Il riconoscimento da parte dei Ministeri dell’Università e Ricerca e della Salute del corso di laurea ha rappresentato per l’osteopatia un cambio di passo fondamentale, che offrirà moltissime nuove opportunità ai giovani osteopati e alla ricerca in ambito osteopatico. 

Dopo un lungo e faticoso percorso, l’osteopata viene finalmente riconosciuto come “un professionista sanitario che previene e mantiene la salute attraverso un trattamento osteopatico di disfunzioni somatiche non riconducibili a patologie nell’ambito dell’apparato muscolo scheletrico”, come riportato nel Decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Il riconoscimento del percorso di laurea: un traguardo a lungo atteso

«Desideriamo ringraziare le istituzioni che con il loro lavoro hanno accompagnato la nostra categoria al traguardo tanto atteso, il Decreto istitutivo del corso di laurea in osteopatia», ha dichiarato in apertura Paola Sciomachen, Presidente del ROI – Registro degli Osteopati d’Italia, l’Associazione più rappresentativa e antica del settore a livello nazionale, nata nel 1989 con l’obiettivo di stimolare la diffusione e la valorizzazione dell’osteopatia nel nostro paese unitamente alla ricerca in campo osteopatico, l’aggiornamento e la formazione professionale dei suoi iscritti, a garanzia della qualità e della sicurezza delle prestazioni offerte.

«La nostra attenzione è ora rivolta all’ultimo ma non meno importante passaggio delle equipollenze, per il quale abbiamo già avviato un proficuo dialogo con il Ministero della Salute e il Ministero dell’Università e della Ricerca. Abbiamo l’obiettivo di portare al più presto i nostri professionisti nell’albo di prossima istituzione. Gli osteopati sono pronti a dare il loro contributo sempre maggiore e significativo all’interno del Sistema Sanitario Nazionale e ad avere un ruolo centrale nell’ambito della prevenzione e nella promozione della salute dei cittadini di tutte le età, in sinergia con le altre professioni sanitarie».

Il decreto del Ministero di Università e Ricerca – MUR di concerto con il Ministro della Salute dello scorso 1° dicembre ha difatti rappresentato un momento fondamentale per gli osteopati italiani. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 16 febbraio scorso è stato difatti sancito l’avvio formale per quanto riguarda gli aspetti procedurali dell’offerta formativa.

«Gli atenei potranno presentare le proposte di istituzione e accreditamento per i corsi di laurea secondo la consueta procedura valutata dal CUN e dall’ANVUR. Non meno importante è il passaggio delle equipollenze dei titoli: per raggiungere questo traguardo, non ci siamo fermati e abbiamo già intrapreso i lavori d’intesa con la Direzione Generale delle Professioni sanitarie del Ministero della Salute», ha sottolineato Enrico Montaperto, dirigente dell’Ufficio VI – Offerta formativa universitaria, dottorati di ricerca, esami di stato e professioni del Ministero dell’Università e della Ricerca.

L’importanza del Decreto sulle equipollenze

«I Ministeri della Salute e dell’Università e Ricerca hanno lavorato intensamente per raggiungere questo traguardo», ha ricordato l’Onorevole Ciocchetti, Vicepresidente della Commissione Affari sociali presso la Camera dei Deputati, il quale ha sottolineato adesso l’importanza di ottenere il Decreto relativo alle equipollenze per dare certezze agli osteopati, una categoria che gioca un ruolo importante nella promozione della salute dei cittadini, al fianco delle altre professioni sanitarie.

«Seguiremo con attenzione il proseguimento dell’iter, a tutela non solo degli osteopati, ma anche dei tanti pazienti che aspettano questo definitivo riconoscimento».

Il ruolo degli osteopati per la prevenzione

Gli osteopati svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione e possono lavorare in sinergia con le altre professioni sanitarie attraverso una collaborazione sempre più proficua e ognuna con competenze ben definite e delineate.

«Con il MUR stiamo valutando i titoli formativi che posseggono oggi gli osteopati italiani: è il primo passo per definire i criteri fondamentali delle equipollenze. Al tempo stesso collaboreremo con la Federazione nazionale degli Ordini tecnici sanitari radiologia medica e professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione – FNO TSRM e PSTRP per prevedere una commissione d’albo di professionisti. Contiamo di arrivare al termine dell’iter nel più breve tempo possibile», ha sostenuto Mariella Mainolfi, DG Professioni sanitarie e risorse umane del SSN del Ministero della Salute.

Verso l’iscrizione all’albo

L’osteopatia, nonostante gli ostacoli incontrati nel corso del tempo, a causa del mancato riconoscimento all’interno delle professioni sanitarie, è una professione in crescita e già presente all’interno di team multidisciplinari proprio per la sua importanza nel percorso di presa in carico del paziente.

Portare a termine l’iter avviato ormai molti anni fa e giunto in prossimità dell’ultimo traguardo, rappresenta uno step importante che da una parte conferisce dignità agli osteopati italiani e dall’altra è garanzia di maggiore sicurezza per i pazienti.

Il Decreto sulle equipollenze acquisisce ancora maggiore rilevanza se si pensa che i primi laureati in osteopatia arriveranno tra 4 anni, a cavallo tra gli anni 2027-2028.

«Questo elemento rende particolarmente importante il decreto sulle equipollenze che permetterà di individuare i primi soggetti titolati all’iscrizione all’albo. Il modo rigoroso in cui i Ministeri competenti hanno impostato il processo garantisce che solo chi ne avrà i requisiti sarà riconosciuto equipollente. Si creeranno così i presupposti affinché anche gli osteopati, al pari di altri 19 profili che in questo momento già animano i nostri ordini professionali, avranno la possibilità di confrontarsi quotidianamente all’interno di un contesto istituzionale e multidisciplinare», ha sottolineato Alessandro Beux, componente del comitato centrale della Federazione nazionale degli Ordini tecnici sanitari radiologia medica e professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione – FNO TSRM e PSTRP.

La collaborazione con altre figure professionali

Ad enfatizzare l’importanza della collaborazione della professione con le altre del settore sanitario è stato il Marco Pozzi, già Direttore del reparto di Cardiochirurgia Pediatrica e Congenita dell’Ospedale Riuniti Torrette di Ancona che ha sottolineato come l’osteopatia rappresenti uno strumento che consente di ridurre i tempi di ospedalizzazione e di ripresa, come è stato dimostrato dal progetto svolto con ROI in India relativo alla gestione post chirurgica di bambini sottoposti ad intervento di cardiochirurgia.

«In qualche ospedale l’osteopatia è già stata introdotta. Ci sono esperienze, ad esempio, a Pescara in neonatologia o a Firenze in neurochirurgia. Con il ROI ci siamo dati come obiettivo quello di proporre questo tipo di trattamento anche in altri ospedali perché siamo convinti che sia importante mettere l’osteopatia a disposizione di tutti i pazienti».