L’assunzione di acido folico, folati in generale, vitamine B6 e B12, sotto forma di integratori, al pari di elevate concentrazioni sieriche sembrerebbero essere inversamente correlate all’insorgenza della sindrome metabolica. Sono le evidenze di uno studio condotto da ricercatori americani della Texas State University di San Marcos (Folate, Vitamin B6, and Vitamin B12 Status in Association With Metabolic Syndrome Incidence”) condotto su un’ampia popolazione di giovani adulti, monitorati nel lungo periodo.

Lo studio

È importante per numeri e per evidenze. Ha infatti incluso oltre 4.400 adulti americani, di cui il 52,8% donne, arruolati dal 1985 e il 1986, dei quali sono stati parametrati assunzione e concentrazioni sieriche di folati, vitamina B6 e vitamina B12, con un monitoraggio lungo 30 anni, fino al 2015-2016. Particolare attenzione è stata data alla tipologia di dieta seguita all’anno 0, 7 e 20 e alle concentrazioni sieriche di folati, vitamina B6 e vitamina B12, misurate al tempo 0, 5 e 15, in 1.430 partecipanti. Obiettivo dello studio era infatti valutare l’efficacia preventiva di tali sostanze contro il rischio di sviluppo nel tempo di sindrome metabolica: tale dato è stato rilevato con misurazioni cliniche e di laboratorio e sull’uso di farmaci auto-riferito dai partecipanti.

I risultati suggerirebbero conclusioni positive: infatti, nonostante negli anni di follow-up si siano registrati 1.240 casi di sindrome metabolica, le sostanze assunte sono state in grado di contenere il fenomeno metabolico, proporzionalmente alle quantità introiettate. Nello specifico: livelli più bassi di assunzione di vitamine associavano a un basso di rischio per l’incidenza di sindrome metabolica a livelli più elevati di assunzione di 0,39 (intervallo di confidenza – IC – 95%, 0,31 – 0,49) per i folati (p <0,001), di 0,61 (IC 95%, 0,46 – 0,81) per la vitamina B6 (p =0,002) e di 0,74 (IC 95%, 0,58 – 0,95) per la vitamina B12 (p =0,008).  Di contro, si sarebbe evidenziata una associazione inversamente significativa in relazione ai livelli sierici dei tre composti: ovvero una riduzione del tasso di rischio per elevati livelli di folati dello 0,23 (IC 95%, 0,17 – 0,33; p <0,001), dello 0,48 per la vitamina B6 (IC 95%, 0,34 – 0,67; p <0,001) e dello 0,70 per la vitamina B12 (IC 95%, 0,51 – 0,96; p =0,01).

Perché queste sostanze

Sono sempre maggiori le evidenze che bassi livelli di folati, assunti nella dieta o tramite integrazione con acido folico, come anche di vitamina B6 e vitamina B12, possono potenzialmente favorire lo sviluppo di adiposità, dislipidemia, disfunzione dell’endotelio vascolare, intolleranza al glucosio e resistenza all’insulina: tutte reazioni correlate all’insorgenza di sindrome metabolica.

In parallelo, sempre studi di letteratura, evidenziano che l’integrazione di acido folico, con o senza vitamina B6 e/o vitamina B12, porta alla riduzione di pressione sanguigna, miglioramento di resistenza all’insulina e profili lipidici. I dati, tuttavia, sono concentrati prevalentemente su coorti anziane o popolazioni ad alta esposizione di rischio cardiovascolare, senza considerare eventuali possibili manifestazioni di sindrome metabolica: da qui l’interesse a valutare questa relazione, oggetto anche del presente studio americano.

Fonte:

  • Zhu J, Chen C, Lu L, Shikany JM, D’Alton ME, Kahe K. Folate, Vitamin B6, and Vitamin B12 Status in Association With Metabolic Syndrome Incidence. JAMA Netw Open. 2023 Jan 3;6(1):e2250621.