Potenzialmente efficace nel ridurre il dolore in patologie importanti, come nevralgie e neuropatie, in associazione ad altri trattamenti. Parliamo della capsaicina, sostanza contenuta nei peperoncini, legata e associata alla piccantezza, applicata sulla cute svolgerebbe una azione desensibilizzante, a vantaggio della riduzione di nocicezione.

Evidenze meno favorevoli si osserverebbero invece in altre condizioni, tra queste gli stati dolorosi nel paziente diabetico. È quanto sembra emergere rispettivamente da studi sul British Medical Journal e sul Journal of Clinical Neuroscience.

L’azione della capsaicina

Potrebbe ridurrebbe il dolore in nevralgie e neuropatie, impiegata come trattamento adiuvante. Legandosi ai nocicettori della pelle, la capsaicina dopo ripetute applicazioni sulla cute, superata l’iniziale sensazione di bruciore/pizzicore nei tessuti con cui viene a contatto per via dell’eccitazione neuronale a sua volta legata a vasodilatazione, la capsaicina favorirebbe la desensibilizzazione portando alla riduzione della nocicezione.

A fare la differenza sono anche le concentrazioni della sostanza e le modalità di applicazione. Ad esempio di fa riferimento allo 0,025% per le neuropatie e allo 0,075% per la neuropatia diabetica dolorosa (PDN), ripetuto più volte/die e per diverse settimane.

La sostanza indurrebbe una significativa degenerazione delle fibre nervose epidermiche entro pochi giorni dall’applicazione, con sospensione degli effetti una volta interrotta la somministrazione. Ovvero si verificherebbe la re-innervazione della parte trattata, con un ritorno quasi completo della sensibilità, nell’arco di sei settimane dopo tre settimane di trattamento. 

In caso di disturbi neuropatici o muscoloscheletrici

Uno studi inglese, una revisione sistemica dell’Università di of Oxford, ha voluto indagare l’efficacia e la sicurezza della capsaicina applicata localmente per il dolore cronico da neuropatie o dolori muscoloscheletrici, analizzando i dati di una selezione di lavori in letteratura, studi randomizzati controllati che hanno confrontato la capsaicina topica con placebo o un altro trattamento in adulti con dolore cronico, estrapolati da datebase di Cochrane Library, Medline, Embase, PubMed.

Endpont primario degli studi considerati era la valutazione in termini di riduzione del dolore del 50% a quattro settimane per le condizioni muscolo-scheletriche e a otto settimane per le condizioni neuropatiche e gli endpoint secondari gli eventi avversi e/o l’abbandono dello studio a causa degli stessi.

Nello specifico, sei studi in doppio cieco controllati con placebo, condotti su 656 pazienti, hanno mostrato un beneficio relativo della capsaicina topica allo 0,075% rispetto al placebo di 1,4 (intervallo di confidenza al 95% da 1,2 a 1,7), a fronte di tre studi in doppio cieco controllati con placebo, su 368 pazienti per dolore muscoloscheletrico che ha fatto osservare un beneficio relativo della capsaicina topica allo 0,025% o del cerotto rispetto al placebo di 1,5 (da 1,1 a 2,0). Circa un terzo dei pazienti in trattamento con la soluzione hanno manifestato eventi avverso, non presenti con il placebo.

Gli autori concludono che sebbene la capsaicina applicata localmente abbia un’efficacia da moderata a scarsa nel trattamento del dolore muscoloscheletrico cronico o neuropatico, può essere utile come terapia aggiuntiva o unica per un piccolo numero di pazienti che non rispondono o sono intolleranti ad altri trattamenti.

In caso di PDN

Lo studio, randomizzato, in doppio cieco, crossover, controllato con placebo, ha voluto valutare l’efficacia e la sicurezza della lozione di capsaicina allo 0,075% specificatamente nel trattamento della PDN.

Pertanto i pazienti sono stati randomizzati a ricevere 0,075% di capsaicina/placebo per 8 settimane, per poi passare all’altro trattamento dopo un periodo di washout di 4 settimane. Di questi sui 42 soggetti arruolati, 27 hanno completato almeno un periodo di trattamento di 8 settimane.

L’endpoint primario era il cambiamento nel punteggio della scala analogica visiva della gravità del dolore, a fronte invece delle variazioni del punteggio nella Neuropathic Pain Scale e dei questionari McGill sul dolore in forma breve e le proporzioni di pazienti con riduzioni del punteggio del dolore del 30% e 50% e gli eventi avversi, quali endpoint secondari.

L’analisi “intention-to-treatnon ha mostrato miglioramenti significativi nel controllo del dolore con la lozione alla capsaicina rispetto al placebo per tutte le misurazioni del dolore e per la percentuale di pazienti che hanno avuto un sollievo dal dolore rispettivamente del 30% o del 50%.

In buona sostanza, la lozione alla capsaicina è risultata ben tollerata ma le risposte cutanee locali erano affini nei due gruppi di pazienti trattati.

Fonti

Mason L, Moore RA, Derry S et al. Systematic review of topical capsaicin for the treatment of chronic pain. BMJ, 2004, 328(7446): 991. Doi: 10.1136/bmj.38042.506748

Kulkantrakorn K, Chomjit A, Sithinansuwn P et al. 0.075% capsaicin lotion for the treatment of painful diabetic neuropathy: A randomized, double-blind, crossover, placebo-controlled trial. J Clin Neurosci, 2019, 62:174-179. DOI: 10.1016/j.jocn.2018.11.036