Uno studio sulla formula chimica del ferro contenuto negli integratori prenatali

L’Organizzazione Mondiale della sanità ha stimato che circa il 38% delle donne in gravidanza è affetto da anemia, e la metà soffre di una carenza di ferro.

Negli Usa, l’analisi dei dati dall’indagine nazionale dell’esame di nutrizione e di salubrità (NHANES) 1999–2010 ha rilevato che il 16,3% delle donne in gravidanza soffrivano di una carenza di ferro e il 2,6% soffriva di anemia da carenza di ferro.

Secondo il Dietary Guidelines Advisory Committee 2015–2020, il 96% delle donne in gravidanza negli Stati Uniti assimilava ferro da cibo e bevande in quantità inferiore a 22 mg/d, il fabbisogno medio stimato per il ferro, suggerendone una notevole carenza nel regime alimentare.

Un recente studio dal titolo “The Chemical Forms of Iron in Commercial Prenatal Supplements Are Not Always the Same as Those Tested in Clinical Trials”, pubblicato su The Journal of Nutrition ha indagato la formula chimica di integratori prenatali contenenti ferro: gli integratori alimentari prenatali vengono utilizzati prima, durante e dopo la gravidanza, salvo diversa indicazione in etichetta.

Formula chimica integratori di ferro

Lo studio

Lo studio ha considerato gli integratori prenatali contenenti ferro sia soggetti a prescrizione sia non soggetti a prescrizione contenuti nel NIH’s Dietary Supplement Label Database (DSLD) e nel DailyMed.Tutti gli integratori prenatali esaminati erano multivitaminici e minerali. La quantità di ferro elementare riportata in etichetta è compresa tra 9 e 60 mg/dose in 148 integratori non soggetti a prescrizione e tra 4,5 e 106 mg/dose in 101 prodotti soggetti a prescrizione.

La formula chimica privilegiata per questi prodotti è il fumarato ferroso, mentre il solfato ferroso non è stato riscontrato in alcuna indicazione in etichetta di integratori da DSLD o DailyMed.

La formulazione chimica dei prodotti in commercio è però diversa da quella degli integratori testati in studi clinici, e questo potrebbe avere implicazioni a livello clinico.

I dati relativi a quantità e formulazione del ferro sulle etichette di integratori prenatali non soggetti a prescrizione (148) e soggetti a prescrizione (101) elencati in NIH’s Dietary Supplement Label Database (DSLD) e in DailyMed (al dicembre 2017) sono stati inseriti in un foglio di calcolo e analizzati.

Le informazioni così desunte sono state confrontate con la quantità e le fonti di ferro estrapolate da 61 studi riportati nella 2015 Daily Oral Iron Supplementation During Pregnancy Cochrane review, scelta perché era la più completa e attuale revisione relativa agli integratori prenatali contenenti ferro testati su donne in gravidanza.

La review valutava gli effetti della supplementazione quotidiana di ferro per via orale nelle donne in gravidanza, sia assunto singolarmente sia associato ad acido folico, vitamine o minerali.

I dati dei 61 studi – 8 condotti negli Usa, 29 in altri paesi sviluppati e 24 in paesi in via di sviluppo – sono stati estratti e valutati.

Considerazioni

Nello studio in oggetto, il solfato ferroso era la fonte di ferro più frequentemente usata nei trial clinici, ma non era presente in alcun integratore prenatale. Inoltre, la quantità di ferro per dose era differente.

La motivazione alla base della differenza nella quantità di ferro dichiarata in etichetta nei prodotti soggetti a ricetta e in quelli non soggetti a ricetta non era immediatamente chiara. Alcune indicazioni erano coerenti con raccomandazioni recenti, altre lo erano con raccomandazioni più datate fornite da vari gruppi professionali in merito alla quantità da prescrivere alle donne in gravidanza affette o meno da anemia. Altre indicazioni (principalmente quelle relative ai prodotti prenatali soggetti a prescrizione) definivano il dosaggio in modo da aderire alle raccomandazioni della United States Pharmacopeia (USP) per quella forma farmaceutica.

Lo studio ha valutato solo i prodotti elencati nel DSLD e nel DailyMed anziché fornire un esempio esemplificativo di tutti i prodotti venduti negli USA, poiché non è disponibile un elenco completo accessibile al pubblico della totalità di tali prodotti. Di tali prodotti, ha considerato la quantità di ferro dichiarata in etichetta.

Il confronto tra le formule chimiche del ferro utilizzate nei prodotti non soggetti a prescrizione e in quelli soggetti a prescrizione paragonate a quelle dei prodotti testati nei trial clinici sollevano questioni di interesse clinico. I trial clinici degli integratori contenenti ferro utilizzano formule chimiche e dosi differenti di ferro rispetto ai prodotti prenatali venduti negli USA.

La ricerca mira a definire gli effetti a breve e lungo termine dell’assunzione di integratori prenatali contenenti ferro sui valori ematologici delle madri, in relazione anche alla biodisponibilità e al profilo di sicurezza.

Articoli correlati