Anche prima della comparsa del SARS-CoV-2 le infezioni del tratto respiratorie erano responsabili ogni anno della morte di moltissime persone al mondo, tra cui anche molti bambini. Si tratta di infezioni come influenza, raffreddore e polmonite, causate tra gli altri da enterovisur, adenovirus e virus respiratorio sinciziale. Si stima che siano più di 200 i virus che possono determinare un’infezione delle vie respiratorie nell’uomo. Di questi, alcuni sono a RNA e altri a DNA, sebbene i primi siano causa di patologie più serie.

Negli ultimi 20 anni, inoltre, le patologie virali sono aumentate notevolmente. Tra i fattori di questo mutamento vi sono l’aumento di soggetti immunocompromessi, più facili a cadere preda dei virus, e la rapidità di mutazione dei questi agenti patogeni. Contano poi certamente i cambiamenti climatici e la sempre maggior facilità con cui le persone e le cose si muovono nel mondo. Come la maggior parte delle patologie, anche le infezioni virali delle vie respiratorie hanno dei costi annui: si stima, per esempio, che negli Stati Uniti questi ammontino a circa 40 miliardi di dollari l’anno.

Oltre a lavorare sul piano terapeutico, la ricerca sta cercando forme di prevenzione verso queste patologie. Tra le ipotesi in fase di lavorazione c’è anche l’uso di probiotici e prebiotici, che si sono già dimostrati efficaci nel migliorare notevolmente le capacità di risposta del sistema immunitario. La profonda connessione tra benessere della flora intestinale e l’azione di questo importante sistema umano è infatti oramai un’evidenza scientifica. Probiotici e prebiotici sono inoltre in grado di limitare la presenza di batteri patogeni a livello del tratto intestinale.

Flora intestinale e sistema immunitario

Partendo da questi presupposti un team giordano ha collaborato con ricercatori di Singapore, Hong Kong e Australia per realizzare un articolo che fotografasse lo stato dell’arte di quanto sappiamo ora rispetto al ruolo di questi prodotti sulla cura di patologie delle vie respiratorie, che è stato pubblicato sulla rivista npj Science of Food. Gli autori ricordano che la flora intestinale o commensale si forma entro l’anno di vita e contiene più di 1000 diverse specie batteriche, tutte amiche perché capaci di interagire con le cellule del tratto intestinale “lavorando” per l’uomo. Sono questi batteri, per esempio, che sintetizzano le vitamine e facilitano l’assorbimento dei sali minerali, ma trasformano anche la bile acida e gli steroidi e distruggono sostanze tossiche di varia natura. Inoltre, i batteri commensali modificano la permeabilità della mucosa intestinale a sostanze chimiche e non, come virus e batteri. Se questa comunità batterica si altera, ovviamente anche le funzioni di cui sopra vengono alterate.

Gli autori ricordano anche la relazione tra salute del tratto intestinale e affezioni delle vie respiratorie: ecco perché non dovrebbe stupire se alcuni studi hanno già individuato la correlazione positiva tra assunzione di probiotici o prebiotici nel ridurre le infezioni del tratto respiratorio e anche nel trattarle. Infine, lo studio parla anche di Covid-19: al momento non ci sono evidenze che una flora batterica intestinale in salute possa proteggere dall’infezione dovuta al SARS-CoV-2, ma sono in corso una serie di sperimentazioni. Quel che è certo è che questo virus emergente può colpire anche il tratto gastrointestinale e anche che un generale rinforzo del sistema immunitario passando dalla flora intestinale potrebbe avere un’azione preventiva. Gli autori ipotizzano che utilizzare probiotici e prebiotici prima, durante e dopo l’infezione Covid-19 abbia un suo razionale. Aspettiamo, dunque, gli esiti delle sperimentazioni in atto.

Fonte:

  • Olaimat, A.N., Aolymat, I., Al-Holy, M. et al. The potential application of probiotics and prebiotics for the prevention and treatment of COVID-19. npj Sci Food 4, 17 (2020). https://doi.org/10.1038/s41538-020-00078-9