La Conferenza Stato-Regioni ha siglato lo Schema di accordo sul decreto delle equipollenze in osteopatia. Si tratta di un momento storico che conclude, dopo quasi otto anni, l’iter della legge 3/2018 e istituisce definitivamente in Italia la professione dell’osteopata.
Il testo dell’accordo definisce i criteri per il riconoscimento dei titoli pregressi e istituisce elenchi speciali per i professionisti già formati.
Il ROI, tramite il suo presidente, Mauro Longobardi, ha espresso soddisfazione per il raggiungimento del traguardo.
Le modifiche
Le modifiche, richieste dal ROI, sono state integralmente recepite nell’Accordo approvato e riguardano:
- il mantenimento degli elenchi speciali per il tempo necessario a garantire a tutti gli osteopati, inclusi neodiplomati e studenti ancora in formazione in istituti privati, la possibilità di completare l’iter di accesso all’Albo Professionale;
- la riduzione, per tutti i professionisti, da 1.500 a 1.000 del numero di ore di tirocinio pratico, in linea col monte ore previsto per quelli con laurea sanitaria;
- l’estensione del periodo entro cui è possibile maturare i 36 mesi di attività professionale: la nuova finestra temporale includerà i 24 mesi successivi alla pubblicazione dell’Accordo in Gazzetta Ufficiale;
- il prolungamento della permanenza massima negli elenchi speciali da 36 mesi a 6 anni, per garantire maggiore flessibilità nella fase transitoria;
- possibilità di far valere titoli pregressi, come altre lauree, master o percorsi formativi precedentemente svolti, per ridurre i 30 crediti formativi universitari per gli osteopati che non hanno anche una laurea sanitaria; tale percorso consentirà ai professionisti di ottenere la Laurea in Osteopatia.
La possibilità di svolgere i corsi integrativi in modalità telematica asincrona consentirebbe di agevolare la partecipazione degli osteopati che lavorano. In merito a questo argomento, il ROI nelle prossime settimane si farà carico di presentare istanze in tal senso agli organi universitari competenti.
Un lungo percorso
Dopo la legge 3/2018, la prima tappa del percorso si era compiuta nel 2021, con il riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria e la pubblicazione del relativo profilo professionale. Nel febbraio 2024 è seguito un ulteriore passo decisivo, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Interministeriale che ha definito, per la prima volta, l’ordinamento didattico del corso di laurea in osteopatia.
L’atto finale di questo lungo iter di regolamentazione si compie con la firma dell’accordo sulle equipollenze dei titoli, che sarà ora adottato con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, in attesa della sua pubblicazione definitiva in Gazzetta Ufficiale.
«L’ingresso dell’osteopatia nel perimetro del Sistema Sanitario Nazionale rappresenta il consolidamento di un processo di integrazione che potrà svilupparsi gradualmente anche nei contesti pubblici – afferma il presidente del ROI, – riconoscendo il contributo degli osteopati alla prevenzione e alla promozione della salute dei cittadini di ogni età, in un’ottica di collaborazione con le altre professioni sanitarie».
Longobardi ha ricordato l’impegno del ROI per ottenere la piena regolamentazione dell’osteopatia, a partire dalla prima audizione del 12 giugno 2014 presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato.
«Possiamo finalmente parlare di una conquista storica. Da oggi la nostra missione e il nostro impegno saranno quelli di accompagnare i professionisti, in stretta collaborazione con la Federazione Nazionale degli Ordini TSRM e PSTRP, in modo equo e ordinato lungo il percorso che, attraverso gli elenchi speciali, li condurrà all’Albo professionale degli Osteopati: la loro sede naturale e unica garanzia di identità, rappresentanza e tutela della categoria.» conclude Longobardi.


