L’obesità, che sta registrando un’incidenza crescente nel corso degli ultimi anni, è riconosciuta come un problema di salute pubblica. La larga diffusione nella popolazione, anche giovane, i costi socio-sanitari, l’impatto importante sulla qualità della vita e l’esposizione all’aumentato rischio di sviluppo di patologie associate, prime fra tutte ipertensione arteriosa, diabete mellito, apnee notturne e patologie cardiovascolari ne sono aspetti pregnanti.

In assenza di una terapia risolutiva mirata è interesse della scienza valutare differenti opzioni terapeutiche al suo contrasto. Destano attenzione, da recenti fonti etnofarmacologiche, le radici di Ononis spinosa L., con potenziali proprietà anti-adipogeniche, e di alcuni metaboliti secondari. Le evidenze, recentemente emerse, sono descritte in uno studio (Anti-adipogenic activity of maackiain and ononin is mediated via inhibition of PPARγ in human adipocytes”) apparso su Biomed Pharmacotherapy.

Lo studio

La radici di Ononis spinosa L. (OSR) e alcuni suoi metaboliti secondari, quali i principi attivi ononina (ONON) e maackiaina (MACK), sembrano in grado di ridurre l’accumulo di lipidi durante la differenziazione degli adipociti umani. È quanto emerge da studi in vitro condotti da un pool di ricercatori internazionali (bulgari, tedeschi e anche italiani dell’Università di Chieti), rendendo l’OSR potenzialmente utile nel trattamento dell’obesità e di alcune patologie secondarie.

All’estratto della radice si assocerebbero, dunque, proprietà ed effetti anti-adipogenici; in buona sostanza questo fitocomplesso, già noto e utilizzato per l’azione diuretica, sembrerebbe attestare anche un’efficacia nel favorire il dimagrimento.

Nello specifico i risultati di un’analisi RT-qPCR (real time PCR o quantitative PCR, abbreviato qPCR) mostrerebbero la sovraregolazione di AMPK (adenosina monofosfato (AMP)-attivata protein chinasi (AMPK), ovvero di un gruppo di proteine che modulano i processi metabolici attraverso la fosforilazione di alcune stesse proteine responsabili del metabolismo dei lipidi, dell’ossidazione degli acidi grassi, dell’assorbimento del glucosio, fungendo quindi da bersaglio per i composti anti-obesità.

In relazione ai metaboliti secondari, risultati preliminari evidenzierebbero la potenziale capacità di ONON di sovraregolare SIRT1 (sirtuina 1, gene responsabile della perdita di grasso), indipendentemente dall’attivazione di AMPK, di inibire PI3K (FosfoInositide-3-Kinasi), e diminuire i livelli di adiponectina, un ormone importante nel controllo del tessuto adiposo. Mentre MACK svolgerebbe un effetto inibitorio sulla lipogenesi con una azione anti-lipogenico attraverso la downregulation di SREBP1 e ACC, geni che regolano la sintesi di grassi, ostacolandone così l’accumulo.

La radice

L’OSR è una pianta perenne, ampiamente diffusa in Europa, il cui estratto ha un profilo fitochimico costituito da un’ampia gamma di metaboliti secondari, come isoflavoni, saponine, terpeni. Impiegata tradizionalmente nel trattamento dell’infiammazione delle vie urinarie e dei calcoli renali, per effetti lassativi e cicatrizzanti, l’OSR svolgerebbe diverse altre attività biologiche tra cui effetti antibatterici, antimicotici, inibizione della ialuronidasi-1 e una attività antinfiammatoria mirata alla 5-lipossigenasi e alla via di segnalazione del recettore Toll-like.

Oggi dati da nuovi studi di laboratorio, tra cui il presente, sembrerebbero associare la radice e i metaboliti secondari citati anche a un’azione anti-obesità, meritevole di ulteriori indagini. Resta un limite, le dosi commerciali non sono coerenti con l’effetto desiderato; queste dovrebbero essere almeno di 15 g di radice al giorno bollita in minimo un litro di acqua per qualche minuto e lasciata in infusione il tempo necessario per farla raffreddare. Da qui l’eventuale necessità di studiarne una formulazione in caso di conferma di efficacia terapeutica,

Fonte:

  • Mladenova SG, Savova MS, Marchev AS, Ferrante C, Orlando G, Wabitsch M, Georgiev MI. Anti-adipogenic activity of maackiain and ononin is mediated via inhibition of PPARγ in human adipocytes. Biomed Pharmacother. 2022 May;149:112908.