È giunto alla sua quarta edizione lo Stada Health Report, l’indagine pan-europea condotta quest’anno su un campione di 30 mila persone di età compresa tra 18 e 99 anni, rappresentativo degli abitanti di 15 Paesi europei (Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Italia, Kazakistan, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Spagna, Svizzera e Regno Unito).

I risultati rendono conto dell’impatto dei principali eventi che hanno intaccato la salute dei cittadini (in testa la pandemia) e dei dibattiti che ne sono scaturiti, rivelando opinioni, paure e speranze. A partire dall’inizio del 2020 il report si è rivelato un indicatore affidabile degli umori e delle percezioni della popolazione europea.

Si è indagato sugli effetti a lungo termine della pandemia sulla vita dei cittadini, sull’impatto che ha avuto sulla salute mentale e sulla salute in generale, su quali abitudini sono state abbandonate e di come si è stati capaci di adattarci con prontezza aderendo alle nuove regole necessarie a contrastare il dilagare del Covid-19.

Il questionario era composto da oltre 30 domande suddivise nelle seguenti aree tematiche: servizio sanitario e suoi operatori, prevenzione, salute mentale, sonno-tranquillità-riposo, tecnologia e mondo del digitale, dieta e alimentazione, interazione con l’ambiente.

I risultati evidenziano che i livelli di burnout sono altissimi, così come sono aumentati i livelli di stress. Il 59% della collettività si sente in una condizione di saturazione psicologico-emotiva: un massimo storico con un aumento del 5% rispetto allo scorso anno. In generale, le donne (65%) hanno maggiori probabilità di sentirsi a rischio di burnout rispetto agli uomini (53%). Considerando le fasce ci età, i giovani europei tra i 25 e i 34 anni rappresentano il gruppo più vulnerabile (72%).

Per quanto riguarda il benessere mentale in generale, quasi un europeo su tre (29%) ha registrato un peggioramento, in particolare le persone in Austria (37%), Italia (35%) e Portogallo (35%).

Come diretta conseguenza, più di un cittadino europeo su tre segnala di avere problemi di insonnia, con un aumento del 15% negli ultimi 12 mesi. Complessivamente oggi il 35% ha difficoltà a passare una notte di pieno riposo. La scarsa qualità del sonno è un problema particolarmente avvertito nel nostro Paese, insieme a Francia, Spagna e Regno Unito.

Dopo un picco di fiducia nei confronti dei Sistemi Sanitari registrato durante l’emergenza sanitaria da Covid-19, ora questo valore è in calo. La soddisfazione è diminuita in modo incredibile, complessivamente del 14%. Nel 2020 si attestava al 78% e nel 2021 al 74% 2021 ma nel 2022 è scesa al 64%. Uno dei principali problemi riscontrati è la difficoltà a prendere appuntamenti dal medico.

Nonostante per molti aspetti l’Europa sembri essere sull’orlo di un “corto circuito” sanitario, sono emersi anche elementi positivi sui quali riflettere. Più della metà della popolazione si sforza di mangiare in modo più sano (53%) e circa un terzo della collettività (31%) è favorevole a fare uso di integratori per migliorare la propria dieta. Altri strumenti per mantenersi in equilibrio mentale sono l’esercizio fisico (32%) e cercare di mantenere una routine sonno-veglia (42%). La maggioranza delle persone (57%) continua a ritenere che la propria salute mentale sia buona e solo poco più di uno su dieci (11%) la descrive come “mediocre”.

Tre europei su cinque ritengono che il Sistema Sanitario del proprio Paese durante la pandemia sia stato comunque soddisfacente e abbia intrapreso azioni adeguate. In tempi di fake news e cattiva informazione proveniente da ogni fonte sono diventate più importanti che mai fonti affidabili e degne di fiducia: i medici (65%) e i farmacisti (57%) sono ai vertici della classifica, insieme a scienziati (61%) ed epidemiologi (54%). In coda con largo distacco le altre fonti di informazione: aziende farmaceutiche (24%), media che si occupano di salute (24%), media generalisti (12%) e personaggi politici (9%).

«Attraverso lo Stada Health Report, ci proponiamo di fornire dati per stimolare un dibattito sulle tendenze relative all’assistenza sanitaria e alle azioni necessarie per sostenere ulteriormente il prezioso lavoro svolto ogni giorno dai nostri partner di fiducia, quali medici, ospedali, farmacisti che si adoperano quotidianamente a favore dei pazienti – dichiara Peter Goldschmidt, Ceo di Stada – Il nostro scopo ‘Prendersi cura della salute delle persone come partner di fiducia’ ci impone di condividere e discutere questi risultati con tutti gli stakeholder del settore sanitario in Europa, contribuendo così a migliorare la salute dei pazienti».