Cala l’attenzione degli italiani a una corretta igiene delle mani. In epoca pandemica ritenuta una pratica fondamentale per la prevenzione dal rischio di contrazione di Covid-19, oggi rappresenta “un di più”, applicata da una minoranza rispetto al solo anno scorso.

Segno della diminuzione di attenzione e preoccupazione verso le infezioni virali in generale, che trovano nelle mani un importante veicolo di trasmissione per virus, batteri e protozoi.

Lo attesta una indagine condotta su 800 italiani per il secondo anno consecutivo dall’Osservatorio Opinion Leader 4 Future, nato dalla collaborazione tra Gruppo Credem e l’Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo (ALMED) di Università Cattolica cui hanno partecipato anche ricercatori dell’istituto Bilendi e specialisti della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCSdi Roma.

Alcuni dati dell’indagine

Solo un italiano su due, il 54% circa, dichiara che lavarsi le mani è divenuto più importante con la pandemia: un dato, tuttavia, che registra un calo di 9 punti percentuali a/a e che conferma anche la riduzione di coloro che se le lavano più frequentemente. Il 45% rispetto al 55% dello scorso anno.

Lo dichiarano in particolare il 22% degli intervistati, dove il sapone è utilizzato dal 97% degli intervistati (-2 punti percentuali a/a), più frequentemente sapone liquido (87%) rispetto alla classica saponetta (32%). Anche l’utilizzo di gel cui ricorre il 25% degli intervistati, con -4 punti percentuali rispetto allo scorso anno, e le salviette, pari a solo il 7% fanno osservare un generale calo.

Anche il genere e l’età fanno la differenza: dall’indagine emerge infatti che sarebbero le donne a lavarsi in misura maggiore le mani rispetto agli uomini, con una media di 7,1 volte al giorno rispetto alle 6,3 degli uomini. Mentre gli over 65 tendono a lavarsi le mani di meno rispetto ai più giovani, con una media di 6,2 volte al giorno contro il 7,14 della fascia d’età tra i 45 e i 64 anni.

«Si tratta di una indagine importante – ha dichiarato Patrizia Laurenti, Professoressa Associata di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica, campus di Roma, e Direttrice UOC Igiene Ospedaliera Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS – il cui valore risiede soprattutto in misurazioni condotte con metodi rigorosi e riproducibili e che consentono di cogliere tempestivamente segnali di calo dell’attenzione da presidiare con interventi mirati, continuativi, sostenibili. E soprattutto credibili perché tarati sui reali bisogni, di conoscenze, di refresh della motivazione e altro, da presidiare con azioni di miglioramento continuo, utili anche ad orientare decisioni per il supporto delle best practice».

Le motivazioni del calo

Sono da monitorare e attenzionare: «La diminuzione della buona pratica di lavaggio delle mani, rilevata dall’Osservatorio Opinion Leader 4 Future – ha aggiunto Mariagrazia Fanchi, Direttrice ALMED – riferiscono anche al progressivo calo a questo tema nell’agenda pubblica e mediale. La giornata mondiale dell’igiene delle mani, indetta dall’OMS, rappresenta un’opportunità preziosa per riportare valore a questo presidio tanto semplice quando decisivo per la tutela della salute personale e pubblica», che ha nella prevenzione uno dei fondamenti più importanti.

«L’iniziativa dell’Osservatorio Opinion 4 Future rappresenta per Credem – ha commentato Luigi Ianesi, Responsabile delle relazioni esterne – un’opportunità per creare consapevolezza, a partire dai nostri colleghi, su temi che hanno un elevato impatto sulla vita di tutti e a cui spesso non destiniamo una giusta considerazione. Attraverso la buona informazione è possibile sensibilizzare le persone ad attuare e a stimolare negli altri il rispetto di quelle pratiche, anche semplici come l’igiene delle mani, in grado di salvare vite ed avere un impatto concreto sulla società».

Ulteriori indicazioni

Come ultimo, l’indagine attesta che Il 16% delle persone è a conoscenza dell’esistenza di una giornata mondiale dedicata all’igiene mani, in crescita rispetto al 13% dello scorso anno.

Positivo è anche il dato a riguardo dell’igiene respiratoria: il 77% della popolazione è consapevole che la “corretta etichetta” per l’igiene respiratoria consiste nel tossire nella piega del gomito e nell’igiene da dedicare al cellulare.

Il 65% della popolazione lo identifica come potenziale mezzo di veicolazione di germi, contro il 63% precedente, a fronte tuttavia del fatto che solo il 37% dichiara di disinfettare lo smartphone con prodotti specifici, di cui il 25% almeno una volta al giorno.