Una giornata di studio ospitata al CNR di Roma lo scorso 31 maggio dedicata allo studio e al confronto sul microbiota ha messo in luce numerosi e interessanti aspetti per la salute: dalle interazioni tra microbiota e nutrizione, in parte già note, a connessioni tra microbiota e salute femminile, fino al suo impatto sui tumori

Lo scorso 31 maggio il Centro Nazionale Ricerche – CNR ha ospitato una intera giornata di confronto dedicata al microbiota con un workshop dal titolo “Microbiota tra mito e realtà – Le nuove frontiere della ricerca e dell’innovazione tecnologica perché il microbiota sia sempre più una utile realtà”, organizzato dal Dipartimento di scienze biomediche del CNR (CNR-DSB), in collaborazione con Wellmicro (NAMED Group), sponsor non condizionante dell’evento. Nel corso di una sessione, particolare attenzione è stata assegnata alla terapia nutrizionale e alla salute della donna in relazione al microbiota.

Microbiota e terapia nutrizionale

Giovanni Spera, endocrinologo, professore di Medicina Interna della Sapienza Università di Roma, nel presentare la sua relazione su terapia nutrizionale e microbiota, ha così enfatizzato: «sono note le interazioni tra alimentazione e microbiota. Oggi la terapia nutrizionale ha sempre più bisogno di un’attenta valutazione del microbiota intestinale per l’influenza che le sue modifiche possono avere sulla risposta alla dieta e sulla insorgenza stessa di patologie molto diffuse quali l’obesità e il diabete».

L’alimentazione influisce difatti sullo stato di salute e di benessere dell’uomo a tal punto che il cibo, stando alle più recenti scoperte scientifiche, può condizionare, alla stregua di un farmaco, sia la salute degli individui sia il benessere del pianeta. Tutto questo avviene anche attraverso il microbiota intestinale, che è fondamentalmente caratteristico di ogni individuo, ma che può essere largamente influenzato dal cibo.

Sono molte le variabili ambientali che condizionano la diversità tassonomica e la ricchezza del microbiota individuale, ma indubbiamente le abitudini alimentari coincidono con caratteristiche del microbiota che sono associate allo stato di salute dell’ospite o a specifici stati patologici. Una dieta può essere quindi considerata salutare se condiziona positivamente il microbiota promuovendo uno stato di salute.

I diversi regimi dietetici e i loro effetti sul microbiota

Il professor Spera ha quindi proposto un’analisi dei diversi regimi dietetici: dalla “western diet” alla dieta mediterranea, dal vegetarianesimo al digiuno intermittente:

  • è emerso l’impatto negativo della prima, ricca di grassi polinsaturi, calorie, cibi ultraprocessati e conservanti, elementi questi ultimi che abbassando la tolleranza immunitaria favoriscono l’insorgenza di patologie metaboliche, diabete e obesità e alterano la diversità del microbiota;
  • è stata enfatizzata l’importanza delle fibre, associate a una ridotta mortalità e a un’aumentata diversità microbiotica;
  • è stata riconfermata la dieta mediterranea grazie al suo bilanciamento che consente un buon quadro lipidico unitamente a un buon controllo della pressione;
  • è stata evidenziato il beneficio derivante dall’assenza di carni rosse nella dieta vegetariana che riduce il rischio cardiovascolare.

La dieta chetogenica per diabete tipo 2 e obesità

Il professor Spera ha enfatizzato inoltre i risultati ottenuti con l’adozione di un regime dietetico di tipo chetogenico che interferisce in modo significativo sulla composizione del microbiota e, proprio con la dieta, con il monitoraggio e la gestione di numerose patologie, soprattutto nell’area metabolica come il diabete e l’obesità. La valutazione del microbioma intestinale, ha sottolineato l’esperto, dovrebbe entrare a far parte di un protocollo che utilizza l’induzione della chetosi per il trattamento del diabete tipo 2 e dell’obesità ed essere proposta come un esempio di terapia nutrizionale personalizzata, soprattutto per la fase più critica del trattamento, che consiste nel mantenimento di risultati nel lungo periodo.

Il microbiota per la salute della donna

La ricerca sul microbiota intestinale e vaginale e la sua relazione con la salute delle donne ha di recente riscosso grande interesse. Difatti modula le infezioni, la fertilità, i risultati della gravidanza. Alessandra Graziottin dell’Università di Verona lo ha per questo descritto come “regista segreto” della salute della donna, affermando che: «in ambito uroginecologico e ostestrico è in prima linea nella fisiopatologia delle infezioni uroginecologiche ricorrenti, nella regia della fertilità, nella modulazione della salute di mamma e bambino in gravidanza, nel dolore pelvico cronico e persino in ambito oncologico».

Le “disbiosi”, ovvero le alterazioni del microbiota, modulano l’infiammazione delle mucose e la patogenesi dell’HIV e dell’HPV; il microbiota può influenzare la fertilità femminile prima e durante i trattamenti di riproduzione assistita. Inoltre, da un’indagine italiana condotta su 1.183 donne affette da vulvodinia, è emerso che il 94,7% di esse presentava anche comorbidità intestinali, come la sindrome del colon irritabile e la costipazione. La disbiosi intestinale può influenzare l’integrità della frontiera dinamica del colon e contribuire alla disbiosi vulvo-vaginale, alle vaginiti da candida ricorrenti e al dolore vulvare. Una disbiosi intestinale persistente sembra inoltre contribuire alla carcinogenesi nel cancro ovarico.

La dottoressa Graziottin, ha concluso, quindi, che le nuove tecniche di metagenomica del microbiota contribuiranno a comprendere meglio il ruolo dei batteri, dei virus e di altri agenti microbici come determinanti delle malattie femminili, andando verso un approccio più personalizzato, basato proprio sullo studio del microbiota individuale.

Microbiota e tumore della mammella

Di particolare interesse, sempre nell’ambito della salute della donna, la relazione del professore di Oncologia dell’Università degli Studi di Trieste, Daniele Generali, intervenuto su composizione del microbiota fecale e tumore della mammella metastatico, il quale ha sostenuto: «è di crescente interesse il valore predittivo della composizione del microbiota intestinale nel condizionare la risposta alla terapia, soprattutto l’immunoterapia, di alcuni tumori. Stiamo cercando di capire come il microbiota intestinale possa condizionare l’efficacia del trattamento del tumore della mammella metastatico con farmaci molto attivi, gli inibitori CDK4/6, oggi usati in prima linea nella cura delle pazienti».