Caffeina pura o concentrata, attenzione ai rischi. Esperienza del Centro Antiveleni Milano

Recentemente l’FDA statunitense ha deciso di vietare la vendita della caffeina sfusa ad alta concentrazione “perché troppo alto il rischio di intossicazione dovuto ad assunzione involontaria di dosaggi troppo elevati”. Ho voluto capire se anche in Italia esiste lo stesso rischio di sovradosaggio come negli Stati Uniti e se si sono verificati casi noti di intossicazione da caffeina. Per questo ho interpellato la dottoressa Paola Moro del Centro Antiveleni Milano (ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda).

caffeina pura o concentrata, attenzione ai rischi da sovradosaggio
Caffeina pura o concentrata, attenzione ai rischi da sovradosaggio.

Dottoressa Moro, è possibile acquistare caffeina pura sfusa in Italia?

La caffeina è una xantina presente in svariati prodotti commercializzati in Italia, che si possono distinguere in medicinali, alimenti ed integratori. Ogni categoria commerciale è regolamentata da una normativa specifica.

Per quanto riguarda gli integratori alimentari, la caffeina pura viene venduta in bustine, in capsule/compresse, mentre nei preparati in polvere è generalmente contenuta in miscele che contengono anche altri ingredienti.

Facendo riferimento alla revisione normativa del Ministero della Salute nel 2017, l’apporto di caffeina per dose non deve superare i 200 mg e in etichetta deve essere riportata l’avvertenzaNon raccomandato per i bambini, in gravidanza e durante l’allattamento”

Quali sono le fonti alimentari di caffeina e in quali quantità?

La principale fonte alimentare di caffeina è sicuramente il caffè, la bevanda preparata dai semi di alcune varietà di piante del genere Coffea: mediamente una tazza di caffè può contenere dai 30 ai 180 mg di caffeina a seconda della preparazione.

La caffeina e altre xantine con le stesse proprietà sono presenti in diverse specie vegetali tra le quali la cola (Cola nitida and C. acuminata), il (Camellia sinensis), il cacao (Theobroma cacao), il guaranà (Paullinia cupana) e il matè (Ilex paraguensis).

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Sai dire quanta caffeina c’è nei diversi alimenti? Raggiungere i limiti massimi sicuri non è così difficile (fonte Efsa)

La troviamo, quindi in diverse bevande tra le quali la Coca Cola (125 mg/litro), gli energy drinks (livello massimo consentito 320 mg/litro), il tè (circa 30-40 mg o più per 250 ml) e nel cioccolato (circa 50 mg per 100 grammi) oltre che nelle preparazioni a base di guaranà e matè che possono contenere rispettivamente fino al 2% e al 5% di caffeina.

Quali effetti benefici ha la caffeina?

La caffeina e le altre xantine svolgono un’azione stimolante sul sistema nervoso centrale, sul miocardio e sulla muscolatura scheletrica aumentando l’AMP ciclico endocellulare, inibendo le fosfodiesterasi e stimolando il rilascio di catecolamine.

Se assunta in dosi congrue e in soggetti sani, i suoi effetti possono essere considerati benefici: aumenta il grado di attenzione e riduce il senso di fatica, migliorando, quindi, anche le prestazioni degli sportivi.

caffeina effetti benefici
Secondo il Ministero della Salute l’apporto di caffeina per dose non deve superare i 200 mg e in etichetta deve essere riportata l’avvertenzaNon raccomandato per i bambini, in gravidanza e durante l’allattamento”

Quali sono i dosaggi sicuri della caffeina?

Secondo l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare Efsa, dosi singole di caffeina fino a 200 mg, circa 3 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo, e fino a 400 mg al giorno da ogni fonte alimentare non destano preoccupazioni in termini di sicurezza per la popolazione adulta e sana in generale.

La dose terapeutica nell’adulto, riferendoci al suo uso medicinale, è di 100-200 mg ogni tre o quattro ore; l’emivita molto breve, da tre a sei ore, consente che queste dosi possano essere ben tollerate.

A quali dosaggi la caffeina diventa pericolosa e quali sono i rischi del sovradosaggio di caffeina?

La dose ritenuta letale è stimata tra i 150 e i 200 mg/kg, ma già una singola dose di 1 grammo può causare sintomi da sovradosaggio, come  nausea, tremori e cardiopalmo, aumento della diuresi e diminuzione del potassio nel sangue.

Le manifestazioni diventano più severe con l’aumentare della dose assunta sino a gravi alterazioni cardiovascolari e neurologiche, come ipertensione, alterazioni del ritmo cardiaco (aggravate dall’ipokaliemia) e convulsioni.

È importante sottolineare che dosi intermedie tra quella terapeutica e quella letale sono, comunque, tossiche e possono causare alterazioni gravi che richiedono un intervento medico urgente ed esami clinici, strumentali ed ematochimici.

Perché la caffeina pura sfusa è pericolosa?

Le confezioni di caffeina in polvere costituiscono un pericolo perché dosare esattamente la dose senza una bilancia di precisione è difficile. Essendo molto concentrata (un cucchiaio da tè contiene l’equivalente di 25-28 caffè), una dose tossica può essere facilmente assunta accidentalmente per errore di calcolo della dose o da parte di soggetti con disturbi psichici e cognitivi e dai bambini.

In seguito ad alcuni incidenti mortali causati da queste formulazioni, la FDA ha recentemente deciso di sospendere la vendita di caffeina sfusa. Al momento l’Europa non ha adottato lo stesso provvedimento, tuttavia negli ultimi anni le aziende hanno privilegiato le formulazioni in capsule, bustine o compresse che garantiscono un dosaggio più preciso delle quantità assunte.

Che tipo di segnalazioni di intossicazioni da caffeina sono giunte al Centro Antiveleni Milano?

Il Centro Antiveleni Milano ha registrato diversi casi di intossicazione da assunzione errata/esagerata di caffeina, sia assunta sotto forma di bevanda sia di integratori contenenti questa sostanza pura o associata ad altri ingredienti con azione sinergica.

Aneddotico è il caso di un barista che aveva manifestato gravi alterazioni cardiache dopo aver assunto intenzionalmente oltre 80 caffè a scopo suicida. Ricordo anche il caso di una ragazza che si era intossicata dopo aver bevuto 1 litro di caffè nell’arco di 6 ore per dimagrire.

Tra i casi più recenti il più grave ha coinvolto un ragazzo che dopo aver assunto intenzionalmente 300 mg/kg di un integratore sportivo di caffeina in monodosi da 200 mg ha presentato alterazioni cardiovascolari e convulsioni che hanno richiesto un intervento di rianimazione.

In altri casi abbiamo registrato effetti moderati, ma tali, comunque, da richiedere la terapia ospedaliera: nausea, vomito, diuresi profusa, tachicardia, alterazioni della pressione arteriosa.

E poi ancora il caso di un adolescente di 65 kg che, su suggerimento del padre preparatore sportivo, aveva assunto un integratore americano contenente oltre 300 mg di caffeina e tre caffèNell’arco di un’ora il ragazzo ha accusato nausea, tremori, cardiopalmo e uno stato di malessere ingravescente ed è stato portato in ospedale, dove sono stati rilevati valori pressori elevati (PA: 200/110 mmHg) e tachicardia sinusale (FC: 130bpm) che sono durati circa dodici ore.

Penso che il caso di questo ragazzo sia molto esplicativo di quanto la pericolosità di questo tipo di sostanze sia ancora molto sottovalutata. E come ha recentemente sottolineato uno studio italiano dell’Università di Foggia, è sempre più diffuso tra i giovani l’abitudine di bere energy drinks, soft drink e caffè per migliorare le capacità di concentrazione. Un’abitudine che se non controllata può diventare pericolosa.