Il paziente con diabete non è (in)formato nel gestire correttamente la propria patologia, a partire dal piano (terapeutico) alimentare, a detrimento anche del fattore motivazionale. Lo ha attestato una indagine del Centro di ricerca dell’Università Cattolica, campus di Cremona EngageMinds Hub, condotta nell’ambito del progetto “FooDia-Net: migliorare la food literacy e l’engagement dei pazienti con diabete”, finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) del Ministero della Salute.

Finalità dell’iniziativa, la creazione di una piattaforma educazionale per il paziente con Diabete Mellito di tipo 2 (DM2), una delle patologie croniche a più ampia diffusione nel mondo e stimata in crescita con oltre 400 milioni di casi a livello globale entro il 2030.

L’indagine

Ha coinvolto un consorzio di 5 Regioni e le rispettive Unità Operative impegnate nella gestione del paziente con diabete: Lombardia, Ats della Brianza e Asst Lecco; Lazio, Uoc Diabetologia e dietologia Asl 1 Roma; Toscana, Ars Toscana; Marche, Inrca Irccs; Regione Puglia, Uoc Diabetologia Aou Policlinico di Bari e AReSS Puglia, capofila del progetto, per un totale di 241 pazienti coinvolti, di cui la gran parte tra 41-60 e 61-80+ di entrambi i sessi, affetti da patologia. Questi sono stati interrogati con appositi questionari per valutare la conoscenza clinica e comportamentale della propria condizione clinica e stimare l’eventuale necessità all’avvio di un programma di training/tutoraggio per migliorarne le competenze e dunque anche l’aderenza alle cure.

Idati preliminari hanno messo in luce un quadro generale di scarsa alfabetizzazione verso il DM2: solo il 66% di pazienti ha strumenti e conoscenze per gestire correttamente la malattia, a fronte del 25% che rasenta un livello di informazione appena sufficiente e il 9% con conoscenze gravemente insufficienti. Nello specifico, meno di una persona con diabete su quattro (24%) è edotta sulle basi della sana alimentazione per il controllo glicemico; il 19% ha risposto correttamente a meno della metà dei quesiti e solo il 23% non ha quasi commesso errori. Dati che sono indice anche di una scarsa motivazione verso la malattia: il 30% del campione è risultato scarsamente coinvolto (disengaged) nella gestione della terapia e dello stile di vita, disinteresse che si traduce in una riduzione all’aderenza alle cure. Invece fondamentale per evitare le complicanze tipiche di questa patologia cronica o di qualsiasi altra malattia.

La piattaforma

L’indagine è stata propedeutica e da stimolo alla strutturazione di una piattaforma digitale per la valutazione dei livelli di food literacy e patient engagement attraverso un questionario di autovalutazione pre e post svolgimento degli esercizi e documenti educativi proposti, sviluppati grazie e una rete di diverse figure professionali, quali diabetologo, medico di medicina generale, psicologo, farmacista, podologo, pneumologo, oculista, neurologo, case manager, pediatra di famiglia o ospedaliero, cardiologo, nefrologo, infermiere, dietista, assistente sanitario, e di figure laiche come insegnanti, associazioni di cittadini/pazienti/familiari, in tema soprattutto di prevenzione del DM2 e delle sue complicanze. Inoltre il progetto ha permesso, attraverso il protocollo FooDia-Net, di mettere a punto e testare un modello operativo di task shifting, ovvero il trasferimento dei compiti, e più in generale delle competenze e delle responsabilità, innovativo in Italia, applicato all’educazione terapeutica e al counselling motivazionale del paziente.

I risultati preliminari

Sono positivi: attestano un miglioramento significativo nei livelli di literacy alimentare, pari a circa il 50%, come anche di engagement con una percentuale di circa il 24%. In funzione di tali dati si stanno strutturando progetti di consolidamento, ad esempio nei prossimi tre anni in Regione Lombardia si lavorerà a un’ulteriore implementazione della piattaforma a beneficio della promozione di un migliore coinvolgimento dei pazienti e dei cittadini lombardi nella prevenzione e negli stili di vita sani, specifici per questa condizione clinica.

«FooDia-Net – ha concluso la professoressa Guendalina Graffigna, direttrice del progetto – offre una istantanea del paziente con diabete in Italia, suggerendo che tanto ancora bisogna fare per aumentare la conoscenza dei pazienti sulla patologia e quindi la capacità di gestirla ed evitarne le complicanze».