Quante volte i bambini vengono colpiti improvvisamente da quelle lievi forme influenzali quali per esempio raffreddore, allergie, stipsi, irritabilità o disturbi del sonno? Solitamente, questi disturbi svaniscono in un paio di giorni, ma, per accelerare ulteriormente le tempistiche, i genitori ricorrono ai farmaci di automedicazione. In seguito ad una recente indagine del Centro Studi della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), però, è emerso che i genitori fanno sì uso di farmaci di automedicazione, ma, sono poco informati su questa “materia”. Basta pensare che ben il 60% dei genitori intervistati (su un campione di 1251 persone), confonde gli integratori con i farmaci e che oltre il 20% non consulta il foglietto illustrativo e non lo considera una fonte di informazione. Però, il fatto ancora più rilevante riguarda la ricerca di informazioni: il 77% individua nel pediatra il punto di riferimento, l’11% si rivolge al farmacista, ma, il dato sconcertante riguarda la percentuale di genitori che cerca informazioni su internet e che si rivolge poi al pediatra con una diagnosi già in mano: il 15%. Secondo la Dott.ssa Adima Lamborghini, Pediatra di famiglia e membro del centro studi FIMP, la strada da fare nel campo della conoscenza è ancora molto lunga ma, nel sensibilizzare la questione “hanno un ruolo in questo processo i mezzi di comunicazione di massa, che hanno il compito di sollevare il problema è di creare un movimento culturale, che poi può portare i genitori a chiedere in modo consapevole come utilizzare al meglio i prodotti di cui dispongono”.
Il Dott. Giampietro Chiamenti, presidente della FIMP, durante il convegno su “Automedicazione e Bambini”, ha spiegato che fortunatamente, questi genitori, “finiscono per ascoltare il loro pediatra di fiducia. Perché in fondo quello che conta nel rapporto tra medico-paziente, soprattutto quando il paziente è un bambino, è la relazione di fiducia che si instaura con la famiglia”.
Sara Pavan