Un test in grado di descrivere le caratteristiche individualizzanti del microbiota di ciascuna persona: uno strumento di analisi preciso, accurato, di real life che, tramite raffinate tecniche di sequenziamento del Dna (Next Generation Sequency, NGS) e di una metodologia di analisi dei dati brevettata, restituisce lo stato dell’arte della popolazione microbica al momento dell’esecuzione, un profilo microbico su cui agire in prevenzione e/o in terapia tramite la correzione di stili di vita e alimentari. Sono le potenzialità del “GUT TEST”, messo a punto da Wellmicro, spin-off dell’Università di Bologna nata nel 2015, parte di Named Group.

Il test

Cardine della metodologia è il sequenziamento del Dna su un campione fecale raccolto anche in autonomia dal paziente tramite un apposito kit, che consente di ottenere la lista di microrganismi che popolano il microbiota. Un elenco che, correttamente interpretato, offre precise indicazioni sullo stato di salute dell’ospite, quali il benessere complessivo, il potenziale rischio di esposizione cardiovascolare, obesità, disturbi psichici e molto altro.

«Wellmicro – spiega Andrea Castagnetti, microbiologo, Direttore Generale e Co-fondatore dello spin-off – fa da ponte tra il cut-in-edge, lo stato dell’arte della comunità scientifica, e l’applicazione pratica per un operatore sanitario, su un tema oggi di particolare rilevanza in virtù dell’azione del microbiota in termini di barriera alla colonizzazione di agenti patogeni, di funzione metabolica (regolazione dell’insulino-resistenza, metabolismo del colesterolo etc.), di collaborazione allo sviluppo del sistema immunitario, di funzione neuroendocrina e di farmacomicrobiomica (interazione fra microbiota e risposta ai farmaci). Attualmente è impensabile mantenere o acquisire un buono stato di salute senza curarsi del microbiota intestinale; conoscere la sua composizione consente di valutarne l’impatto sulla fisiologia dell’ospite diventando uno strumento chiave per pianificare un corretto approccio nutrizionale e/o terapeutico».

L’analisi inizia con la ricezione del campione presso i laboratori di Bologna dove, effettuato un primo controllo di qualità sull’integrità della provetta, viene sottoposto a una lisi meccanica, cioè alla rottura delle pareti cellulari che favoriscono la liberazione nella fase acquosa del campione del Dna, e successivamente centrifugato per separare tutti i débris cellulari dalla fase acquosa e ottenere il Dna da purificare. Il processo di purificazione attuato attraverso una piattaforma automatizzata, consente di ottenere Dna puro, libero da acidi nucleici e altre scorie, di alta processività e di alta standardizzazione dei processi di analisi.

Il sequenziamento

Dopo una serie di altre operazioni, il Dna è ulteriormente lavorato così da poter procedere attraverso una piattaforma anch’essa automatizzata e ad alta qualità, al sequenziamento. «Questo processo – prosegue Castagnetti – genera una enorme quantità di dati, poi elaborati dall’Unità di bioinformatica, fino a ottenere il profilo microbico del microbiota analizzato, utile a redigere un report di interpretazione funzionale che restituisce la composizione microbica del campione e il suo impatto metabolico e funzionale.

Il report si completa con una serie di informazioni di lettura scientifica sull’uomo (studi traslazionali) in cui sono riportati alimenti e principi attivi efficaci nel modulare positivamente determinati gruppi microbici». Il test e il report dunque fotografano lo stato dell’arte a quel giorno e indica i possibili interventi correttivi che su quel preciso profilo è possibile attuare e che il professionista può utilizzare a sua discrezione.

Chi e quando può fare il test

Eseguibile in condizioni di salute, in termini preventivi e di monitoraggio essendo il microbiota un elemento plastico, adattativo al microambiente alle abitudini di vita dell’ospite e/o in caso di comparsa di specifici disturbi (gastrointestinali, umorali, neurologici, metabolici, alterazioni ormonali) su decisione medica, da tutti e a tutte le età. Il test, di norma, non ha preclusioni, facile da effettuare anche domiciliarmente dal paziente, è acquistabile in farmacia, in due versioni: Wellmicro Gut Test per l’analisi della sola componente batterica intestinale e Wellmicro Gut Test Plus per l’analisi della composizione batterica e micotica intestinale.

La formazione

Fondamentale è la corretta interpretazione dei risultati del test, per cui Wellmicro offre corsi di formazione al personale sanitario: medici, farmacisti, operatori in generale che non hanno un background da biologi, per conoscerne la metodologia, differente rispetto ad altre tecniche di valutazione, e avere gli strumenti per interpretare il profilo del microbiota in termine di numeri e di gruppi batterici presenti, delle loro funzioni, grazie anche all’esposizione di esempi pratici su casi e profili realmente analizzati.

Una volta ricevuto il report il clinico ha la possibilità di agire sul paziente, dando indicazioni per la correzione degli stili di vita in termini preventivi e/o terapeutici o, in caso di dubbi, può contattare la Microbiota Accademy, istituita da Wellmicro, con esperti in grado di fornire le risposte alle proprie domande. «Il clinico, sebbene sia il firmatario della terapia – conclude Castagnetti – può richiedere un nostro consiglio/consulto per quanto di competenza microbiologica. Siamo consapevoli delle potenzialità del test su cui, trattandosi di una metodica nuova, occorre fare cultura e fornire un servizio di eccellenza».