Stile di vita e alimentazione in gravidanza sono fondamentali per la sua salute sia della mamma che del nascituro. Carenze ed eccessi alimentari durante la gravidanza si associano infatti a disturbi della crescita e dello sviluppo neuromotorio del feto e poi del neonato e all’aumento del rischio di malattie croniche.
Nella maggior parte dei casi, «un’alimentazione varia ed equilibrata ricca di frutta, verdura e latte è in grado di soddisfare tutti i fabbisogni di vitamine e di minerali. Esistono però alcune eccezioni, come i folati, la vitamina D, il ferro, il calcio e lo iodio i cui fabbisogni aumentano in misura importante e per i quali diventa importante intervenire con la supplementazione», spiega Irene Cetin, Direttore/Responsabile del reparto di Ostetricia e Ginecologia Ospedale dei bambini Vittorio Buzzi di Milano.
Ferro
Funzioni e rischi del ferro in gravidanza
Il ferro svolge un ruolo essenziale nel trasferimento dell’ossigeno ai tessuti. La carenza di ferro durante la gravidanza altera la crescita e lo sviluppo del feto, aumenta il rischio di parto pretermine e di basso peso alla nascita e, secondo studi recenti, aumenta anche il rischio cardiovascolare del figlio in età adulta. Anche l’emorragia post-partum sembra essere favorita da un apporto insufficiente di ferro nella gestante.
Ferro nell’alimentazione
Il ferro può essere assunto con l’alimentazione; ne sono ricchi carne e pesce, che forniscono ferro nella forma eme più assorbibile. Il ferro, nella forma non-eme meno assorbibile si trova anche nei legumi e nei cereali. Solo una parte del ferro assunto con la dieta viene assorbito (25% del ferro in forma eme, 2-3% di quello non-eme) e per questo difficilmente il fabbisogno di questo micronutriente viene soddisfatto dall’alimentazione. Secondo stime recenti, il 22% delle donne europee in età fertile e buona parte dei bambini con meno di 3 anni hanno livelli non soddisfacenti di ferro (carenza).
Quando e come integrare Ferro in gravidanza
Durante la gravidanza, soprattutto nel primo trimestre, aumenta progressivamente il fabbisogno di ferro esponendo ulteriormente a un rischio carenziale mamma e bambino. Per questo motivo è raccomandata la supplementazione di ferro in gravidanza per garantire un apporto giornaliero di 27 mg (LARN 2014). Durante l’allattamento l’apporto di ferro raccomandato si riduce a 11 mg/die (18 mg/die alla comparsa delle mestruazioni- LARN 2014).
Iodio
Funzioni e rischi dello iodio in gravidanza
Lo iodio è fondamentale in tutti i processi in cui sono coinvolti gli ormoni tiroidei (crescita, formazione e sviluppo di organi e apparati), è coinvolto nel metabolismo del glucosio, delle proteine dei lipidi, del calcio e del fosforo e la termogenesi. In gravidanza la carenza di iodio può causare aborto, aumento di mortalità perinatale e del rischio di anomalie congenite, alterazioni neurologiche, deficit mentale.
Iodio nell’alimentazione
Gli alimenti principalmente ricchi di iodio sono i pesci e crostacei, ma anche latte e uova. È presente, ma in minore quantità, anche in frutta e verdura e in misura variabile nella carne.
Quando e come integrare IODIO in gravidanza
Secondo il rapporto ISTISAN 2016, la maggior parte della popolazione italiana assume una quantità di iodio ben al di sotto da quello indicato dai LARN (88 mcg/die rispetto ai 150 mcg/die raccomandati). In gravidanza e durante l’allattamento il fabbisogno di iodio aumenta del 50%. «Per evitare stati carenziali le linee guida raccomandano l’integrazione iodio in gravidanza e allattamento per garantire un apporto di 200 mcg/die», ha sottolineato Irene Cetin.
Calcio
Funzione e rischio del CALCIO in gravidanza
Il calcio è fondamentale per la salute delle ossa ed è coinvolto in diverse funzioni vitali, come l’attività di diversi enzimi e di specifici organi e tessuti. La carenza di calcio durante la gravidanza espone il feto a un maggior rischio di fragilità scheletrica, e la mamma a parto pretermine, ipertensione gestazionale e preeclampsia.
Calcio nell’alimentazione
Le principali fonti di calcio sono latte e derivati (alta biodisponibilità), seguiti dai cereali e dagli ortaggi (bassa biodisponibilità).
Quando e come integrare CALCIO in gravidanza
Anche per questo minerale, la maggior parte della popolazione italiana assume una quantità non adeguata (76% della quota giornaliera raccomandata). «Per garantire la salute delle scheletro e di tutte le funzioni in cui è coinvolto il calcio è importante prestare particolare attenzione alla donna sia durante la gravidanza sia durante l’allattamento, quando il fabbisogno di questo minerale aumenta sensibilmente», dichiara Irene Cetin. La richiesta da parte del feto varia da 50 mg/die a metà della gravidanza a 330 mg/die al termine. Le raccomandazioni per l’apporto di calcio in gravidanza e durante l’allattamento variano nei diversi paesi. I LARN fissano i valori di riferimento a 1,2 g/die durante la gravidanza. Durante l’allattamento l’apporto raccomandato per la donna sana, in assenza di rischio cardiaco, è inferiore e pari a 1 g/die. (consulta qui i LARN per i minerali)
Vitamina D
Funzione e rischi della vitamina D in gravidanza
La vitamina D è indispensabile per l’assorbimento del calcio e nella prima fase della gestazione è coinvolta nella modulazione del sistema immunitario, mediante la regolazione del rilascio di citochine. Stati carenziali di vitamina D durante aumentano il rischio di basso peso alla nascita, difetti nello sviluppo dello scheletro, fragilità ossea e problemi di salute nei primi anni di vita, in particolare infezioni respiratorie e allergia.
Vitamina D nell’alimentazione
Le principali fonti alimentari di vitamina D sono l’olio di fegato di merluzzo, il pesce (soprattutto i pesci grassi come aringa e salmone), il fegato di maiale, le uova il burro, i formaggi grassi. Tuttavia, lo status generale è garantito soprattutto dalla sintesi endogena, che è influenzata da diversi fattori, in parte legati all’ambiente (luce solare, inquinamento, ecc) e in parte all’individuo (sesso, età, peso, patologie). Alcune patologie che inducono malassorbimento intestinale (es morbo di Crohn, fibrosi cistica, celiachia, ecc) o a carico dei reni e alcuni farmaci possono contribuire allo sviluppo di una carenza di vitamina D.
Quando e come integrare VITAMINA D in gravidanza
Per garantire un adeguato apporto di vitamina D- si legge nel documento di consenso italiano sull’Alimentazione materna e fabbisogno di nutrienti in gravidanza e allattamento- la supplementazione con 600 UI/die (15 mcg) di questa vitamina è raccomandata in tutte le donne durante tutta la gravidanza e anche l’allattamento. In caso di fattori di rischio carenziali il dosaggio può essere aumentato a 1000-2000 UI/die. «Ricordiamoci però che la supplementazione materna non è sufficiente per il fabbisogno del neonato, che va supplementato direttamente», ha precisato la ginecologa.
Acido folico
«Per assicurare i livelli di folati adeguati per la madre durante l’allattamento, l’assunzione dovrebbe essere incrementata del 25% in questa fase della vita della donna, fino a raggiungere i 500 mcg/die», precisa Irene Cetin.
Funzioni e rischi dell’acido folico
– L’acido folico e i folati sono essenziali per quelle cellule che nel nostro organismo vanno incontro a processi di differenziazione e rapida proliferazione (es sangue e tessuti). Una carenza di queste vitamine può determinare forme di anemia e aumentare il rischio di malformazioni fetali, come i difetti del tubo neurale (spina bifida) e altre malformazioni, in particolare alcuni difetti congeniti cardiovascolari, malformazioni delle labbra e del palato, difetti del tratto urinario e di riduzione degli arti.
Acido folico nell’alimentazione
Le principali fonti alimentari di acido folico sono i vegetali a foglie verdi, frutta (in particolare arance), cereali e frattaglie. Un’alimentazione varia ed equilibrata può contribuire a ridurre l’incidenza di malformazioni ma non è sufficiente a coprire il fabbisogno quotidiano di folati.
Quando e come integrare ACIDO FOLICO in gravidanza
Il rapido utilizzo dei folati durante la gravidanza per la costituzione delle cellule e dei tessuti fetali fa sì che il fabbisogno di questi composti aumenti durante tutto il periodo periconcezionale. Per questo motivo il Ministero della Salute raccomanda “la supplementazione con almeno 0,4 mg/die di acido folico a tutte le donne che programmano una gravidanza o che non ne escludono la possibilità, a partire almeno dal mese precedente al concepimento e per tutto il primo trimestre di gravidanza” La supplementazione dovrebbe iniziare almeno 2 mesi prima del concepimento, e arrivare anche a 800 mcg/die.
Bibliografia
Early-life Nutrition: l’importanza di una corretta nutrizione dal concepimento al bambino. SIMP
Cetin, C. Berti, F. Parisi. L’alimentazione in gravidanza. Università degli Studi di Milano