Non hanno una finalità terapeutica vera e propria, ma le terapie di palliazione sono un “cardine” nell’accompagnamento del paziente gravato da importanti sofferenze che non trovano risposta dagli esclusivi approcci di medicina tradizionale, verso il fine vita.
Di norma le cure palliative sono infatti adottate nel paziente prevalentemente anziano, più tipicamente oncologico, o in altri contesti di criticità. In questi percorsi di cura, le terapie complementari possono dare un contributo? In quale misura e modalità e con quali benefici?
Quesiti che sono stati oggetto di uno studio, pubblicato sull’Asian Pacific Journal of Cancer Prevention, in cui emerge un possibile apporto dall’aromaterapia, specie nel paziente oncologico.
Le cure palliative
Sono considerate il trattamento “olistico attivo”, adottabile in persone di tutte le età, per alleviare sofferenze correlate a malattie gravi, come una patologia oncologica allo stadio terminale, e tali da compromettere il funzionamento fisico, sociale, spirituale ed emotivo.
Hanno pertanto l’obiettivo di dare un “conforto palliativo” alla mente al corpo e allo spirito di chi ne è colpito.
Con questa finalità, un recente studio di ricercatori internazionali (Egitto, Qatar, Saudi Arabia) ha voluto confrontare l’efficacia dell’aromaterapia, un tipo di medicina complementare e alternativa, quale possibile palliazione semplice, a basso rischio e conveniente con altre tecniche: massaggio, massaggio aromaterapico e massaggio combinato con l’inalazione di aromaterapia in un cluster di pazienti severi, ovvero pazienti oncologici sottoposti a cure palliative.
Lo studio
Ha arruolato 100 partecipanti suddivisi in modo casuale in quattro gruppi, ciascuno destinato a ricevere un trattamento.
Il primo, il gruppo di controllo, sottoposto a cure infermieristiche ospedaliere standard, il secondo candidato al solo massaggio con un olio vettore di mandorle inodore, il terzo gruppo che ha ricevuto un massaggio con olio di lavanda e il quarto approcciato invece con un trattamento combinato di aromaterapia somministrata per inalazione e un massaggio.
A due settimane dal trattamento, gli effetti indotti dall’aromaterapia sul paziente sono stati misurati con la Rotterdam Symptom Checklist (RSCL), una specifica scale per misurare sia aspetti fisici che psicologici, quindi la qualità della vita (QOL) e le prospettive di cura dei partecipanti.
Tale scala avrebbe messo in evidenza, che l’approccio combinato di aromaterapia sortisce risultati migliori. Ovvero in termini di sintomi fisici, psicologici e attività riferiti, si sarebbero registrate differenze statisticamente significative tra i punteggi del gruppo di controllo e ciascuno dei gruppi sperimentali.
Qualche risultato
Le evidenze mostrano, in generale una QoL sensibilmente migliorata dopo le diverse tipologie di interventi ma con sensibili differenze: scarso a alcun miglioramento dal solo massaggi con olio vettore rispetto al massaggio con olio essenziale di lavanda. Quest’ultimo offrirebbe benefici quando raffrontato con il solo massaggio e il gruppo di controllo.
Ma è il massaggio aromaterapico combinato con l’inalazione di olio di lavanda che avrebbe impattato positivamente e in maniera superiore sia sui sintomi fisici, sia psicologici sia sulle diverse attività, anche nelle sottoscale RSCL.
Si ipotizza che gli effetti benefici correlino ai potenti antinfiammatori contenuti negli oli essenziali, con vantaggi ad esempio nel ridurre il dolore articolare e il disagio muscolare.
Il lavoro suggerisce anche i principlali usi terapeutici per oli essenziali: massaggiati sul corpo favorirebbero la riduzione del disagio articolare e muscolare, il miglior flusso di ossigeno e sostanze nutritive nel corpo. Anche tecniche di massaggio rilassanti con oli essenziali profumati avrebbero la potenzialità di ridurre i dolori muscolari.
La superiorità dell’olio di lavanda
Tuttavia, l’olio di lavanda confermerebbe la migliore efficacia, specie se combinato (massaggio e inalazione).
Per citare solo gli effetti principali indotti: riduzione del discomfort alla parte bassa della schiena, della rigidità muscolare, del formicolio alle mani e ai piedi in progressiva crescita quotidiana durante la pratica di attività come la cura di sé ad esempio; diminuzione della fatigue che fa registrare un punteggio inferiore nel gruppo di aromaterapia rispetto al gruppo di controllo.
Inoltre, l’aromaterapia sembrerebbe in grado di abbassare i livelli di dolore nei partecipanti soprattutto nelle fasi finali della malattia oncologica, con miglioramento dell’edema degli arti inferiori, ridotta frequenza di nausea e vomito. Esiti dipendenti dalle stimate proprietà analgesiche e antinfiammatorie dell’olio di lavanda, efficace e senza induzione di effetti collaterali pericolosi.
Non ultimo, utilizzato frequentemente e giornalmente nel massaggio, l’olio di lavanda avrebbe dimostrato anche un effetto calmante con impatti positivi su alcune sottoscale dei sintomi psicologici, come ad esempio come ansia e insonnia.
In conclusione
La revisione sistematica effettuata sembrerebbe evidenziare che la lavanda può essere introdotta come alternativa e metodo complementare nelle cure di routine per la diminuzione delle complicanze del cancro e delle relative sofferenze, utilizzabile previa (in)formazione anche domiciliarmente da pazienti e ai care-giver in combinazione con altri metodi terapeutici.
Tuttavia per determinare gli effetti a lungo termine della lavanda su pazienti oncologici, ovvero i benefici dell’aromaterapia come complementare terapia, occorrerà avviare ulteriori ricerche su campioni di popolazione più ampi.
Fonte
Khamis EAR, Abu Raddaha AH, Nafae WH et al. Effectiveness of Aromatherapy in Early Palliative Care for Oncology Patients: Blind Controlled Study. Asian Pacific Journal of Cancer Prevention, 2023, 24(8):2729-2739. Doi: 10.31557/APJCP.2023.24.8.2729