Mediamente il 30% di prestazioni ambulatoriali (diagnostica, prime visite o di follow-up) cancellate o rinviate sine die, a causa della quarta ondata pandemica. È il dato, allarmante, che emerge da un’indagine condotta da Aigo (Associazione nazionale gastroenterologi ed endoscopisti digestivi ospedalieri) in un gruppo di strutture territoriali specializzate. Importanti le ricadute sulla salute, dalla prevenzione, alla diagnosi, alla cura, dei pazienti. L’appello e la disponibilità dell’Associazione a pianificare il recupero di visite e appuntamenti mancati.

Prevenzione trascurata

La cura, preventiva, protettiva, salvavita passa in secondo piano di fronte al timore della pandemia: appuntamenti annullati e non rischedulati, prime visite rinviate anche in presenza di chiari sintomi. La notizia si fa eco da mesi fra i vari specialisti e una ennesima denuncia a non trascurare la salute arriva da Aigo, in funzione del drammatico calo di presenze registrate all’interno degli ambulatori e reparti di gastroenterologia. Importanti le implicazioni: ritardi sensibili sulla presa in carico di malattia allo stadio iniziale, quando è meglio trattabile, curabile, fino a potere essere guaribile, tanto più importante se la patologia è oncologica, in cui la tempestività fa sempre la differenza. A parlare sono i numeri di un’indagine che Aigo ha condotto tra 136 strutture ospedaliere distribuite omogeneamente sul territorio nazionale.

Il problema dell’assenteismo

Le dichiarazioni dell’indagine sono pressoché univoche. L’85% delle Unità di Gastroenterologia coinvolte ha confermato la mancata erogazione di visite ambulatoriali ed esami endoscopici nell’arco delle ultime due settimane, oltre un quarto delle Unità ha registrato un rinvio del 30% circa delle prestazioni ambulatoriali. Pena la possibilità di fare una adeguata prevenzione e cura, tanto per patologie benigne quanto tumorali, aggravata dal fatto che un terzo delle Unità di gastroenterologia hanno avuto una parziale o completa riconversione delle degenze in reparti Covid a seguito della nuova ondata e dei ricoveri correlati. «Il fattore tempo – dichiara Fabio Monica, presidente Aigo – è cruciale per agire efficacemente in numerose patologie: dal cancro al colon-retto, il tumore più comune dell’apparato digerente e seconda causa di morte per tumore sia negli uomini sia nelle donne con un totale di 20 mila decessi l’anno, alle malattie dell’apparato digerente in costante aumento. In Italia costituiscono la seconda causa di ricovero con circa 800 mila episodi/anno, dopo le malattie cardiovascolari».

Le conseguenze

Le conseguenze di questa situazione possono essere importanti, anche letali, a detta del presidente. «A fronte del perdurare dell’emergenza pandemica, dei ritardi nella ripresa delle cure e soprattutto dei programmi di prevenzione saltati dal 2020 a oggi – conclude Monica – si calcola una perdita di almeno 15 mesi di aspettativa di vita in un contesto epidemiologico in generale peggioramento». Ne consegue, pertanto, un appello,non solo ai pazienti a non tardare i loro appuntamenti nuovi o programmati, ma anche a un confronto fattivo dei professionisti con le Istituzioni e le Direzioni Ospedaliere, cui Aigo si dichiara disponibile, per organizzare e pianificare un recupero di visite e prestazioni ad oggi perse, per tutelare la salute dei pazienti.