È legge. Approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, dopo la modifica della legge n°18 del 2015 “Disposizioni in materia di orti didattici, urbani e collettivi”, in Lombardia l’ortoterapia potrà entrare in percorsi di cura integrata, a fianco degli approcci terapeutici (farmacologici) gold standard per il supporto e la riabilitazione di pazienti in prevalenza con disturbi di salute mentale/psichiatrici o con malattie neurodegenerative.
Ortoterapia, ovvero orti riabilitativo-terapeutici
Contribuisce al recupero, anche funzionale, del paziente: è questo il beneficio, maggiormente riconosciuti, a questa terapia non convenzionale, di medicina integrata.
Secondo modelli internazionalmente applicati e validati, l’ortoterapia coinvolgendo la persona in attività di ortocultura, adeguatamente seguito da personale formato, può ricavarne benefici a livello fisico e psico-emotivo.
Fra quelli principalmente osservati e riconosciuti vi è la riduzione di stress e depressione, con possibile riduzione degli psicofarmaci a supporto, la stimolazione della motricità, mentre a livello cognitivo migliorerebbe l’apprendimento, aiuterebbe a contrastare/rallentare il declino cognitivo nell’anziano, potenzierebbe i livelli di autostima, favorirebbe la socializzazione.
Gli orti-terapeutici potranno sorgere in aree di pertinenze/proprietà di enti pubblici, quali Comuni, scuole, ospedali, istituti di pena, e nell’ambito di strutture socioassistenziali (RSA) e per persone diversamente abili (RSD).
Gli investimenti, non solo economici
Il Consiglio Regionale ha inoltre deciso di destinare maggiori risorse alla strutturazione degli orti-terapeutici: il finanziamento passa infatti dagli attuali 250 mila euro e 400 mila euro, sempre nel capitolo di fondi della Direzione Generale Agricoltura.
Sono stati infine approvati anche due ordini del giorno: l’ampliamento della dotazione finanziaria della legge, richiesto dalla minoranza e il coinvolgimento di associazioni del terzo settore nella gestione degli spazi orticoli, voluto dalla maggioranza.