A fare la differenza è l’aderenza. Quanto più ci si attiene a perseguire un regime alimentare di tipo mediterraneo, tanto migliori potrebbero essere gli outcome in precisi contesti di malattia, nello specifico Sclerosi Multipla, a favore della riduzione della severità della malattia.

Sono le evidenze di uno studio osservazionale pubblicato su Nutrients, condotto dall’Università di Pavia in collaborazione con l’Irccs Fondazione Mondino di Pavia, l’Università di Catania e la King Saud University di Riyad, Arabia Saudita.

Saranno necessari studi di approfondimento che superino alcuni limiti dello studio, ad esempio i piccoli numeri, e chiariscano il rapporto di causa-effetto tra dieta e malattie, ma i primi risultati sono da attenzionare.

Dieta e sclerosi multipla (SM)

Precedenti ricerche avevano già messo in luce potenziali benefici che potrebbero derivare da un “sapiente” stile alimentare, anche nella gestione e controllo della SM.

Tra questi uno del Mondino, anni addietro, già riscontrava un più alto rischio di malattia associato al maggior consumo di alimenti ultra-processati (UPFs). Forte di questo dato i ricercatori pavesi, proseguendo nell’intento, hanno voluto indagare l’impatto della Dieta mediterranea, notoriamente nota per il basso contenuto di UPFa e gli effetti positivi su malattie neurologiche e neurodegenerative su base infiammatoria, quindi anche la SM, sul controllo progressivo della stessa.

Fattore di grande attenzione di questo secondo nuovo studio è stata l’aderenza alla DM: i 106 pazienti arruolati, seguiti presso il Centro sclerosi multipla del Mondino stesso, sono stati inviati a non cambiare le proprie abitudini dietetiche, ma evidenziare la ricorrenza di assunzzione (una volta al giorno, a settimana o nel mese) di specifici cibi, ad esempio cereali integrali, frutta e verdura.

Gli obiettivi della richiesta erano plurimi: monitorare l’aderenza del paziente con SM alla DM, valutare l’azione potenziale di specifici cibi o della DM nel suo complesso. Ovvero comprendere l’eventuale impatto di questo regime alimentare sulla riduzione della severità e controllo della malattia.

I risultati

Vi sarebbe evidenza che l’aderenza alla DM possa contribuire a modificare, in meglio, il quadro clinico della malattia: la fidelizzazione alla DM, sembrerebbe infatti ridurre di circa sei volte le probabilità di sviluppare una forma di malattia severa rispetto ad altre tipologie di dieta, tanto più se lontani dal regime mediterraneo.

Ciò avvalorerebbe la tesi di un effetto complessivo della dieta e non di un singolo o specifico alimento o di un gruppo di alimenti sullo stato di malattia. In funzione di questi dati preliminari, i ricercatori intendono avviare ulteriori studi di approfondimento per valutare la relazione di causa-effetto: è la maggior aderenza al pattern dietetico mediterraneo a ridurre la gravità della SM o pazienti con forme di malattia meno grave tendono ad essere più ligi a buone abitudini alimentari?

Con questo obiettivo dovrà pertanto essere aumentato il campione di popolazione, differenziato anche per aree di provenienza, non solo lombarda. Pertanto al momento non è possibile trarre alcuna indicazione generalizzata sui risultati ottenuti a tutti i pazienti con SM.

Le prime azioni

Uno studio di intervento su dieta e sclerosi multipla, indagare in maniera più dettagliata i meccanismi d’azione ed eventuali effetti a lungo termine della DM anche su altri parametri della malattia, oltre la severità, considerare oltre alla DM, ma anche altri modelli alimentari. Sono le azioni su cui si orienteranno le prossime ricerche in materia.

Fonti

Guglielmetti M, Al-Qahtani W, Ferraris C et al. Adherence to Mediterranean Diet Is associated with Multiple Sclerosis severity. Nutrients, 2023, 15(18), 4009. Doi: https://doi.org/10.3390/nu15184009 

Guglielmetti M, Grosso G, Ferraris C et al. Ultra-processed foods consumption is associated with multiple sclerosis severity. Front Neurol, 2023, 14:1086720. Doi: 10.3389/fneur.2023.1086720.