Qual è il rapporto tra ambiente e salute e il ruolo del settore Sanitario? Questo il quesito a cui ha cercato di dare risposta Arianna Gamba, Manager di Health Care Without Harm, durante One Heath, presso la sede di G-Gravity, mettendo a fuoco la responsabilità del settore sanitario nella crisi planetaria che minaccia salute e ambiente.

«Sitiamo assistendo a ben tre crisi planetarie che interagiscono tra di loro minacciando il futuro dell’umanità. Se pensiamo che circa il 24% dei decessi globali sono legati a cause ambientali, tra le quali i cambiamenti climatici, l’inquinamento e l’esposizione a sostanze chimiche tossiche, senza dimenticare la perdita della biodiversità che porta a un aumento delle malattie infettive, il rapporto tra Ambiente e Salute è molto stretto.

È dimostrato che il 10% dei casi di cancro in Europa è stato causato da inquinamento atmosferico, da randon e radiazioni ultraviolette e dall’esposizione di sostanze chimiche come piombo, arsenico, amianto cromo cadmio, acrilamide, pesticidi, bisfenolo A e PFAS. L’inquinamento da microplastica, ad esempio, è stato rilevato per la prima volta dall’Università di Amsterdam nel sangue in quasi l’80% delle persone testate». Altri ricercatori l’hanno trovata nella placenta, nel meconio nelle feci infantili nel latte materno e negli alimenti per i lattanti.

«Nel settore sanitario la produzione di plastica potrebbe raddoppiare nei prossimi 20 anni e triplicare entro il 2060. In particolare, il pvc, più inquinante di altri tipi di plastica per la presenza di sostanze tossiche e interferenti endocrini. Quando il pvc viene riciclato le sostanze chimiche tossiche tornano ad essere presenti anche nei nuovi prodotti. È dunque importante ridurne l’uso e alcuni ospedali già lo stanno facendo».

Guanti, camici, siringhe, cannule, mascherine: «Il sistema sanitario europeo orienta i mercati verso prodotti privi di sostanze tossiche che conservano le risorse, riducono al minimo i rifiuti e contribuiscono a una catena di approvvigionamento etica e all’economia circolare». Occorre eliminare le sostanze pericolose e il settore sanitario ha l’opportunità di influenzare i mercati e di guidare la transizione verso tessuti riutilizzabili privi di sostanze tossiche senza compromettere la sicurezza e il comfort dei pazienti e del personale.

Per questo, ad esempio Health Care Without Harm Europe, una rete di migliaia di ospedali, leader sanitari e operatori sanitari, con membri in tutta Europa e partner in tutto il mondo stanno trovando nuovi modi per ridurre le emissioni di carbonio.«Riuniamo infermieri e medici che stanno ponendo fine all’eccessiva dipendenza dalla plastica monouso in chirurgia. Colleghiamo i ricercatori mentre cerchiamo alternative più sicure alle sostanze chimiche tossiche, quindi più sicure per la salute umana e per i nostri ecosistemi. Ad esempio, grazie al nostro progetto pilota, ben 1250 mascherine riutilizzabili, utilizzate in sperimentazione, hanno sostituito 41.920 mascherine monouso». Una prima goccia in mezzo ad un mare che abbiamo reso tossico.