L’agopuntura è una medicina praticata da millenni in Cina che offre nuove possibilità terapeutiche anche ai medici occidentali. Per usarla bisogna conoscerla e avere la capacità di integrarla nella pratica medica di tutti i giorni: è questa la strada percorsa dal dottor Giuseppe Lupi, medico italiano che in questa intervista ci spiega come da sempre utilizza questo approccio per i suoi pazienti.
Quali possibilità offre l’agopuntura ai malati occidentali?
L’agopuntura è una branca della medicina tradizionale cinese che si è diffusa in Occidente perché è efficace, priva di effetti collaterali, non interferisce con i farmaci della medicina occidentale, estremamente economica ed è semplice da utilizzare anche in un contesto ospedaliero. In Occidente l’agopuntura è molto utilizzata e conosciuta per la terapia del dolore, ma questo è solo uno dei suoi campi di applicazione: già più di vent’anni fa, infatti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva incluso diverse malattie, ad esempio del sistema nervoso, osteoarticolare e ostetrico ginecologico, nell’elenco delle patologie in cui l’agopuntura è sicuramente efficace e può essere utilizzata come alternativa o in modo complementare ai farmaci. L’approccio alla malattia e ai malati della medicina occidentale e dell’agopuntura è diverso anche solo per il fatto che la medicina cinese è nata più di 3000 anni fa in un Paese le cui condizioni culturali, sociali e climatiche sono completamente diverse dalle nostre. La medicina occidentale si basa su esami ematochimici, di laboratorio e strumentali, mentre la medicina cinese parte dall’osservazione del paziente, dall’auscultazione e dal dialogo. L’agopuntura, in Occidente, offre molti vantaggi al paziente in virtù dell’assenza di effetti collaterali e della possibilità di essere utilizzata in modo complementare e non alternativo alla medicina allopatica. Il medico agopuntore occidentale può infatti utilizzare sia le sue conoscenze di medicina cinese, sia quelle di medicina occidentale integrandole in funzione della cura migliore per il suo paziente. Quando visito un paziente inizio con un approccio “occidentale”, perché sono di fronte a un malato che ha già un iter diagnostico terapeutico di questo tipo. Dopo una valutazione della patologia e delle terapie in corso, inizio la visita e l’inquadramento sindromico del paziente secondo le regole della medicina cinese, e procedo con un ciclo di sedute di agopuntura senza di solito abbandonare le terapie in atto: con il procedere delle sedute, in base al risultato terapeutico raggiunto, si possono eventualmente diminuire le dosi dei farmaci assunti. Proprio in tal senso svolgo la mia attività nel servizio pubblico di agopuntura di Aosta, dove da una decina di anni, in qualità di responsabile, tratto la nausea ed il vomito in gravidanza e gli effetti collaterali della chemioterapia nei pazienti oncologici. L’agopuntura rientra, infatti, nel piano terapeutico di questi pazienti che mi vengono indirizzati direttamente dagli oncologi dell’ospedale e dai medici di base con cui collaboro efficacemente. Un tempo vi era più diffidenza da parte di alcuni medici rispetto al desiderio dei pazienti di voler utilizzare i trattamenti e i rimedi delle Medicine complementari. Ora, invece, una maggiore conoscenza delle evidenze scientifiche dell’agopuntura da parte della classe medica ne facilita la diffusione, anche se a volte i pazienti sono ancora titubanti nel riferire al proprio medico di utilizzare le medicine non convenzionali, in quanto incerti della loro approvazione.
Ci sono differenze tra l’agopuntura utilizzata in Cina e quella occidentale?
I principi dell’agopuntura sono stati studiati tremila anni fa e da allora non sono cambiati i punti che vengono utilizzati e le definizioni delle sindromi, mentre sono stati aggiornati i metodi di approccio al malato e la metodologia del trattamento. L’agopuntura è una medicina di “riequilibrio” perché fa sì che l’organismo riesca a rispondere in modo ottimale a fattori patogeni interni ed esterni. Quando nacque, in Cina, venne utilizzata con la dieta, la ginnastica e la fitoterapia per contribuire al benessere e alla salute della popolazione, che, in questo modo, riusciva ad essere sana e produttiva per garantire la ricchezza del Paese. Per questo motivo, si narra che il medico non veniva pagato se il suo paziente si ammalava. Con il tempo naturalmente la situazione è cambiata anche in Cina. Ora, soprattutto i giovani, non vanno dal medico quando stanno bene per mantenere lo stato di buona salute, ma quando hanno un qualche sintomo che li preoccupa. Anche il medico di medicina tradizionale cinese, quindi, sta assumendo un’impostazione “culturale” simile a quella del medico occidentale, per cui oggi anche in Cina l’agopuntura ha spostato un po’ il suo focus dal mantenimento del benessere alla cura delle malattie in atto. Per la gioia dei pazienti anche gli strumenti utilizzati sono cambiati: infatti, il medico agopuntore oggi usa aghi sterili monouso molto sottili. Inizialmente si usavano oggetti acuminati di pietra o di osso, poi si è passati agli strumenti di metallo, che avevano tuttavia un diametro “importante”, e solo recentemente si è arrivati agli aghi di acciaio la cui infissione, se ben praticata, è solitamente indolore. Questo è possibile perché in agopuntura è fondamentale la correttezza della scelta del punto e della stimolazione non il materiale con cui questa viene effettuata. Infatti gli agopunti possono essere stimolati anche con il calore (moxa) e il massaggio (tuina).
Nel tempo ha avuto modo di frequentare le Università cinesi e di ospitare diversi medici cinesi in Italia, cosa ci racconta in merito?
Ho iniziato a frequentare corsi di perfezionamento in Cina nel 1996 presso le Università di Shanghai e Nanchino e dal 2004 collaboro anche con l’Università di Medicina Tradizionale Cinese (MTC) di Hangzhou, nella provincia dello Zhejiang, gemellata con la Regione autonoma Valle d’Aosta. In Cina il medico occidentale può vedere l’applicazione dell’agopuntura a 360 gradi; in Occidente, infatti, l’agopuntura è usata soprattutto a livello ambulatoriale in un ristretto numero di patologie, mentre in Cina è utilizzata in ospedale su un numero molto alto di pazienti per trattare qualsiasi tipo di patologia, sia come unica terapia sia in un piano terapeutico integrato con la medicina occidentale, per esempio come avviene nei pazienti colpiti da ictus. Attualmente in Cina non esiste una medicina ambulatoriale di base per cui il malato si rivolge direttamente ad un Ospedale scegliendo tra una struttura ospedaliera di medicina occidentale, di medicina tradizionale o di medicina integrata. Nel caso decida di recarsi, per esempio, in un Ospedale di MTC il paziente viene visitato e a questo punto in base alla patologia e al suo desiderio, il medico decide se trattarlo con la medicina tradizionale cinese o se inviarlo in un ospedale di medicina occidentale. I cinesi sono riusciti nell’intento di integrare al meglio le due tipologie di cura, affinché al paziente sia prestata la terapia più efficace per il trattamento della sua patologia. I medici cinesi che vengono in Italia sono favorevolmente impressionati dal fatto che anche da noi l’agopuntura sia così diffusa; per loro è importante vedere che l’agopuntura ha un respiro e un interesse scientifico anche al di fuori del loro Paese. In Occidente si fa molta ricerca per dimostrare l’efficacia, i limiti e i campi di applicazione di questa medicina. I medici cinesi, che si laureano dopo sei anni di formazione in medicina tradizionale cinese (durante i quali vengono insegnate anche le basi della medicina occidentale) e quattro anni di ulteriore specializzazione in agopuntura, in Italia non possono utilizzare gli aghi perché non sono in possesso della nostra laurea in medicina e dell’abilitazione professionale.
Chi è Giuseppe Lupi
Responsabile dell’Ambulatorio pubblico di Agopuntura dell’Ospedale Regionale della Regione Valle d’Aosta rivolto alla terapia della nausea e del vomito nelle donne in gravidanza e nei pazienti in chemioterapia, membro della Commissione FISA – Federazione Italiana delle Società di Agopuntura – per i rapporti con il tavolo di lavoro sulle Medicine Complementari della Conferenza Stato-Regioni, tesoriere della S.I.R.A.A. (Società Italiana di Riflessoterapia Agopuntura ed Auricoloterapia), Visiting Professor della Zhejiang Chinese Medical University (Cina), Giuseppe Lupi svolge l’attività di medico agopuntore presso strutture pubbliche e private di Piemonte e Valle d’Aosta fin dal 1994. Dopo il diploma in agopuntura presso la Scuola quadriennale di Agopuntura di Torino C.S.T.N.F. (Centro Studi Terapie Naturali e Fisiche), ha frequentato corsi di perfezionamento in Agopuntura presso le Università di Medicina Tradizionale Cinese di Shanghai e di Nanchino, appartenenti ai WHO Collaborative Centers per la Medicina Tradizionale Cinese. Dal 1994 è docente della Scuola quadriennale di Agopuntura di Torino.