La gravidanza e il puerperio costituiscono un momento della vita molto delicato per la donna e il suo bambino. Sempre più donne in questa fase preferiscono cercare un supporto naturale, in aiuto alla medicina tradizionale, per affrontare al meglio tutto il periodo della nascita, dalla gravidanza, al parto e anche l’allattamento. Nonostante la continua crescita della domanda delle medicine complementari la loro conoscenza da parte degli operatori sanitari rimane ancora limitata. “Siamo partiti proprio da questo bisogno per progettare un corso ECM, che spiega gli obiettivi, i vantaggi e i contesti in cui le diverse medicine complementari e le tecniche di rilassamento, osteopatia, chiropratica e anche la cura dell’alimentazione possono rivelarsi utili per vivere al meglio tutto il periodo della gravidanza, del parto e del puerperio. La conoscenza da parte degli operatori sanitari che accompagnano la donna in questo periodo è un elemento prezioso per veicolare informazioni corrette e quindi per evitare atti di automedicazione che possono rivelarsi non appropriati o addirittura nocivi”, spiega Elio Rossi, responsabile dell’ambulatorio di Omeopatia presso l’Ospedale Campo Marte Azienda USL2 di Lucca e responsabile scientifico del corso ECM.
Il corso, rivolto a farmacisti, medici e ostetrici/che, è organizzato in 6 moduli didattici fruibili e scaricabili dalla piattaforma multimediale e contemporaneamente pubblicati sulla rivista cartacea, e ha una durata complessiva di 18 ore. Per ottenere i 18 crediti formativi è necessario seguire tutti i 6 moduli, disponibili a partire dal 1° febbraio fino al 31 dicembre 2014.
Il primo modulo si propone di istruire sul corretto utilizzo della fitoterapia in gravidanza, perché “diversamente da quanto ancora troppo diffusamente creduto, le piante non sono necessariamente innocue o benefiche semplicemente perché di origine naturale. E’ pertanto fondamentale conoscere i principi attivi in esse contenuti e i dosaggi sicuri dal punto di vista tossicologico sia per la donna che per il feto”, spiega Elio Rossi.
L’agopuntura e l’omeopatia costituiscono i temi del secondo e terzo modulo di didattico. Sono le medicine complementari più ricercate in questa fase della vita della donna, innanzitutto per la mancanza di effetti collaterali. Entrambe si sono dimostrate utili per affrontare i disturbi che possono comparire durante la gravidanza (nausea, vomito, stipsi), per favorire le diverse fasi del parto, aiutare la montata lattea e sostenere la donna nel post-partum, infine aiutare il bambino nei primi mesi di vita (coliche, dentizione, disturbi dell’alvo). In particolare l’agopuntura, insieme ad altre tecniche utilizzate dalla medicina cinese, come la moxibustione, il martelletto e il Qi gong, consente di alleviare il dolore, anche quello del parto, e quindi ridurre l’eventuale ricorso a farmaci.
Lo sviluppo del feto può indurre delle modificazioni circolatorie, ormonali e della struttura biomeccanica della mamma, che possono essere corrette con l’osteopatia e la chiropratica. E’ pertanto fondamentale che l’operatore sanitario che accompagna la donna nel cammino della gravidanza sia informato delle potenzialità di queste discipline, che vengono discusse nell’ambito del quarto modulo didattico.
Il quinto modulo didattico è dedicato alle tecniche di meditazione e di rilassamento che possono aiutare la donna ad affrontare e superare eventuali stati di ansia e di paura, e favorire un approccio più consapevole al parto consentendo un migliore evolversi di ciascuna delle sue fasi.
Infine, l’ultimo modulo affronta una delle richieste più frequenti poste durante la gravidanza e anche il puerperio, ovvero la corretta alimentazione. Obiettivo del modulo non è quello di fornire una dieta, ma piuttosto dare indicazioni utili per imparare a scegliere l’alimentazione più adeguata nelle diverse fasi, e quindi eliminare o preferire i cibi che consentono di affrontare i disturbi più comuni della gravidanza (nausea, vomito, reflusso, stipsi, ecc.), oppure che possono favorire la montata lattea, evitare carenze nutrizionali della mamma o del bambino. “Le mamme sono infatti spesso preoccupate che il loro latte non sia abbastanza nutriente e proprio questo timore a volte le induce a scegliere uno svezzamento precoce” conclude Elio Rossi.