La rilevanza strategica della ricerca su microbiota e microbioma è oggetto d’interesse del Programma nazionale per la ricerca (Pnr) 2021-27, le cui linee guida sono mirate alla promozione della salute e di uno stile di vita sano e sostenibile, lo stop al declino della biodiversità e l’efficientamento della produzione alimentare.

È quanto comunica l’associazione d’imprese Integratori & Salute, che ha “da sempre riconosciuto l’importante ruolo svolto dal microbiota, inteso come l’insieme di microrganismi che popolano e colonizzano un determinato ecosistema, nella modulazione della salute dell’intero organismo”.

L’ambito di ricerca più promettente

Fabio Pace, direttore Uoc Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva che da anni collabora con Integratori&Salute, fa il punto sui risultati delle ricerche condotte finora sul microbiota e illustra come la scienza intende rispondere alle numerose sfide presenti e future. «I probiotici sono da intendersi quali microrganismi vivi e vitali che somministrati in dosi adeguate, più di un miliardo, consentono di ottenere risultati benefici nell’ospite che li assume» spiega.

Gli studi sul microbiota, resi oggi meno costosi e veloci dalle recenti tecniche omiche, ovvero di caratterizzazione molecolare, hanno riproposto i probiotici come un settore in cui investire risorse per l’avanzamento delle conoscenze relativamente al rapporto fra salute e batteri.

«L’ambito di ricerca più promettente – precisa Pace – riguarda l’ampliamento del numero di probiotici attualmente in uso, derivanti dalla categoria batterica dei lattobacilli, dei bifidobatteri e dal settore dei lieviti, e l’utilizzo di prodotti completamente nuovi. Uno di questi prodotti nuovi potrebbe essere Faecalibacterium prausnitzii, che è considerato un batterio dalle doti antinfiammatorie interessantissime e la cui carenza è stata notata in molte patologie organiche. Per rendere questo batterio un probiotico, la ricerca ha lavorato negli ultimi tre anni proprio in questa direzione».

Le nuove frontiere della ricerca sul microbiota

Si parla spesso di “rivoluzione del microbiota”, intesa come lo studio approfondito delle comunità microbiche presenti su tutte le superfici mucose, in primis il tratto gastrointestinale. Il punto di partenza di questa svolta è stata la possibilità di determinare geneticamente quali sono i batteri che popolano l’intestino e gli altri organi.

«La vera rivoluzione è iniziata quando si è passati dai metodi colturali alla determinazione genetica, attraverso sistemi di sequenziamento del cosiddetto meta-genoma, cioè il genoma del microrganismo presente nel nostro corpo, il microbiota – sottolinea il professore – Le ricerche più interessanti scaturiranno, a mio parere, dalla combinazione di varie omiche, cioè le tecniche che possono consentire di definire quali batteri, virus o altri costituenti sono presenti all’interno del nostro organismo e la loro funzione. Molti studi, in effetti, sono già avviati non soltanto nel riconoscere un’alterazione nella cosiddetta microbial signature, ovvero nella traccia microbica presente in una determinata malattia, ma nel comprendere quale è la conseguenza di questa alterazione».

Obiettivi perseguiti da tutti gli attori coinvolti

Entro il 2027 il Pnr si ripromette di raggiungere: +10% di miglioramento della prevenzione di malattie associabili a un’alterazione del microbioma/microbiota; + 15% di efficienza dei sistemi produttivi alimentari; -30% di pesticidi e antibiotici nella produzione primaria vegetale e animale sfruttando le interazioni positive tra microbioma-pianta e microbioma-animale.

«Sono obiettivi ambiziosi, ma la ricerca sta facendo passi da gigante su questo fronte – commenta Germano Scarpa, presidente Integratori&Salute – Solo vent’anni fa si iniziava a prendere in considerazione l’idea che alcuni batteri, ingeriti soli o all’interno di alimenti, potevano apportare benefici all’organismo. Tutto ciò ha portato oggi a riconsiderare il microbiota come un vero e proprio nuovo organo di fondamentale importanza. Introdurre nella dieta quotidiana cibi funzionali è necessario per garantire un microbiota in salute. Questo rappresenta uno dei principali driver per cui oggi in Europa il nostro settore investe milioni di euro e l’Italia è uno dei Paesi dove le imprese investono di più» conclude.

Bibliografia

  • Morelli, L. Integratori con probiotici, 2019 in: review scientifica sull’integrazione alimentare: evidenze della ricerca scientifica e nuove frontiere di sviluppo.
  • http://srv00.area.ba.cnr.it/pipermail/ric-ispa.ispa.cnr.it/attachments/20210205/ce854b1a/attachment-0001.pdf
  • https://www.mur.gov.it/sites/default/files/2021-08/6.AllegatoEsteso_Agroalimentare.pdf