La supplementazione con acido folico è ampiamente consigliata in pazienti con patologia renale perché in grado di prevenire patologie cardiache e ridurre, più in generale, la mortalità. L’acido folico è infatti importante per sintesi di DNA e RNA e per il metabolismo degli aminoacidi, inclusa l’omocisteina, i cui livelli devono essere tenuti sotto controllo perché possono costituire fonte di stress per il corpo. Perché si consiglia di integrare l’acido folico nei pazienti con patologia renale? La ragione è semplice: dialisi, malnutrizione, malassorbimento possono portare a forti carenze per questo composto.
Un recente studio (“Supplementation with Folic Acid and Cardiovascular Outcomes in End-Stage Kidney Disease: A Multi-Institution Cohort Study”) condotto dal Chang Gung Memorial Hospital e dalla Chang Gung University di Taoyuan, a Taiwan, si concentra sulla quantità di acido folico che conviene integrare in questi pazienti. Gli avanzamenti nelle scienze della nutrizione ottenuti nell’ultima decade permettono però di rivalutare dosi di acido folico ed eventi avversi associati alla sua implementazione.
Nel loro studio retrospettivo gli autori hanno quindi rivalutato i pazienti che tra il 2001 e il 2019 hanno iniziato la dialisi e, in contemporanea, hanno assunto acido folico: in tutto si parla di 3035 soggetti, 2081 con integrazione giornaliera di acido folico e i restanti 954 con integrazione settimanale, seguiti per un periodo di follow-up medio di 5,8 anni. In entrambi i gruppi, la dose assunta è di 5 mg.
Confrontando i due gruppi, si può notare che la diversa modalità di assunzione di acido folico non determina eventi avversi, tranne per il rischio di sviluppare trombosi che sembra essere maggiore nei pazienti con somministrazione settimanale.
Gli autori si sono concentrati anche sui valori ematici di emoglobina, potassio, ormone paratiroideo intatto (iPTH), albumina e proteina C-reattiva altamente sensibile (hsCRP). Anche in questo caso, è stato effettuato un confronto tra i due gruppi. L’unico fattore che sembra essere influenzato dalla modalità di assunzione settimanale dell’integratore è la proteina C-reattiva altamente sensibile, il cui valore ematico cresce significativamente rispetto alla baseline.
Dato che la hsCRP è marker per eventi infiammatori, oltre che per infarto, è importante riuscire a mantenerne costante il livello nel corpo. Sebbene le differenze delineate per i due gruppi di pazienti sono poche, gli autori suggeriscono che si proceda a somministrare 3 mg di acido folico al giorno ai soggetti con patologia renale cronica che richiede dialisi, così da fornire loro maggiore protezione contro le trombosi e infiammazioni.
Certo, gli stessi autori sottolineano i limiti del loro lavoro, in primis non avere modo di calcolare i livelli ematici di omocisteina e individuare, quindi, i soggetti con carenza di acido folico. Anche per questo, vengono suggeriti approfondimenti.
Fonte:
- Tu YR, Tu KH, Lee CC, Fan PC, Yen CL, Wu VC, Fang JT, Chen YC, Chu PH, Chang CH. Supplementation with Folic Acid and Cardiovascular Outcomes in End-Stage Kidney Disease: A Multi-Institution Cohort Study. Nutrients. 2022 Oct 7;14(19):4162.