Otto settimane, un tempo relativamente breve ma sufficiente in soggetti che seguono un regime alimentare vegano, per ottenere un sensibile miglioramento della salute cardiovascolare.

È quanto sembra dimostrare uno studio americano, della Scuola di Medicina presso l’Università di Stanford a Palo Alto, condotto su coppie di gemelli e pubblicato su JAMA Network Open.

Gli effetti positivi

Riduzione dei livelli di colesterolo a bassa densità lipoproteica (LDL-C) e di insulina circolante a digiuno: sono alcuni dei benefici riconosciuti, dati alla mano, all’assunzione di una dieta vegana in un tempo piuttosto limitato. Solo 8 settimane dall’introito iniziale di alimenti esclusivamente green, vegetali.

Un vantaggio clinico che impatta sensibilmente sulla minor esposizione allo sviluppo di patologie cardiovascolari che, come noto, hanno proprio nella presenza di grassi nel sangue uno fra i principali fattori di rischio.

A dimostrarlo, uno studio americano ancora piccolo, ma che ha un valore aggiunto importante: la valutazione degli impatti della dieta, vegana o di altra impostazione, su coppie di gemelli, dunque con stesse basi genetiche, presumibilmente stessa educazione famigliare e stili di vita sovrapponibili. Azzerando cioè tutti i fattori confondenti che avevano rappresentato un limite nella conduzione di precedenti studi in materia. 

La ricerca americana

Ha coinvolto 22 coppie di gemelli identici sani, di cui 34 femmine (77,3%), con età media 39,6 anni, indice di massa corporea medio 25,9 selezionati dallo Stanford Twin Registry, l’uno assegnato ad assumere una dieta totalmente a base vegetale, comprensiva cioè di un elevato consumo di di verdure, legumi, frutta, cereali integrali e priva di alimenti di origine animale quali carne, uova e latte, così come di zuccheri o amidi raffinati, o onnivora.

Questa prevedeva invece un mix di cibi veg (tutti quelli elencati in precedenza) e un apporto di alimenti da fonte animale, come carni, anche bianche quali ad esempio il pollo, ma anche pesce, uova, formaggi, latticini ed altro.

Lo studio aveva definito come end point primario la differenza nella concentrazione di colesterolo lipoproteico a bassa densità dal basale alla conclusione del monitoraggio (settimana 8) e fra gli end point secondari le variazioni dei fattori cardiometabolici, tra cui lipidi plasmatici, livelli di glucosio e di insulina e livelli sierici di trimetilammina N-ossido, livelli plasmatici di vitamina B12 e valutazione del peso corporeo. 

Le evidenze

È stato possibile osservare nei gemelli “veg” il raggiungimento degli end point pervisti dallo studio, ovvero un sensibile miglioramento del colesterolo, come già anticipato, sia in relazione all’LDL-C e all’insulina circolante a digiuno, rappresentando – quest’ultima – un fattore di rischio per diabete quando elevata.

Dati, positivi, che si accompagnavano anche a un minore peso corporeo e, quindi, a un migliore stato della salute cardiovascolare, già rilevabile dopo quattro settimane dall’assunzione della dieta vegana.

All’inizio dello studio, a quattro e a otto settimane, i ricercatori hanno pesato i partecipanti e prelevato campioni ematici. Nello specifico, al termine delle 8 settimane sono state rilevata nei gemelli randomizzati alla dieta vegana, rispetto agli onnivori, diminuzioni medie significative della concentrazione di colesterolo lipoproteico a bassa densità (-13,9 [5,8] mg/dl; IC al 95%, -25,3 a -2,4 mg/dL), passate per i vegani dal basale di 110,7 mg/dL a 95,5 vs l’iniziale 118,5 mg/dL al finale 116,1 per gli onnivori.

Al pari sono state osservare variazioni migliorative anche nel livello di insulina a digiuno (-2,9 [1,3] μIU/mL; IC al 95%, da -5,3 a -0,4 μIU/mL), registrando una riduzione del 20% tra i vegani, così come del e peso corporeo (-1,9 [0,7] kg; IC al 95%, da −3,3 a −0,6 kg), con un calo ponderale in media superiore di 4,2 chili rispetto agli onnivori.

In conclusione

I dati preliminari dello studio americano dimostrerebbero sensibili benefici per la salute cardiovascolare derivanti da un’alimentazione a base vegetale, dopo circa 3 mesi, associata in prevalenza a tre fattori: riduzione dei grassi saturi, aumento dell’apporto di fibre alimentari e diminuzione del peso ponderale.

La dieta veg può essere potenzialmente considerata come un regine alimentare con effetto protettivo, in soggetti sani, della salute del cuore e di tutte le possibili implicazioni, dal diabete al colesterolo che minacciano la funzionalità e il ben-essere dell’intero apparato e dell’organismo in generale.

Fonte

Landry MJ, Ward CP, Cunanan KM et al. Cardiometabolic Effects of Omnivorous vs Vegan Diets in Identical Twins. A Randomized Clinical Trial. JAMA Network Open, 2023, 6(11):e2344457. Doi: http://doi.org/10.1001/jamanetworkopen.2023.44457