Il melograno (Punica granatum L) viene coltivato in India, Caucaso, Iran e nell’area mediterranea da moltissimo tempo perchè da sempre considerato benefico. Il suo frutto, chiamato melagrana, contiene acqua all’80%, affiancata da vitamine A e C, potassio e fosforo e, anche se in quantità minori, da magnesio, ferro, zinco, manganese e rame. Nel suo complesso, questo frutto risulta utile nel trattamento di una serie di patologie, tra le quali i parassiti intestinali, la diarrea e le allergie, e presenta proprietà anticoagulanti e antitrombotiche, vasoprotettrici, gastroprotettrici e antiossidanti. Per queste ragioni, la melagrana viene considerata una valida alleata nella prevenzione di aterosclerosi, malattie cardiovascolari e Alzheimer. Quando è particolarmente maturo, questo frutto sviluppa anche fitoestrogeni, utili per contrastare i disturbi legati alla perimenopausa. Un recente studio polacco, pubblicato su “Oxidative Medicine and Cellular Longevity”, suggerisce che il melograno possa essere utile anche nel prevenire lesioni ai reni in soggetti con sindrome metabolica. Condotto su ratti ZDF (Zucker Diabetic Fatty rats), alcuni trattati e altri no per avere un confronto, il lavoro utilizza due dosi di estratto di melagrana, 100 mg/kg e 200 mg/kg, ponendo attenzione al loro effetto su biomarker di stress ossidativo prodotti dai reni: concentrazione di ROS/RNS, colesterolo LDL ossidato, glutatione, proteina KIM-1 (kidney injury molecule-1), lipoglicano NGAL, metalloproteinasi 2 e 9, attività della catalasi e della superossido dismutasi. Vediamo i risultati, che come preannunciato sono positivi.
Per quanto riguarda l’attività della superossido dismutasi nel tessuto renale, si osservano riduzioni significative nei ratti malati, con entrambe le dosi di estratto, mentre per la concentrazione ROS/RNS i miglioramenti si associano soprattutto alla dose di 100 mg/kg di peso. Simile il discorso per l’attività della catalasi, mentre il colesterolo LDL ossidato beneficia della dose più alta di integrazione. Nel complesso gli autori hanno evidenziato una riduzione, dopo la somministrazione dell’estratto ai ratti malati, dei livelli dei marker di lesione renale, NGAL e KIM-1. Ciò indica che la melograna può proteggere i reni dallo stress ossidativo, probabilmente grazie all’azione del polifenolo punicalagina, noto per regolare l’apoptosi cellulare, downregolare l’espressione della citochina IL-6 e della metalloproteasi MMP-1, entrambe attivatrici di processi infiammatori, e di attivare il pathway della proteina Forkhead box O1 (FoXO1), coinvolta nel controllo insulinico. Quanto riportato da questo studio potrebbe avere una grande rilevanza clinica, se venisse confermato anche in uomo. Il numero di soggetti che soffre di sindrome metabolica è in costante crescita nel mondo e tutti sono a rischio di sviluppare insufficienza renale… poter rallentare il processo ossidativo dei reni può contribuire a prevenire questo evento. Due le università coinvolte in questo studio: la Wroclaw Medical University e la University of Environmental and Life Sciences.
Studio: Radajewska A, Szyller J, Niewiadomska J, Noszczyk-Nowak A, Bil-Lula I. Punica granatum L. Polyphenolic Extract as an Antioxidant to Prevent Kidney Injury in Metabolic Syndrome Rats. Oxid Med Cell Longev. 2023 Jan 5;2023:6144967. doi: 10.1155/2023/6144967. PMID: 36644578; PMCID: PMC9836814.