Alcuni integratori alimentari contengono piante che svolgono un’azione che mima quella dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): queste piante possono interferire con la risposta immunitaria, riducendone l’efficacia nella lotta alle infezioni, compresa quella da SARS-CoV-2. Partendo da tale assunto, l’Agenzia per la sicurezza alimentare francese ha richiesto a un team di esperti di stilare un documento di sintesi, partendo dagli ultimi dati della letteratura scientifica relativi all’attività antinfiammatoria e immunomodulante delle piante.
Sono state individuate diverse piante che possono sortire un effetto controproducente in caso di affezione da COVID-19: in particolare, è importante evitare tutte quelle che contengono acido acetilsalicilico come salice, olmaria, betulla, pioppo, asteracee e la polygala e le piante contenenti principi attivi ad azione antinfiammatoria, come arpagofito, curcuma, echinacea e unghia di gatto, oltre alle piante dei generi Boswellia e Commiphora.
Il documento ANSES specifica che la solidità dei dati relativi alle diverse piante varia, tuttavia esse sono svolgono tutte un’azione che può interferire con il sistema immunitario.
Alla luce di tali risultanze, ANSES emana due raccomandazioni fondamentali:
- nel caso in cui si assumano tali prodotti a scopo preventivo, interromperne immediatamente l’uso alla comparsa della sintomatologia COVID-19 correlata
- i soggetti che assumono tali integratori per patologie infiammatorie croniche, devono consultare il proprio medico per valutare se proseguire o meno con l’assunzione.
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