Paziente: D.R., sesso femminile, anni 13
Prima visita: 22 maggio 2019
Motivo della visita: cefalea
Presentazione del caso
La paziente è nata in Sudamerica ed è stata adottata quando aveva due anni, dopo essere stata per un anno e mezzo in una casa-famiglia. A febbraio dello scorso anno, dopo pochi giorni da un’influenza intestinale, con vomito e diarrea, è stata vaccinata con il vaccino anti-meningococco C. Dopo circa 15 giorni ha cominciato ad avere al mattino un mal di testa così forte da impedirle di andare a scuola. La notte non riesce a dormire. Il 20 marzo fa il primo accesso al pronto soccorso e la dimettono con terapia con analgesici. Non ha nessun miglioramento e dopo dieci giorni fa un secondo accesso al pronto soccorso di un ospedale pediatrico, dove è sottoposta ad accertamenti (risonanza magnetica e angiorisonanza): dimessa con terapia con flugeral (Flunarizina dicloridrato).
Il mal di testa non è cambiato, ma si sono aggiunti mancanza di equilibrio, tremiti e scosse agli arti superiori e vertigini.
Rivista dal neurologo, è stato raddoppiato il dosaggio della terapia, ma senza nessun beneficio.
La madre di sua iniziativa, elimina il farmaco ma il mal di testa, le vertigini e i tremiti permangono.
La visita con l’omeopata
Durante la visita la ragazzina è assente, non interviene, evita lo sguardo, non risponde, se non a fatica, alle domande dirette. La madre e il padre riferiscono che a scuola ha buoni voti, ma è come invisibile, non partecipa. Brava negli scritti, ha difficoltà nelle interrogazioni orali.
A casa passa il tempo sul divano con lo smartphone (segue la vita di personaggi famosi su Instagram), ha pochi amici, non ascolta musica, non le piace uscire. Non fa sport perché si stanca. Non tollera di essere rimproverata, si arrabbia subito, specialmente con la sorella minore, poi si chiude in camera e non vuole vedere nessuno.
Il mal di testa comincia tutte le sere dalle 8 a mezzanotte, poi la ragazza si addormenta e al mattino si sveglia ancora con il mal di testa. Al momento di svegliarsi per andare a scuola, se chiamata si riaddormenta subito e sembra stordita. Il mal di testa le impedisce di andare a scuola e ha già fatto molte assenze.
Il mal di testa migliora mangiando («si alza con la fame»), si accompagna a vomito che a volte lo migliora ma a volte no, sta meglio sdraiata e al buio, sta peggio con i rumori («mi pulsano le tempie, sento una grande debolezza»).
Da piccolissima e fino ai due anni ha avuto tre broncopolmoniti e poi si è ammalata molto poco. A gennaio ha avuto il menarca, le mestruazioni sono abbondanti, con coaguli e dolorose.
L’analisi del caso
Della ragazza colpisce la riservatezza e l’incapacità di fare un minimo approccio, ma anche la tristezza del viso che è inespressivo e distante.
È stato scelto Natrum muriaticum 200 CH dose, come rimedio costituzionale e Belladonna 30 CH granuli in caso di attacco acuto. Il tratto peculiare del rimedio Natrum muriaticum è il dispiacere e il dolore profondo cui segue la costruzione di un muro per difendersi da eventuali altri dolori per cui il paziente risulta chiuso, riservato fino a rifiutare ogni tipo di aiuto o consolazione.
Il follow-up
Preso il rimedio la paziente ha visto ridursi, per frequenza e intensità, gli attacchi. In quelle occasioni ha risolto con Belladonna e non ha più fatto ricorso ad analgesici o altri farmaci. Dopo qualche mese di terapia con Natrum muriaticum, la cefalea non si è più manifestata, la ragazzina in famiglia è meno rabbiosa e ha deciso di smettere di mangiare cibo spazzatura e di alimentarsi in modo più sano. Si preoccupa della linea e si è iscritta a pallavolo.
Emma Pistelli