Migliorare la qualità del microbiota, quinti la composizione della microflora con il ricorso a specifici probiotici, per ridurre le pressioni indotte da stress, cattiva qualità del sonno e potenziare alcune facoltà cognitive. Ciò a fronte del legame bidirezionale che lega l’intestino al cervello e del ruolo agito dal microbiota sui neurotrasmettitori.

La prova di efficacia, preventiva e terapeutica, di probiotici selezionati arriva da uno studio italiano, in vitro e in vivo, coordinato dall’Università della Calabria, pubblicato su Neuropsychobiology.

La selezione è sempre necessaria 

E fa la “differenza”, almeno quando si parla di microbiota, di probiotici e della (rel)azione che i due, in sinergia, potrebbero esercitare nel migliorare il benessere psicologico, alleggerendo la pressione indotta dallo stress ad esempio.

È noto, infatti, che malesseri intestinali, la disbiosi, possono indurre l’insorgenza anche di problematiche psicologiche/mentali e viceversa che queste possono correlare a un peggioramento anche delle funzionalità intestinali. Dall’altro, è nota l’azione positiva dei probiotici sul benessere intestinale e sulla qualità del microbiota.

Dati di fatto che hanno indotto un gruppo di ricercatori italiani a indagare se e quali ceppi probiotici, possano agire in plurimi obiettivi: potenziare alcune funzioni cognitive, favorire la resistenza allo stress, migliorare qualità del sonno e del tono dell’umore.

I ricercatori sono giunti alla conclusione che sebbene i probiotici svolgano in generale una azione benefica, cinque ceppi sono sensibilmente superiori ad altre famiglie in termini di performace sugli end-point evidenziati, con effetti dimostrati da studi sperimentali e dalla pratica clinica.

I cinque ceppi migliori

I ricercatori sono partiti da uno studio in vivo con l’intento di dare risposta a una questione ancora aperta: quali probiotici sono maggiormente in grado di stimolare la produzione di neurotrasmettitori, tenuto conto dei diversi tipi di ceppi batterici che li compongono e di ulteriori variabili, quali la condizione dell’ospite e dei risultati di precedenti studi condotti, non sempre univoci o chiari?

Pertanto dopo attenta analisi dei ceppi che si erano già distinti per un impatto positivo sulle funzioni cognitive, i ricercatori ne hanno selezionati cinque: Limosilactobacillus reuteri PBS072, Limosilactobacillus fermentum PBS073, Bifidobacterium animalis subsp. lactis BL050, Bifidobacterium breve BB077, Bifidobacterium longum subsp. longum BLG240, 109 CFU/mL, i migliori per favorire il ben-essere psicologico.

Questi sono stati testati in studi in vitro potendo così osservare che l’azione esercitata non è uguale per tutti a livello di target e outome terapeutici. Ad esempio L. reuteri PBS072 e B. breve BB077 sarebbero in assoluto i più performanti nel migliorare alcune funzioni cognitive (memoria e attenzione), qualità del sonno e ansia, grazie all’aumentata produzione di serotonina a livello intestinale, un neurotrasmettitore essenziale nell’attività cerebrale e dell’umore.  

Bifidobacterium animalis subsp. lactis BL050, Bifidobacterium longum subsp. longum BLG240, 109 CFU/mL sarebbero attivi anch’essi sulla serotonina, sull’acido y-aminobutirrico (GABA) e sull’enzima demetilasi 1 specifica per lisina (LSD1).

Lo studio sperimentale

Le prime analisi in-vitro, sui neuroblasti, farebbero rilevare livelli di serotonina significativamente diminuiti dopo l’induzione dello stress con cortisolo, ciò indipendente dai probiotici.

Questi agirebbero in maniera specifica e selettiva su GABA dopo l’esposizione allo stress, ovvero sul cortisolo dimostrato dall’aumento di L. reuteri PBS072, B. breve BB077, B. lactis BL050 e B. longum BLG240, rispetto alla baseline, invece diminuito nel controllo positivo.

L. fermentum PBS073, L. reuteri PBS072, B. breve BB077 e B. lactis BL050 si sarebbero distinti per la capacità di modulare soprattutto LSD1, riportandola ai livelli pre-stress. Parziale effetto invece per B. longum BLG240. Inoltre, poiché il 90% della serotonina è prodotta a livello intestinale, i ricercatori dopo avere analizzato le linee cellulari cerebrali sono passati a quelle enteriche – Caco2- testando tre ceppi: L. reuteri PBS072, B. breve BB077, B. lactis BL050.

Si sarebbe osservata la capacità dei primi due di riportare i livelli di serotonina ai livelli pre-cortisolo, paragonabili al controllo negativo (attività basale in assenza di stress, con efficacia parziale invece per B. lactis BL050.

Lo studio clinico

Si è incentrato sui ceppi L. reuteri PBS072 e B. breve BB077, i migliori canditati in relazione agli outcome dimostrati in laboratorio, che sono stati testati in clinica su 27 studenti universitari (età media 18-25 anni) in periodo di esami, potenzialmente dunque sotto stress.

Gli studenti hanno ricevuto il complesso probiotico (2 × 109 CFU di L. reuteri PBS072 e 2 × 109 CFU B. breve BB077) per 28 giorni consecutivi: al termine del trattamento, secondo gli end-point previsti dallo studio, sono state valutate le performance di alcune funzionalità cognitive, quali memoria nel breve termine, problem-solving, attenzione, ansia, qualità del sonno e risposta allo stress attraverso test/questionari ad hoc ed esami clinici.

È stato osservato un miglioramento, attestato intorno a +28%, nei test di memoria a breve termine basato su parole comuni con una riduzione del 41% delle parole mancanti, con esiti simili anche in test di memorizzazione di nomi e cognomi.

In relazione al problem-solving, si è ridotta la latenza nella risposta del 21% al termine dello studio, in termini di attenzione si è registrato +12% di risposte corrette rispetto al baseline e in minor tempo, sebbene non significativo.

Positivo anche l’impatto sulla qualità del sonno misurato con una scala per la valutazione dell’insonnia e sulla riduzione stress, associato a un calo dei livelli di cortisolo fino al 33%.

In conclusione 

I probiotici contenenti L. reuteri PBS072 e B. breve BB077 sembrano agire efficacemente sul benessere psicologico e fisico, con effetti positivi in particolare sul sonno, in condizioni di stress.

Fonte

Nobile V, Giardina S, Puoci F. The Effect of a Probiotic Complex on the Gut-Brain Axis: A Translational Study. Neuropsychobiology, 2022, 81 (2):116–126. Doi: https://doi.org/10.1159/000518385