Si allungano le proprietà terapeutiche di Withania somnifera. Studi in vivo e in vitro ne avrebbero già dimostrato effetti ansiolitici, antidepressivi, antibatterici, antimicotici e antidiabetiche cui oggi si aggiungerebbero anche attività antitumorali. Questi ultimi risultati sarebbero emersi da ricerche americane recentemente pubblicati su Therapeutics Pharmaceutics

Withania somnifera, meglio nota come Ashwagandha, è un arbusto legnoso le cui proprietà terapeutiche sono note fin dall’antichità: è stato infatti impiegato per più di 5000 anni in medicina Ayurveda e Unani per scopi medicinali e dal 1985 è stato inserito nella farmacopea indiana. Studi di ricerca, in vivo e in vitro hanno attestato le numerose proprietà di Withania somnifera: ansiolitiche, antiangiogeniche, antidepressive, antimetastatiche, citotossiche, genotossiche, antibatteriche, antimicotiche e antidiabetiche.

In ambito oncologico sembra oggi confermarsi la capacità citotossica contro diverse tipologie di cellule tumorali. Il dato non sorprende, basti pensare che circa il 40% dei farmaci approvati dalla Fda (Food&Drug Administration) e immessi sul mercato sono di derivazione vegetale e di questi circa il 74% sono antitumorali. Gli alcaloidi risultano essere la classe che, più di altre, ha dimostrato attività antitumorale, sia in terapia singola sia in combinazione con agenti antitumorali standard. Di particolare interesse è la potenziale capacità delle sostanze fitochimiche di agire in maniera diretta sulle cellule tumorali, limitando la tossicità verso le cellule sane.

Il meccanismo di azione

Precedenti studi preclinici avevano messo in luce il potenziale di Withania somnifera nel prevenire o rallentare la progressione tumorale, con insorgenza in fegato, cervice, mammella, cervello, colon, pelle, polmone e prostata. Alla pianta si riconoscerebbe, inoltre, la capacità di modulare la citotossicità nelle cellule tumorali, accumulando cioè specie reattive dell’ossigeno intracellulare, inibendo diverse vie anomale implicate in processi infiammatori e proliferativi.

Tra queste IL-6, TNF-α e COX-2; angiogenesi e metastasi ad esempio VEGF, MMP9, TWIST, NF-κB e STAT; sopravvivenza cellulare tra cui Bcl-2, Bcl-xL, survivina e cIAP1/2; regolazione del ciclo cellulare ad esempio di ciclina A, ciclina D1, Cdks, p21 e p53. Potenzialità che si assocerebbe ai differenti pathway utilizzati da Withania somnifera, e all’azione di contrasto alla farmacoresistenza nel cancro. Tuttavia, stabilità, biodisponibilità e specificità del target ne hanno limitato l’applicazione.

Il gap da colmare

Si suppone oggi di potere superare questo limite grazie all’utilizzo di nanotecnologie che consentano di migliorare diversi aspetti della sostanza, in particolare solubilità, stabilità, assorbimento, protezione dalla degradazione prematura dopo assunzione e l’aumento del tempo di circolazione nel sangue. Aspetti che si traducono in un vantaggio in termini di efficienza ed efficacia. In conclusione Withania somnifera sembrerebbe potersi qualificare come un possibile agente immunomodulatore, antitumorale e chemiopreventivo; tali proprietà devono tuttavia essere confermate da ulteriori studi e trial clinici prima di validarne l’uso in pratica clinica in ambito oncologico.

Fonte:

  • Kashyap VK, Peasah-Darkwh G, Dhasumana A et al. Withania somnifera: Progress towards a Pharmaceutical Agent for Immunomodulation and Cancer Therapeutics. Therapeutics. Pharmaceutics. 2022;14(3):611. doi:10.3390/pharmaceutics14030611