Bruno Renzi: Ayurveda Maharishi e Psichiatria

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Dottor Renzi lei è psichiatra con orientamento analitico transazionale e di Programmazione Neurolinguistica e inoltre è esperto in ipnosi regressiva. Qual è il tipo di approccio e i punti di contatto, se presenti, di queste tre metodiche?
L’analisi transazionale ha enfatizzato le transazioni fra gli stati dell’io ed è di derivazione freudiana. In particolare nella terapia transazionale assumono maggiore rilevanza l’analisi delle transazioni in senso relazionale e psicodinamico. Dinamiche fondamentali per l’elaborazione e attuazione del proprio piano di vita. Infine, negli ultimi anni, gli orientamenti psicodinamici stanno subendo un’interessante rielaborazione teorica attraverso i principi delle neuroscienze che applicati agli stati dell’io aprono l’accesso a nuove prospettive per la comprensione dei processi mentali. Anche l’Ipnosi regressiva, permettendo di regredire nel proprio passato, nelle dimensioni arcaiche, lavora su aspetti sottili e su metafore profondissime dell’inconscio o se utilizziamo una visione orientalista sulle vite precedenti. E sempre in quest’ottica energetica e vibratoria che prende in esame una configurazione della vita non strettamente biologica, s’inserisce anche la Programmazione Neuro Linguistica (PNL) che, prende in considerazione processi neurologici (neuro), linguaggio (linguistico) e schemi comportamentali (programmazione) ovvero pensieri ed interi processi di configurazione che interagendo tra loro creano la percezione della realtĂ  esterna ed interna, CosicchĂ©, applicando determinate tecniche è possibile modificare la percezione di se stessi nel mondo fino a cambiare i propri schemi di comportamento mentale ed emozionale in modo veloce ed efficace. Tutte tecniche che si avvalgono di un approccio che permette d’intervenire sul piano biofisico.

Da che cosa è determinata la maggiore efficacia e velocità di un approccio “sottile”?
Sono convinto, che i veri conflitti alla base dei disturbi alberghino in una dimensione profonda ovvero nelle memorie dell’anima. Perciò, è importante lavorare ad un livello profondo, permettendo una crescita esistenziale, che consenta di portare a termine il proprio progetto di vita. In quest’ottica assumono particolare importanza le tecniche che lavorano sul piano biofisico. Tecniche non solo linguistiche ma anche volte a creare disassociazioni che consentono di osservare i problemi da un altro punto di vista modificando in senso neurobiologico le proprie realtà interne. Poiché acquisire la conoscenza e la consapevolezza di un problema non è sufficiente per cambiare in termini comportamentali.

Qual è secondo lei il principale limite della psicoterapia classica e quale il vantaggio di ricorrere a un approccio integrato?
Il limite della psicoterapia classica è che non garantisce una soluzione rapida ed efficace poiché permane la difficoltà del paziente a mettere in atto dei cambiamenti risolutivi. Così per chiarire le idee su se stessi occorrono anche terapie lunghe che spesso aumentano la conoscenza di determinate dinamiche e la consapevolezza del proprio problema ma che tuttavia non forniscono al paziente una soluzione rapida ed efficace. In quest’ottica, allora, ricorrendo a discipline come l’ipnosi regressiva si avrebbe un approccio capace di “accelerare” il processo evolutivo dell’individuo sino a portare a cambiamenti concreti in tempi più brevi.