I dati diffusi dall’AIOM (Associazione italiana degli Oncologi Medici) hanno mostrato che in Italia, nel 2020, il cancro del colon retto è stato il secondo in quanto numero di diagnosi. Questo si è tradotto in 43.702 nuove diagnosi (a fronte delle 55mila del carcinoma della mammella, il tumore più diffuso). Grazie a efficaci campagne di screening, l’incidenza del cancro del colon retto ha tuttavia riscontrato, in entrambi i sessi una diminuzione di circa il 20% rispetto a quanto registrato nel 2013. Anche per questa tipologia di tumore la prevenzione rimane un fattore cruciale, a partire da sane abitudini a tavola.
L’effetto del consumo di carne rossa
A tal proposito, uno studio inglese realizzato dalla University of Oxford, i cui risultati sono stati pubblicati sull’International Journal of Epidemiology nel giugno 2019 (“Diet and colorectal cancer in UK Biobank: a prospective study”), mette in guardia dal consumo di carni rosse. Anche un loro ridotto apporto aumenterebbe infatti significativamente l’incidenza del tumore dell’intestino.
Lo studio ha monitorato per 5,7 anni, tra il 2006 e il 2010, un campione di quasi 500mila soggetti (475.581) di età compresa tra 40 e 69 anni. Ai partecipanti è stato richiesto di compilare questionari sulla frequenza con cui assumevano carni rosse, trasformate e non. È emerso che coloro che avevano dichiarato un consumo medio quotidiano di 76 grammi di carni rosse mostravano un rischio di incidenza di tumore all’intestino del 20% superiore a quanti ne avevano consumate in media 21 grammi. Per quanto attiene alla carne trasformata, lo studio ha evidenziato un rischio maggiore d’insorgenza del tumore del colon retto del 19% per quanti ne hanno consumata una media di 29 grammi al giorno, a fronte di coloro che ne hanno assunti solo 5 grammi. Per le carni rosse non trasformate, poi, il rischio è risultato maggiore del 15% in chi ne assumeva 54 grammi al giorno, rispetto invece a chi ne mangiava solo 8 grammi.
Dei 475.581 soggetti che hanno partecipato alla ricerca, 2.609 hanno sviluppato un tumore dell’intestino, pari allo 0,55%.
Non solo carne
Un altro dato interessante mostrato dall’indagine si riferisce all’assunzione di pane, cereali e fibre, che diminuirebbero il rischio di insorgenza del 14%. All’alcol è invece associato un rischio maggiore di circa l’8%. Pesce, carni bianche, frutta, verdura, té e caffè non hanno mostrato alcuna incidenza sullo sviluppo del tumore dell’intestino.
Bradbury KE, Murphy N, Key TJ. Diet and colorectal cancer in UK Biobank: a prospective study. Int J Epidemiol. 2019;49:246–58.