Cambiamenti ormonali, età, fattori di rischio cardiovascolari, predisposizione genetica: sono i fattori potenzialmente responsabili dello sviluppo di aritmie cardiache, più specificatamente della Fibrillazione Atriale (FA), nelle donne in post-menopausa ad oggi riconosciuti.

Un nuovo studio americano, del Santa Clara Valley Medical Center di San Jose, in California, pubblicato sul Journal of the American Heart Association chiama in causa che il ruolo di stress, insonnia e stati psico-sociali.

FA, un evento altamente probabile

Le stime attestano che una che donna su quattro soffre di FA nel post menopausa. In funzione dell’elevata incidenza un gruppo di ricercatori americani ha voluto indagare il possibile impatto, oltre ai classici fattori di rischio biologici e genetici, anche di una componente psicosociale, da fattori emotivi allo stress, e di abitudini comportamentali, tra cui l’insonnia, sulla salute del cuore in donne over 50, partendo dall’assunto che con la menopausa l’esposizione al rischio cardiovascolare è sensibilmente aumentato.

I ricercatori hanno pertanto avviato un ampio studio che ha coinvolto oltre 83mila donne di età compresa tra i 50 e i 79 anni, mantenute in follow-up per circa 10 anni, già facenti parti dello studio americano “Women’s Health Initiative”. Le partecipanti sono state invitate a rispondere a un questionario per tracciare un quadro sulle abitudini di vita e alcuni fattori potenzialmente impattanti sulla salute cardiaca, compresi eventi psico-emotivi indotti ad esempio da elevati livelli di stress a seguito di una malattia, di un divorzio, di un lutto, di difficoltà economiche, di violenza domestica o abusi sessuali, ma anche di stati umorali dall’ansia alla depressione, fino alle abitudini quotidiane comportamentali e socio-relazionali e la qualità del sonno.

Quest’ultima misurata in termine di durata, interruzioni del riposo e/o difficoltà di addormentamento, mentre la socialità è stata valutata tenendo conto della rete di contatti personali, come la presenza o meno di amici da cui ricevere supporto in caso di necessità e il tono dell’umore considerando la capacità di avere (oppure no) pensieri positivi.

I risultati

Nel corso dei dieci anni di follow-up si è potuto osservare in 24 mila donne, pari al 25% circa, lo sviluppo di FA, spesso associata a coloro che denunciavano elevati livelli di stress e/o con problemi di insonnia.

Da qui l’ipotesi di una possibile relazione tra questi due fattori e il rischio aumentato di aritmie cardiache, spesso accompagnati anche da depressione, ansia o senso di sopraffazione rispetto al mondo circostante.

Nel corso dello studio è stata infine valutata la possibile interazione di stress e insonnia anche su alterazioni e irregolarità del battito cardiaco: è emerso che per ogni punto aggiuntivo sulla scala dell’insonnia, esiste una probabilità maggiore del 4% di sviluppare FA così come ogni punto in più in termine di eventi stressanti della vita, impatta su un aumento del rischio di manifestazione e sviluppo della condizione del 2%.

I prossimi passi

Il ruolo di sonno, sentimenti o esperienze emotive psicologiche negative, quali potenziali trigger per la FA dovranno essere validati da ulteriori studi, come anche capire se la persistenza nel tempo di questi eventi possa impattare sulla regolarità del battito cardiaco.

Vero è, infatti, che lo stress cronico, considerato fattore di rischio per altre malattie cardiache tra cui l’infarto, non è ancora stato associato alla FA. Va, inoltre, considerato che la FA è una patologia del sistema di conduzione elettrica, soggetta a cambiamenti ormonali derivanti dallo stress e dalla scarsa qualità del sonno, che potrebbe aver ragione d’essere nel binomio emerso da questo studio.

Fonte:Zhao SX, Tindle HA, Larson JC et al. Association between insomnia, stress events, and other psychosocial factors and incident atrial fibrillation in postmenopausal women: insights from the Women’s Health Initiative. Journal of the American Heart Association, 2023, 12:e030030. Doi: https://doi.org/10.1161/JAHA.123.030030