Decessi Covid, il nuovo report Iss

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Tra i dati emersi, interessante quello che riguarda gli under 40. Secondo i dati, sono 399 i decessi da inizio sorveglianza in quella fascia d’età. I deceduti privi di patologie sono meno del 10%

Nelle scorse settimane è stato pubblicato il nuovo report dell’Istituto superiore di Sanità (Iss) relativo ai pazienti deceduti e positivi al SARS-CoV-2. In base ai numeri forniti dall’Iss è risultato che dei 130.468 decessi registrati dalla terza settimana di febbraio 2020 (inizio della sorveglianza) fino al 5 ottobre 2021, solo il 2,9% ha riguardato persone prive di patologie importanti. Per quanto riguarda gli under 40, dal report dell’Iss emerge che sono 399 quelli deceduti nello stesso periodo: 245 uomini e 154 donne. Parliamo di una popolazione (12-39 anni) di 17.435.550 persone (poco meno del doppio degli abitanti della Lombardia o della Svezia). Quanti di questi 399 non avevano patologie lo si può ricavare da altre informazioni contenute nello studio, che ha, infatti, elencato le più comuni patologie croniche preesistenti (diagnosticate prima di contrarre l’infezione) in un campione di 7910 pazienti deceduti, di cui si sono potute analizzare le cartelle cliniche. Si tratta di malattie come diabete mellito di tipo 2, obesità, ictus, malattie autoimmuni, ipertensione. Non viene considerata la fascia under 40, ma una più ampia, 16-59. Ebbene, pur con quel lasso temporale più spostato in avanti con l’età, e, dunque, con maggiore probabilità di avere malattie importanti, risulta che quelli perfettamente sani, privi di patologie gravi, sono il 9,6%.

 

Più rischi o benefici?

Applicata questa percentuale ai 399 decessi, i sani under 40 morti positivi al Covid sarebbero circa 38. Parliamo di un intervallo che ormai rasenta il biennio, quindi circa una ventina all’anno. Cioè lo 0,00011%. Come ricorda ogni rapporto di Aifa sulla sorveglianza da vaccini Covid nell’Introduzione alla lettura, “nessun prodotto medicinale può essere considerato esente da rischi. E ognuno di noi quando decide di servirsi di un farmaco o sottoporsi a una vaccinazione dovrebbe avere presente che quello che sta facendo è bilanciare i benefici con i rischi”. Ora, se andiamo a vedere quale fascia ha avuto maggiori effetti collaterali dai vaccini, è proprio quella tra 30-39 anni, con 230 reazioni avverse ogni 100mila inoculazioni alla prima dose e 137 alla seconda dose.

Vaccini e riduzione dell’infezione

Nella strategia del contenimento della diffusione del virus, la vaccinazione anti-Covid è raccomandata anche per questo fascia di età. In ogni caso, per ciò che concerne il raggiungimento dell’immunità di gregge, occorre tenere presente che «i vaccini attualmente in uso non sono immunizzanti e l’effetto di impedimento dell’infezione, come di propagarla, inoltre, si riduce fortemente già a partire da pochi mesi» ha ricordato il professor Marco Cosentino, ordinario di Farmacologia nella Scuola di Medicina presso l’Università dell’Insubria di Varese, in un’audizione alla prima commissione Affari Costituzionali del Senato. Tra gli studi scientifici a sostegno, il medico e ricercatore in farmacologia e tossicologia ne ha citato a titolo di esempio uno in preprint dell’Università di Oxford “L’impatto della vaccinazione SARS-CoV-2 sulla trasmissione delle varianti Alpha e Delta” disponibile sulla piattaforma MedRxiv, che ha preso in considerazione oltre 95 mila casi indice (soggetti identificati come positivi) sottoposti a tracciamento di contatto. «È vero che la vaccinazione ha ridotto di circa il 50% la possibilità di contagiare, ma non la azzera – ha detto – E dopo tre mesi dalla vaccinazione, dice lo studio, non c’è più alcuna differenza nella trasmissione della variante Delta tra vaccinati e non vaccinati». Lo stesso Walter Ricciardi, consulente del Ministro della Salute Roberto Speranza, ha ricordato che già dopo due mesi diminuisce sensibilmente la protezione garantita dal vaccino Janssen della Johnson & Johnson soprattutto con la variante Delta. Di qui la necessità, ha invocato, del booster.

Bibliografia

  • Istituto superiore di sanità. Report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia Aggiornamento del 5 ottobre 2021
  • David W Eyre, Donald Taylor, Mark Purver, David Chapman, Tom Fowler, Koen B Pouwels, A Sarah Walker, Tim EA Peto. “The impact of SARS-CoV-2 vaccination on Alpha & Delta variant transmission” medRxiv 2021.09.28.21264260; doi: https://doi.org/10.1101/2021.09.28.21264260