Si torna a parlare di caffè e dei suoi possibili effetti sulla salute. Lo fa uno studio americano, uscito sulla rivista CJASN (Clinical Journal of the American Society of Nephrology), analizzando la potenziale relazione fra metaboliti del caffè e malattie renali croniche. Vi sarebbe infatti evidenza che alcuni di essi, presenti nel sangue a seguito dell’assunzione della bevanda possano influenzare, in positivo o in negativo, lo sviluppo di patologie d’organo
Metaboliti e metaboliti
Il caffè è una bevanda internazionalmente amata, ma da sempre ha lasciato questioni aperte: quanto berne e quanto è buono berne? Meglio evitarne il consumo in caso di specifiche condizioni di salute e/o patologie? In questa direzione, un gruppo di ricercatori della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, Stati Uniti, ha avviato uno studio per verificare se il caffè fosse o possa essere potenzialmente associato allo sviluppo di malattia renale cronica attraverso l’analisi di metaboliti circolanti nel sangue a seguito dell’assunzione. Le evidenze fornirebbero dati dicotomici la presenza di almeno un metabolita che non impatta sullo sviluppo di malattia specifica e altri, almeno due, correlati a un rischio più elevato di malattia renale cronica incidente. Metaboliti, questi ultimi, che sarebbero correlati anche al fumo di sigaretta ed essendo il tabacco e le sue componenti un noto e comprovato trigger per lo sviluppo di diverse patologie, compreso quelle renali, ecco spiegata la possibile implicazione anche del caffè.
Caffè e malattia renale, lo studio
Lo studio è di vasta portata; ha infatti considerato in una coorte prospettica di oltre 3.800 soggetti, già arruolati nello studio Atherosclerosis Risk in Communities, 372 metaboliti del sangue, identificandone 41 direttamente associati al consumo di caffè.
Passando poi all’analisi di questi specifici metaboliti in un altro gruppo di oltre 1.000 adulti, afferenti al Bogalusa Heart Study, i ricercatori hanno effettuato un’ulteriore sottocategorizzazione, estrapolando cioè solo 20 dei 41 metaboliti precedentemente identificati come correlati al consumo della bevanda. Fra questi, due sono stati ‘qualificati’ come maggiormente dipendenti dall’assunzione di caffè: O-metilcatecol solfato e 3-metil catecolo solfato, coinvolti nel metabolismo del conservante benzoato, e significativamente associati a rischi più elevati di sviluppare malattia renale cronica.
Di contro, il glicochenodesossicolato, un lipide implicato nel metabolismo primario degli acidi biliari, sembrerebbe svolgere azioni benefiche sulla salute dei reni, dipendenti dal consumo di caffè. In funzione di queste prime evidenze, i ricercatori ipotizzano l’avvio di ulteriori studi per comprendere le basi metaboliche della relazione caffè-rene nei diversi metaboliti coinvolti e identificare potenziali azioni preventive (anche) tramite le correzioni dietetiche.
Alcuni ricercatori della Northwestern University Feinberg School of Medicine e dell’Illinois Institute of Technology, Stati Uniti, in un editoriale dedicato, avrebbero comunquw evidenziato la necessità e interesse di disporre di dati sui metaboliti associati alla malattia renale dopo aver tenuto conto del consumo di caffè auto-riferito dai partecipanti.
Fonti:
- He WJ, Chen J, Razavi AC et al. “Metabolites Associated with Coffee Consumption and Incident Chronic Kidney Disease” CJASN 2021. Doi: 10.2215/CJN.05520421 https://doi.org/10.2215/CJN.05520421
- Cornelis MC, Burton-Freeman B. “Coffee Metabolites and Kidney Disease Answers or More Questions?” CJASN 2021. Doi: 10.2215/CJN.12420921 https://doi.org/10.2215/CJN.12420921