A oggi oltre 3,5 milioni di persone in Italia soffrono o sono a rischio di malattie che possono portare a ipovisione e cecità come glaucoma, retinopatia diabetica e degenerazione maculare legata all’età. Tuttavia, l’oculistica sta vivendo un momento di particolare criticità: da una parte, complice l’invecchiamento della popolazione, crescono le malattie che minacciano la vista, mentre dall’altro si allungano le liste di attesa per visite e interventi oculistici all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, perché l’oculistica, ritenuta una disciplina non salva-vita, sta progressivamente uscendo dall’orbita della sanità pubblica. Ne consegue che 1 cittadino su 4 rinuncia alle cure oculistiche per liste di attesa che raggiungono fino a 2 anni.

È stato questo lo scenario tratteggiato lo scorso 10 ottobre presso l’Auditorium del Ministero della Salute in occasione della Giornata Mondiale della Vista organizzata da IAPB Italia ETS con Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti nel corso della quale, oltre a ribadire l’importanza della prevenzione per ridurre costi sociali e sanitari e scongiurare cecità e ipovisione, è stato illustrato il ruolo e i benefici che le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale possono apportare all’oftalmologia.

L’AI in oftalmologia: i vantaggi per lo screening della retinopatia diabetica

«L’AI sta radicalmente trasformando il campo dell’oftalmologia, offrendo strumenti avanzati per diagnosi e monitoraggio delle patologie oculari» ha sostenuto il Professor Francesco Bandello, Direttore dell’Unità di Oculistica dell’IRCCS San Raffaele di Milano e Direttore della Scuola di Specializzazione in Oftalmologia, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano, affrontando nello specifico il tema dell’AI negli screening per la retinopatia diabetica.

«Gli algoritmi di deep learning e le reti neurali stanno migliorando l’accuratezza e l’efficienza dello screening, rendendo possibile l’identificazione precoce delle lesioni retiniche». Esiste certamente il rischio dei “falsi negativi”, seppur modesto, che può essere comunque ridotto grazie ad una integrazione tra tecnologie innovative e competenza clinica.

Nonostante questo limite, tuttavia, l’ampliamento dello screening su larga scala, con la possibilità di offrirlo anche nelle farmacie, andrebbe comunque ad apportare benefici a fronte di performance pessime, in particolare in alcune regioni, per quanto concerne le complicanze visive del diabete.

Il ruolo dell’AI per ricerca e supporto decisionale

«L’intelligenza artificiale sta assumendo un ruolo sempre più importante sia nella ricerca oftalmologica, grazie alla sua capacità di analizzare grandi volumi di dati e fornire strumenti predittivi e diagnostici avanzati, sia nel supporto decisionale» – ha spiegato il Professor Stanislao Rizzo, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica del Policlinico A. Gemelli IRCCS e ordinario di Malattie dell’apparato visivo all’Università Cattolica.

«Alcune delle prospettive più promettenti dell’AI nella ricerca clinica oftalmologica sono nel campo della Retinopatia Diabetica – con alcuni algoritmi di screening già approvati dall’FDA dal 2018 – della degenerazione maculare legata all’età e del glaucoma. L’obiettivo principale dell’AI nella pratica clinica è sicuramente legato a una diagnosi precoce, ma anche al supporto alle decisioni mediche nonché alla personalizzazione delle cure. Il principale bersaglio dell’AI nella ricerca clinica mira a ottimizzare l’analisi dei dati di sperimentazioni cliniche per identificare più rapidamente i pazienti che rispondono meglio alle cure sperimentali. Inoltre, l’apprendimento automatico può essere utilizzato per simulare i risultati degli studi clinici, risparmiando tempo e risorse».

L’analisi delle immagini OCT

Uno dei campi di applicazione più promettenti è senza dubbio l’analisi delle immagini OCT in cui l’intelligenza artificiale è in grado di rilevare anomalie strutturali minime che potrebbero sfuggire all’osservazione umana, migliorando la precisione diagnostica per malattie come l’AMD, il glaucoma e l’edema maculare.

L’applicazione dell’AI è mirata anche allo studio dei biomarcatori genetici e il suo utilizzo può essere applicato anche per scoprire correlazioni tra mutazioni genetiche e malattie oculari ereditarie al fine di accelerare la scoperta di biomarcatori e potenziali bersagli terapeutici.

L’AI nella chirurgia robotica

Non da ultimo, il Professor Rizzo ha ricordato l’importanza dell’intelligenza artificiale per la chirurgia robotica finalizzata ad una maggiore precisione negli interventi chirurgici oculari, come la chirurgia della cataratta, trapianto di cornea, chirurgia vitreo retinica.

«Sebbene ci siano sfide da affrontare, il potenziale per migliorare l’efficienza, la precisione e l’accessibilità delle cure oftalmologiche è immenso, con la promessa di risultati migliori per i pazienti in tutto il mondo».

La tele-riabilitazione visiva: la piattaforma Eyefitness

Nel corso della sessione, la Dottoressa Stefania Fortini, vicedirettore del Polo Nazionale di ipovisione, ha presentato la piattaforma di tele-riabilitazione Eyefitness messa a punto dal Polo Nazionale. Si tratta di un nuovo approccio di cura alle malattie croniche.

«La piattaforma – ha spiegato la Dottoressa Fortini – in uso da tempo garantisce una continuità di cura al paziente tramite tele-assistenza. Un progetto che attraverso una presa in carico multidisciplinare, ha per obiettivo consentire la migliore qualità di vita possibile al soggetto ipovedente».

La tele-oftalmologia: l’esempio delle Virtual Clinic

Interessante infine l’esperienza presentata dal Dottor Manlio Nicoletti, Direttore UOC Oculistica AUSL di Bologna, di visite in tele-oftalmologia in centri adibiti a cliniche virtuali – Virtual Clinic, suddivise in spoke periferici che inviano dati all’hub di Bologna e al fascicolo sanitario elettronico.

«Attualmente afferiscono a queste cliniche virtuali pazienti affetti da patologie retiniche croniche e, ovvero, stabili. Nell’anno di monitoraggio 2023-2024, 7mila pazienti sono stati presi in carico attraverso il servizio di telemedicina virtual clinic UOC oculistica AUSL di Bologna» ha spiegato il Dottor Nicoletti.

I vantaggi sono molteplici: un ridotto peso degli spostamenti per i pazienti, una migliore aderenza ai programmi di screening e al follow-up, un utilizzo ottimizzato del fascicolo sanitario elettronico, una riduzione delle liste di attesa, una migliore raccolta dei dati clinici nonchè costi ridotti.