Solo un prodotto su tre contiene gli ingredienti dichiarati in etichetta
Vitaminici, minerali, probiotici, sostegni naturali per sonno, umore, circolazione e sistema immunitario.
L’offerta legata al cosiddetto mondo dell’integrazione alimentare in altri casi rubricato sinteticamente come “terapia naturale” è davvero molto variegato probabilmente anche a causa della sua continua e inarrestabile crescita. Facendo una media delle ultime stime, il giro d’affari degli integratori solo in Italia, nel 2017 avrebbe abbondantemente superato la cifra capogiro dei 3 miliardi di euro e le previsioni, come anticipato, parlano di un’ulteriore impennata.
Ma i prodotti in commercio sono tutti uguali e soprattutto, dando per scontata la risposta negativa al quesito, quanto e cosa differenzia un prodotto rispetto a un altro?
Quanto sono informati i consumatori?
A questi interrogativi ha cercato di rispondere uno studio comparato su 18 diverse tinture madri di aziende italiane attualmente in commercio di Cardo Mariano, pianta officinale diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo nota per le sue funzioni depurative.
La droga del Cardo Mariano è rappresentata dal frutto maturo del Silybum Marianum privato dei pappi. Contiene non meno dell’1% di silimarina, calcolata come silibina rispetto alla droga essiccata e quella in polvere che se ne deriva è di colore giallo-marrone. Il fitocomplesso di silimarina è usato per il trattamento di epatite acuta e cronica indotta da alcol, farmaci, tossine o fegato grasso (steatosi), trattamento dei disturbi dispeptici e di calcoli biliari. Ha anche proprietà emostatiche (sanguinamento uterino), ipertensorie, colagoghe, digestive antiallergiche, toniche e venose, decongestionanti sul sistema venoso portale, regolatori del sistema neurovegetativo. La pianta contiene oltre ai flavonolignani, i tannini, l’istamina, la tiramina e i flavonoidi. I principali componenti del complesso silimarina sono i quattro isomeri silibina e isosilibina (una miscela 1:1 di diasteroisomeri), silicristina e silidianina. Altri flavonolignani identificati sono la 2,3-deidrosilibina e la 2,3-deidrosilicristina. La taxifolina, un 2,3-diidroflavonolo che può essere considerato l’analogo flavonolico dei composti tipo silimarina, è un altro marcatore principale per il Fructus Sylibi Mariae (3,4, 6-8, 19 20).
Lo studio è stato condotto su test e verifiche per una durata complessiva di 8 mesi (maggio/dicembre 2018) da un biologa e da una farmacista nell’ambito di uno stage successivo a un corso di approfondimento in Fitoterapia e Biocosmesi, coadiuvate da biologi esperti in fitoterapia e tecniche di controllo di qualità su integratori ed estratti erboristici.
Obiettivo dell’analisi, la valutazione del grado di variabilità del principio attivo di Cardo Mariano all’interno di 18 tinture madri oggetto dello studio.
Materiali e metodi
Le 18 tinture madri sono state acquistate on-line, in farmacia, parafarmacia ed erboristeria e scelte casualmente tra prodotti con diversi rapporti di estrazione di Cardo Mariano, escludendo integratori contenenti piante diverse da quella oggetto della ricerca.
È utile ricordare a tal proposito per i meno addentrati in campo erboristico, che le tinture madri sono preparazioni liquide ottenute da materie prime vegetali. Si ottengono attraverso la macerazione e per percolazione o per mezzo di altri procedimenti convalidati, utilizzando alcol ad appropriata concentrazione. Le tinture sono generalmente ricavate usando una parte di droga e dieci parti di solvente di estrazione o una parte di droga e cinque di solvente di estrazione.
Le tinture madri sono generalmente limpide, ma se lasciate a riposo possono formare un leggero deposito che non ne compromette efficacia e qualità, a condizione che la composizione non risulti alterata in maniera significativa.
Per ciascuna tintura sono stati analizzati i seguenti parametri:
- veridicità del grado alcolico dichiarato in etichetta;
- Ph (tramite piaccametro Hanna instrumentents);
- residuo secco;
- concentrazione totale del fitocomplesso di Silimarina e dei singoli componenti (HPLC e HPTLC): Silycristina Silydianina, Sylibina 1, Sylibina 2, Isosilibina 1, Isosilibina 2.
Vediamo ora questi punti singolarmente.
- Gradazione alcolica – Per misurare il grado alcolico di ciascun campione e confermare o meno quanto dichiarato in etichetta è stato utilizzato un ebulliometro elettronico dell’azienda Laboratoire Dujardin-Salleron strumento che rileva la misura della temperatura di ebollizione che varia a seconda della pressione e del quantitativo di alcool presente nel campione (Metodo utilizzato: Notice Ebulliometer-Version 2009-Réf. 160350T/160350D pag. 13).
- Ph – Per la rilevazione del pH abbiamo utilizzato un piaccametro (Hanna Instruments), un apparecchio elettronico costituito da una sonda (un elettrodo a vetro) che misura la differenza di potenziale elettrico su due lati di una sottile membrana disposta all’estremità dell’elettrodo, tale differenza è legata alla differenza tra le concentrazioni degli ioni idrogeno all’interno e all’esterno della membrana. La sonda è collegata a un dispositivo elettronico che raccoglie il segnale della sonda e calcola il valore di pH.
- Residuo secco – Sono stati prelevati 10 ml di prodotto, posti su una capsula di ceramica a fondo piatto e fatti evaporare a 70° su piastra. Successivamente i campioni sono stati posti a essiccare in stufa a 180° per un’ora (ISS IRSA- B005 Metodi di analisi per le acque 1982).
• Concentrazione del fitocomplesso di Silimarina.
HPLC – Il sistema HPLC utilizzato è un Varian Prostar con detector DAD (Diode Array Detectors. Introduzione pratica alla cromatografia in fase liquida – R.W. yost, L.S. Ettre, R. D. Conlon, II Ediz. Pagg. 164-165). La colonna cromatografica utilizzata è una Phenomenex Luna 5 micron C18 (2) 150 x 4,6 m. L’eluizione è stata condotta in modalità gradiente utilizzando come eluenti acqua e metanolo a concentrazioni 70/30 all’inizio della corsa cromatografica e 30/70 alla fine con velocità di flusso di 1 ml al minuto. Il detector è stato impostato a 288 nm, lunghezza d’onda alla quale lo standard di sylimarina presenta il suo massimo di assorbimento. Sono stati iniettati 10 microlitri di uno standard di sylimarina (Sigma, Lotto BCBT9170) partendo da una soluzione madre a concentrazione di 1 mg / ml di sylimarina in etanolo e 10 microlitri di ciascun campione. Sono state eseguite tre repliche per ogni campione.
HPTLC – Sono stati depositati con un depositore manuale Camag, su una lastra di vetro (MERCK Silica gel 60F254) dallo spessore di 1 mm di gel di silice, 15 μl di campione. La fase mobile è stata posta sul fondo di una vasca cromatografica a fondo piatto dotata di un coperchio che assicura una chiusura ermetica. Nel nostro caso, per separare opportunamente i componenti chimici della droga, abbiamo utilizzato come fase mobile: cloroformio/etilacetato/ac. formico rispettivamente in rapporto 5/4/1 Per l’osservazione del cromatogramma è stata utilizzata una miscela di vanillina allo 0.5% in soluzione etanolica all’80% e acido solforico (A Simpliflied but Effective Method for the Quality Control of Medicinal Plant by Planar Chromatography. JN. Eloff, DT Ntloedibe, R. van Brummelen. African Journal of traditional Complementary and Alternative Medicines: AJTCAM Published online 2011 Jule 3) e luce ultravioletta a 366 nm e 254 nm (lampada CAMAG) (Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana, X Ed. Pagg. 13-14).
L’Analisi
Grado Alcolico, Ph e residuo secco
L’analisi è partita dall’individuazione tra le 18 tinture madri di un prodotto “standard di riferimento”: è stato scelto quello prodotto da un’azienda farmaceutica che segue le procedure produttive della Farmacopea francese.
Il primo dato emerso inequivocabilmente è una discrepanza tra quanto dichiarato in etichetta e quanto rilevato durante l’analisi (Tabella 01).
Per quanto riguarda il grado alcolico, per due delle 18 tinture non è stato possibile misurarlo poiché l’estrazione era in glicerolo, mentre per le altre 16 tinture è stato possibile farlo attraverso tre misurazioni ciascuna con il successivo calcolo della media.
Dalle misurazioni effettuate è emerso che solo 3 aziende avevano lo stesso grado alcolico dichiarato in etichetta, mentre 5 avevano un valore di +/– 3 gradi rispetto al grado alcolico dichiarato.
Le altre hanno un grado alcolico fuori range legale in riferimento al Regolamento UE n. 1169/2011, come meglio argomentato nelle conclusioni.
La misurazione del Ph è servita come dato per il completamento del confronto.
Il risultato del residuo secco è in funzione al rapporto di estrazione, ai solventi utilizzati e ai diversi metodi di estrazione.
A seguito dell’esame completo delle 18 tinture è emerso quindi che:
– due aziende, la 11 e la 14 (rif. Tabella 01) utilizzano glicerolo come solvente di estrazione (però si evince dai risultati che il glicerolo non è un solvente ottimale per l’estrazione);
– le aziende 11, 10 e 5 (rif. Tabella 01), tre aziende su 18, utilizzano invece il metodo spagyrico che prevede l’aggiunta di sali e ceneri derivate dalla pianta;
– l’azienda 5 (rif. Tabella 01) inoltre utilizza come solvente di estrazione il succo d’uva;
– l’azienda 2 (rif. Tabella 01) aggiunge invece alle sue tinture estratto secco liofilizzato (procedura ammessa dalla F.U.).
Tabella 01
HPTLC
Dall’analisi visiva sotto lampada UV a 366 nm e 254 nm delle lastre non trattate con coloranti e successivamente trattate (come da foto) si nota la presenza o meno delle bande e la differente intensità di colorazione delle stesse.
Nelle foto 1, 2, 3, 4 sono visibili i cromatogrammi ottenuti da deposizione di 15 microlitri di campione di:
1. St. Cumarina (1 mg/ml)
2. St. Silymarina (1 mg/ml)
3. Azienda 10 (rapporto di estrazione tintura 1:5)
4. Azienda 4 (rapporto di estrazione tintura 1:5)
5. Azienda 5 (rapporto di estrazione tintura 1:5)
6. Azienda 8 (rapporto di estrazione tintura 1:3)
7. Azienda 16 (rapporto di estrazione tintura 1:6)
8. Azienda 6 (rapporto di estrazione tintura 1:5)
Nelle foto 5, 6, 7, 8 sono visibili i cromatogrammi ottenuti da deposizione di 15 micro litri di campioni di:
1. St. Cumarina (1 mg/ml)
2. St. Silymarina (1 mg/ml)
3. Azienda 13 (rapporto di estrazione tintura 1:10)
4. Azienda 18 (rapporto di estrazione tintura 1:10)
5. Azienda 17 (rapporto di estrazione tintura 1:10)
6. Azienda 1 (rapporto di estrazione tintura 1:10)
7. Azienda 15 (rapporto di estrazione tintura 1:10)
8. Azienda 14 (deposizione di 5 microlitri – estrazione in glicerolo)
9. Azienda 11 (deposizione di 5 microlitri – estrazione in glicerolo)
HPLC
L’analisi delle aree ottenute con l’HPLC (grafico) conferma quanto già visto con l’HPTLC. Si è potuto calcolare quantitativamente anche la concentrazione delle singole molecole del fitocomplesso, come riportato nella tabella seguente.
Tabella 02
Nelle tinture con estrazione 1:5 ci si sarebbe aspettata una concentrazione doppia di silimarina totale rispetto alle tinture con estrazione 1:10 come da gold standard. Questo non sempre si è verificato, in quanto c’è una grande discrepanza di valori tra le diverse aziende. La concentrazione di silimarina nell’azienda 2 risulta essere maggiore rispetto alle altre aziende, probabilmente per la presenza di aggiunta di estratto secco nella tintura, cosa peraltro ammessa dalla F.U.
Grafico 1 – Confronto attraverso l’HPLC tra 4 tinture con estrazione 1:5 e lo standard di silimarina.
Conclusioni
Dalle misure effettuate è emerso che solo 3 aziende su 18 riportano lo stesso grado alcolico dichiarato in etichetta, mentre 5 presentano un valore di +/– 3 gradi rispetto al grado dichiarato di alcool.
Il grado alcolico per 10 aziende è risultato fuori range legale in riferimento al Regolamento (UE) n.1169/2011 ALLEGATO XII TITOLO ALCOLOMETRICO (93)Tale differenza probabilmente è imputabile a diverse variabili come: lo strumento utilizzato per il controllo, la temperatura e l’ambiente circostante, le eventuali diluizioni, le verifiche prima dell’imbottigliamento, i tempi di giacenza del prodotto in magazzino e la proprietà intrinseca di evaporazione dell’alcool.
La determinazione quali- e quantitativa dei composti di un estratto consente quindi di identificare la droga e di smascherare eventuali frodi e determinare il valore commerciale.
Dall’analisi dei risultati è emerso che sul mercato esiste dunque una varietà di integratori di cardo mariano con una diversa concentrazione di fitocomplesso di silimarina che influenza l’efficacia del prodotto.
Per proteggere il consumatore, di conseguenza, sarebbe opportuno per le aziende produttrici di integratori alimentari a base di erbe, effettuare analisi quantitative e controlli qualitativi sui prodotti in entrata (materie prime) e sui prodotti trasformati, oltre a un maggiore controllo anche da parte delle autorità competenti (EFSA, Ministero della Salute, ASL di competenza).
Da considerare, come ulteriore elemento di garanzia per il consumatore, l’esistenza di laboratori erboristici che pur non essendo propriamente laboratori farmaceutici, (ma aziende alimentari) si rifanno agli standard e ai processi di controllo e qualità del settore farmaceutico stesso. Si veda il caso dell’azienda 10.
Dai risultati delle analisi effettuate si può concludere che sul mercato esiste attualmente una varietà di tinture di cardo mariano molto diverse tra loro.
Molto probabilmente ciò è riconducibile alla qualità delle materie prime in entrata considerando che il settore agricolo è soggetto a una serie di variabili di cui tener conto, come il processo di coltivazione, la raccolta, l’essiccamento, la modalità di conservazione, il trasporto, la lavorazione, la scelta del taglio della droga.
Bisogna tenere conto anche della lavorazione della materia prima in azienda e quindi del metodo di estrazione, del rapporto di estrazione e delle diluizioni. La maggior parte delle aziende analizzate ha utilizzato una produzione da estratti, altre invece hanno utilizzato una produzione per macerazione che consiste nel ridurre le materie da estrarre in pezzi di grandezza appropriata, mescolare uniformemente con il solvente di estrazione prescritto e lasciare a riposo in un recipiente chiuso per un tempo appropriato. Il residuo viene separato dal solvente di estrazione e pressato e i due liquidi vengono riuniti (Farmacopea ufficiale della Repubblica Italiana, X edizione pagg. 2075-2076). Altre aziende ancora hanno utilizzato il metodo spagyrico, attraverso il quale i prodotti sono ottenuti tramite processi di estrazione circolativa integrale, che prevede la macerazione delle piante all’interno di un sistema chiuso in cui la temperatura di estrazione non supera i 35-40 °C e in cui un sistema di pompe crea il vuoto. Questo permette l’estrazione di principi attivi solubili e volatili.
Il passo successivo è l’estrazione della componente minerale delle piante contenuta nelle ceneri che vengono ottenute per calcinazione di ciò che resta dopo l’estrazione.
È ipotizzabile che le aziende per le quali il grado alcolico verificato è risultato uguale a quello dichiarato, eseguano controlli sul prodotto finito. Per l’azienda 2, invece, si è notata una forte discrepanza tra il grado alcolico dichiarato e quello verificato, probabilmente dovuto a controlli non adeguati o problemi tecnici interni all’azienda.
Per la valutazione del residuo secco si è visto che le aziende che hanno utilizzato un metodo spagiryco per l’estrazione e l’azienda che ha aggiunto estratto secco liofilizzato rientrano in un valore compreso tra il 2,5 e il 3,64%, mentre per tutte la altre aziende analizzate il valore del residuo secco è compreso tra 0,007 e 1,03%. Questo vuol dire che un certo metodo di produzione delle tinture è in grado di dare un prodotto finito qualitativamente superiore rispetto ad altri. Avere un elevato residuo secco per una tintura è un indice del rapporto di estrazione utilizzato per la produzione della tintura stessa. Valori più bassi potrebbero voler significare che il prodotto è stato diluito o non è stato ottenuto rispettando gli standard produttivi.
L’Hptlc ha fornito un’analisi semi-quantitativa perché l’intensità delle bande è direttamente proporzionale al contenuto di attivi, e qualitativa della presenza del fitocomplesso di silimarina nelle singole tinture madri. Nello specifico, nelle tinture delle aziende 4, 8 e 16 le bande sono scarsamente rilevabili a differenza di altre tinture in cui le bande sono molto ben rappresentate (aziende 11 e 14). Anche nel caso dell’analisi cromatografica Hptlc, come per il residuo secco e per l’Hplc, i risultati evidenziano quanto siano efficaci alcuni metodi estrattivi rispetto ad altri.
Tutto questo incide sull’efficacia terapeutica del prodotto e sulla sicurezza del consumatore che devono essere obiettivi essenziali di ogni azienda di questo settore.
Dott.ssa Maria Teresa Marinelli
Dott.ssa Raffaella Giorgio
Tutor ricerca: Dott. Joseph Cannillo e Dott. Antonio Salerno
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO
1. Bibliografia OMS Monografia di piante medicinali Vol. 2.
2. Farmacopea ufficiale della repubblica italiana X edizione pag 2075-2076.
3. Notice Ebulliometer – Version 2009- Réf. 160350T/160350D pag. 13.
4. ISS IRSA- B005 Metodi di analisi per le acque 1982.
5. Diode Array Detectors. Introduzione pratica alla cromatografia in fase liquida R.W.Yost, L. S. Ettre, R. D. Conlon, II ed. pagg. 164-16).
6. A Simpliflied but Eftective Method for the Quality Control of Medicinal Plant by Planar Chromatography. JN. Eloff, DT Ntloedibe, R. van Brummelen African Journal of traditional Complementary and Alternative Medicines: AJTCAM Published online 2011 Jule 3.
7. Farmacopea Ufficiale della Repubblica italiana X Ed. Pagg. 13-14.
8. Regolamento (UE) n.1169/2011.