Il ginseng rosso sembra favorire la riduzione del dolore viscerale nella sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e delle manifestazioni simil-ansioso associate, diminuendo lo stato infiammatorio, ritenuto alla base della patologia, e stimolando la proliferazione di alcuni ceppi batterici intestinali “buoni”. Sono le conclusioni preliminari emerse da uno studio in vivo della Gachon University di Incheon, in Corea, pubblicato su Journal of Ginseng Research, suggerendo la possibile capacità del RG di ristabilire l’equilibrio dell’asse intestino cervello, invece alterato in caso di IBS.

Lo stato dell’arte

Ad oggi ancora diversi meccanismi alla base dell’IBS non sono del tutto noti, a partire dall’eziopatologia, complessa e multifattoriale, che sembrerebbe ricondursi in parte anche a un disequilibrio dell’asse intestino-cervello, né sono stati identificati marcatori predittivi specifici, né una terapia risolutiva. Oggi infatti la problematica viene trattata con un cocktail di farmaci sintomatici: antidiarroici, lassativi, analgesici, antinfiammatori e antidepressivi. Da qui la necessità di trovare una nuova opzione al trattamento dell’IBS. Obiettivo, questo, di uno studio coreano che ha valutato in ricerche di laboratorio i potenziali possibili effetti del ginseng rosso (RG) sulla gestione e miglioramento dei sintomi e andamento della patologia.

Lo studio

I ricercatori coreani hanno avviato una sperimentazione su modelli murini nei quali era stata indotto l’IBS con zymosan (30 mg/ml), successivamente trattati con RG in diverse dosi (30, 100 o 300 mg/kg) con l’obiettivo di valutare e confrontare la sintomatologia gastrointestinale e comportamentale fra questi e esemplari murini invece trattati con i classici farmaci (amitriptilina, sulfasalazina) o con controlli sani (naïve). I risultati si sono dimostrati, tutti, a favore del gruppo trattato con la radice in termine di riduzione dei sintomi e dell’infiammazione e miglioramento della composizione del microbiota. Nello specifico, è stato possibile osservare dopo 10 giorni un peso corporeo simile al termine dello studio in tutti gli esemplari, tuttavia il gruppo con solo zymosan ha registrato una diminuzione significativa al giorno 4, andamento invertito dalla somministrazione di RG senza un incremento dell’introito di cibo.

In termini di fisiologia intestinale si è registrato nel gruppo con zymosan un accorciamento del colon distale con un aumento del peso del colon rispetto ai controlli non trattati, indicativo dello sviluppo di colite; sintomi diarroici più moderati; maggiore infiammazione suggerita da un incremento di infiltrato e spessore epiteliale. Tuttavia, la somministrazione di RG in questo gruppi di esemplari con zymosan ha impattato positivamente su tutti i fattori: ha favorito il riallungamento e il ritorno a norma del peso del colon; ha migliorato gli episodi diarroici e, infine, RG somministrato a dosi 30 e 100 mg/kg, ha ridotto infiammazione e spessore epiteliale con effetti simili a sulfasalazina, farmaco antinfiammatorio.

In termini di sintomatologia e di parametri diagnostici, si è registrato un dolore addominale significativamente più importante nel gruppo con solo zymosan. Mentre nel gruppo con zymosan il comportamento è stato meno esplorativo indicando una maggior ansia, soprattutto rispetto ai controlli sani; un aumento di citochine infiammatorie (IL-1β e TNF-α) rispetto ai controlli sani. Tuttavia sono stati benefici gli effetti derivanti dalla somministrazione del RG che ha prodotto:

  • un miglioramento della sintomatologia indipendentemente dalla dose;
  • una riduzione del comportamento ansioso-esplorativo, rientrando nei parametri normali, mostrando dunque un’efficacia simile all’antidepressivo amitriptilina;
  • una diminuzione delle citochine con RG alla dose intermedia (100 mg/kg).

Inoltre, nel corso degli esperimenti si è notato che l’iperattività della corteccia prefrontale monitorata in base ai livelli della proteina C-fos, giunta a livelli massimi nel gruppo zymosan, ha subito un decremento significativo dopo la somministrazione di RG-100. Miglioramenti con la stessa dose di somministrazione si sono registrati anche nei livelli di corticosteroidi plasmatici, marcatori di infiammazione.

In termine di composizione del microbiota, si è osservata nel gruppo zymosan una alterazione del rapporto tra Firmicutes e Bacteroidetes (19,16/77,02 nei controlli sani vs 21,49/74,83), e una diminuzione a livello di specie anche per Parabacteroides goldsteinii. Tuttavia, a livello di specie, la somministrazione di RG-100 ha favorito l’aumento della produzione di batteri buoni, nello specifico di Lactobacillus johnsonii e Lactobacillus reuteri

In conclusione, il ginseng rosso sembra dimostrare, in studi di laboratorio preliminari, attività antinfiammatoria e miglioramento delle funzionalità cerebrali e dello stress. Se ulteriori studi dovessero confermarne potenzialità e efficacia, l’RG potrebbe qualificarsi come opzione nel trattamento dell’IBS.

Fonte:

  • Yu S, Chun E, Ji Y et al. “Effects of red ginseng on gut, microbiota, and brain in a mouse model of post-infectious irritable bowel syndrome”. Journal of Ginseng Research, 2021, 45(6):706-16. https://doi.org/10.1016/j.jgr.2021.03.008