Le donne usano i medicinali omeopatici e sono soddisfatte, ma chiedono maggiore informazione. Questo quanto emerge da una indagine conoscitiva sull’atteggiamento delle donne italiane nei confronti dell’omeopatia condotta da Elma research commissionata dall’Osservatorio nazionale sulla salute della Donna. Oltre il 70% delle 1000 donne intervistate, tra i 25 e i 65 anni, ha acquistato almeno una volta un medicinale omeopatico su consiglio del medico (43%), del farmacista (32%) o per passaparola, su consiglio di un’amica (26%). Le donne italiane scelgono il farmaco omeopatico per la naturalità dei principi (39%), per la tollerabilità (37%) e per la loro efficacia (17%). Le malattie per cui si sceglie l’omeopatia sono la cura e la prevenzione dell’influenza, per sé e per la famiglia, le malattie da raffreddamento, lo stress e per rinforzare le difese immunitarie. Tra le donne che hanno utilizzato un farmaco omeopatico il 37% è stato molto soddisfatto dell’esperienza e ha riacquistato farmaci omeopatici. Il 91% di loro si farebbe promotrice verso altri di questa medicinali, riconoscendo un soddisfacente profilo di efficacia (54%). Mentre un 31% di chi ha acquistato l’omeopatico è stata soddisfatta e la riutilizzerebbe, ma non ha avuto più occasione d’uso. Solo il 4% delle donne dopo la prima esperienza d’acquisto di medicinali omeopatici ne è rimasta delusa e non ha intenzione di riacquistarli. Quello che le donne vorrebbero invece è più informazione: il 37% delle donne intervistate ritiene l’assenza del foglietto illustrativo un aspetto potenzialmente problematico nell’utilizzo del farmaco. Inoltre ritengono di essere poco informate: solo una donna su 5 si ritiene molto o moltissimo informata. “Per migliorare questo aspetto si deve lavorare di più sulla preparazione del medico, e sul consiglio del farmacista.” Spiega Stefania Piloni, specialista in ginecologia e omeopata, “Il successo del Master dell’Università di Milano destinato ai medici laureati, che ha una richiesta tripla rispetto ai posti disponibili è un buon segnale della volontà dei medici stessi di andare in direzione di una medicina integrata. Insieme all’istituzione di una Commissione sulle Medicine non convenzionali nelle principali sedi dell’Ordine dei Medici.”
Chiara Romeo