È peggiorata dall’emergenza Covid-19 e in un solo anno (ovvero rispetto al 2021) la qualità di vita degli italiani, in ambito privato e lavorativo, compreso la salute fisica e mentale.
È il percepito emerso dalla voce di 2 mila intervistati nell’ambito dello STADA Health Report, un ampio sondaggio online promosso dal Gruppo STADA, in collaborazione con InSites Consulting, condotto tra marzo e aprile di quest’anno su un campione di circa 30 mila persone provenienti da 15 Paesi (Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Kazakistan, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Spagna, Svizzera, Regno Unito e Italia), intenzionato a indagare il punto di vista dei cittadini su temi chiave legati alla salute.
A farne le spese maggiori lo stress, e quindi il burnout, il sonno, l’alimentazione. Mentre cresce la fiducia verso le figure professionali, specie sanitarie, farmacisti compresi.
Stress e burnout
Hanno subito un forte incremento con un balzo nell’ultimo anno del 10%, passando secondo le stime dal 49% al 59%. Una conseguenza che segue il nuovo tenore di vita e le restrizioni imposte, di cui ne hanno fatto le spese maggiori le donne: 7 su 10 dichiarano di aver vissuto un episodio di burnout contro il 48% degli uomini, con maggiore evidenza nelle fasce di popolazione più giovane, tra i 18 e i 34 anni (70%), rispetto agli over 55 (49%).
In parallelo al burnout, si elevano anche i livelli di stress, almeno per oltre la metà degli italiani (52%), ancora una volta con maggior carico per le donne: il 62% si sente maggiormente stressata, contro il 42% degli uomini. Un peso che riguarda tanto l’aspetto fiso che psico-emotivo, avvertito in media da 1 italiano su 5, specie a seguito di perdite o difficoltà finanziarie legate all’emergenza sanitaria (21%).
Dalla ‘crisi’ non è rimasta esente neppure la salute e lo stile di vita in genere, peggiorato in termine di qualità: il 36% degli intervistati ha rimandato o rinunciato a visite mediche, soprattutto nelle fascia di età tra 18 e i 34 anni (75%) per difficoltà economiche e/o per ridurre il rischio di contagio; il 25% non è riuscito a mantenere uno stile di vita sano, a partire dalla dieta poco bilanciata, o non facendo regolare attività fisica.
Salute mentale
Se da un lato gli italiani denunciano un peggioramento della salute mentale/psichica, dall’altro però dichiarano di essere aperti a parlarne con i professionisti: con psicologi o psichiatri (52%), con il medico di famiglia o il farmacista di fiducia (49%) o con il partner (35%). Un atteggiamento che si rileva soprattutto tra i più giovani.
Inoltre per migliorare la propria salute gli italiani stanno cercando di adottare alcune strategie mirate: una dieta sana per oltre 1 italiano su 2 (56%), migliorare la qualità e regolarità del sonno (36%), fare uso di integratori alimentari (35%), praticare attività fisica cardio (31%) od olistica, come yoga e pilates (27%).
Il sonno
È fra gli ambiti che maggiormente hanno risentito degli effetti della pandemia, soprattutto e ancora una volta fra le donne. Il 56% dichiara di riposare bene di contro il 63% degli uomini, complice alcuni fattori: aumento dell’ansia (42%), problematiche legate alla routine quotidiana (38%) e di carattere economico (25%). A questi aspetti privati si aggiungono preoccupazioni di carattere collettivo e sociale, come i cambiamenti climatici e il loro potenziale impatto sulla salute, il peggioramento della qualità delle risorse idriche, la maggiore vulnerabilità alle epidemie e nuove malattie emergenti.
Le figure professionali
Operatori sanitari, medici e farmacisti, restano un punto fermo e di riferimento per gli italiani in ambito di salute: ai primi posti si collocano in termini di fiducia e credibilità gli scienziati (64%), il personale ospedaliero e assistenziale (60%), i Medici di Medicina Generale (58%) e i farmacisti (51%).