Lo sport, esercitato in modo moderato, fa bene alla salute. Quando viene eseguito in madiera eccessiva potrebbe avere delle implicazioni su corpo e psiche.

È quanto attesta uno studio multicentrico, internazionale, coordinato dall’Università di Trento, pubblicato su Frontiers in Psychiatry.

Il campione

È vasto: 3.161 adulti, di cui 65% donne, di età media 35,05 anni, e di diversa provenienza europea e extraeuropea: Italia (41,1%), Spagna (15,7%), Regno Unito (12,0%), Lituania (11,6%), Portogallo (10,5%), Giappone (5,5%) e Ungheria (3,5%).

Tutti atleti praticanti, invitati a rispondere, con appositi questionari online internazionalmente accettati, basati sull’Exercise Addiction Inventory (EAI), l’Appearance Anxiety Inventory (AAI) e la Self-Compassion Scale (SCS), oltre che contenenti domande sull’uso di strategie di coping e/o di farmaci per migliorare l’immagine corporee e le prestazioni (IPED) dell’attività fisica.

L’indagine aveva tra gli obiettivi anche conoscere i livelli di ansia relativa all’apparenza e dell’auto-compassione sulla pratica dell’esercizio fisico, dove i dati, a detta degli esperti, sono preoccupanti. Attestano infatti un’alta percentuale di casi in cui lo sport, da sana attività fisica promotrice di salute, diventa dipendenza, quest’ultima associata all’adozione di malsani comportamenti.

Emergono in particolare tre tendenze nocive e pericolose, associabili a “dipendenza da sport” e ai risultati performanti che gli atleti intendono raggiungere dall’attività fisica praticata in maniera eccessiva e spinta.

La prima: l’isolamento sociale

L’indagine rivela che oltre il 10% intervistati svolge attività fisica compulsiva, cioè allenamenti finalizzati a migliorare l’aspetto fisico.

Condotti in maniera ossessiva, gli allenamenti portano all’isolamento socio-relazionale. Nel complesso, è stato riscontrato che il 4,3% dei partecipanti svolgeva attività fisica eccessiva o problematica, con picchi registrati nel Regno Unito (11,0%) e in Spagna (5,4%).

La seconda: l’inaccettazione dell’immagine corporea.

I questionari raccolti fanno osservare che il 30% degli atleti puntava al raggiungimento di una perfetta forma fisica per “sanare” problemi di carattere psicologici, quali ad esempio, la bassa stima di sé, un cattivo rapporto con il proprio corpo, la dipendenza da social, in particolare dalle piattaforme Instagram, Facebook, Tumblr e Twitter che promuovono la perfezione della forma fisica tramite l’esercizio fisico, spinto all’eccesso, alterando quindi il concetto di sport come opportunità di salute.

Un obiettivo perseguito soprattutto dai giovani con i danni che ciò comporta per la salute, tra cui elevati livelli di ansia per l’aspetto fisico riscontrati in tutto il campione, con punte in Italia (18,1%), Giappone (16,9%) e Portogallo (16,7%).

La terza: l’uso/abuso di sostanze

Il 28% degli intervistati ha dichiarato di far ricorso di sostanze acquistate on line, tra cui integratori naturali, in alcuni casi anche contaminati, anfetamine come anche altre sostanze illegali per dimagrire e/o altri farmaci assunti senza prescrizione medica, compreso prodotti ritirati dal mercato, per potenziare le performance o raggiungere più rapidamente la forma fisica desiderata, con effetti dirompenti per la salute nell’85% dei casi.

Si è rilevato che l’uso di un’ampia gamma di farmaci e medicinali per migliorare l’immagine e le prestazioni (28%) è stato mantenuto anche durante il blocco, soprattutto in Ungheria (56,6%), Giappone (46,8%) e Regno Unito (33,8%), con il 6,4% che ha iniziato a utilizzare un nuovo farmaco.

La “società del doping”

È questa la definizione data da Ornella Corazza, ordinaria di Psicologia clinica al Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell’Università di Trento e coordinatrice dello studio: «Siamo in una società – ha dichiarato la professoressa – che utilizza sempre più sostanze per migliorare il proprio corpo e la propria mente per far fronte ai rapidi cambiamenti di stile di vita e dell’ambiente circostante. Gli individui vulnerabili, in particolare quelli che non sono soddisfatti del proprio aspetto o delle loro prestazioni, sono i principali utilizzatori di questi prodotti, aspirando a migliorare mente e corpo, a rischio di sacrificare la propria salute».

Fonte

Dores AR, Carvalho IP, Burkauskas J et al. Exercise and use of enhancement drugs at the time of the COVID-19 pandemic: A multicultural study on coping strategies during self-isolation and related risks. Front. Psychiatry, 2021, Vol. 12. Doi: https://doi.org/10.3389/fpsyt.2021.648501 

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