sensibilizzarsi ad altri allergeni, come quelli inalatori, che possono crociare con gli alimenti e quindi favorire la comparsa dei sintomi.

Se sei allergico a un alimento è giusto eliminarlo dalla dieta?

«L’eliminazione non è di per sè sbagliata, anzi è la strategia in caso di allergia- precisa Hellas Cena- Ne è un esempio la celiachia, la cui risoluzione dei sintomi dipende dall’eliminazione completa del glutine dalla dieta dei pazienti che soffrono di questa malattia. Nel caso invece di intolleranza alimentare, quindi non mediata dal sistema immunitario, non è necessario escludere definitivamente né completamente un alimento ma impostare una dieta a rotazione, così da garantire il corretto equilibrio di nutrienti al bambino».

Se elimini dalla dieta un alimento stai attento a bilanciare

I principali allergeni, come latte, uovo, soia, pesce, noci e cereali rappresentano la fonte proteica a più alto valore biologico e di micronutrientni fondamentali come le vitamine del gruppo B.

Perchè stare attento alle vitamine del gruppo B? In questo articolo ti spiego perché le vitamine del gruppo B sono così importanti per il nostro organismo.

«Per questa ragione le diete pianificate devono contenere un appropriato quantitativo di aminoacidi essenziali, ricavabili da legumi  e vegetali o possono rendersi necessarie supplementazioni vitaminiche», precisa Hellas Cena.

Se non mangi proteine animali fai attenzione alla B12

Il latte vaccino, ad esempio, è un’importante fonte di calcio, fosforo, riboflavina (vitamina B2), acido pantotenico (vitamina B5), cobalamina (vitamina B12), vitamina D oltre che di proteine e lipidi. La carne e i prodotti di origine animale rappresentano una fonte essenziale di vitamina B12, che deve essere supplementata nei soggetti che scelgono una dieta vegana, perché nessun vegetale ne contiene in quantità significative.

No frutta e verdura? Occhio ai folati (B9)

Le diete che eliminano frutta e verdura, o che ne prevedono un consumo adeguato in termini sia di quantità sia di cottura, possono creare una carenza di folati (vitamina B9), importanti donatori di gruppi metile che entrano nel circolo della metionina che consente la riparazione del DNA, la crescita tissutale e cellulare.

Quando è necessario supplementare

«Quando c’è una dieta sbilanciata, il primo passo da fare è sempre quello di agire sull’alimentazione», sottolinea Hellas Cena, spiegando l’importanza di  ribilanciare eventuali squilibri nutrizionali di micronutrienti.

Quando questo non è possibile, proprio a causa di intolleranze o allergie alimentari o malattie intestinali infiammatorie che ostacolano l’assorbimento, può essere considerata la supplementazione con il complesso di vitamine B.

«La supplementazione con integratori- conclude l’esperta- deve essere vissuta dal bambino e dalla sua famiglia come un’opportunità e non come una “scusa” per continuare a mangiare male e non bilanciato, “tanto c’è l’integratore che ripara”».