Corretta alimentazione, esercizio fisico costante, ma anche ricorso a fitoterapia, gemmoterapia e omeopatia. Un intervento a 360° che può contribuire alla prevenzione di alcuni dei fattori di rischio della condizione

La sindrome metabolica, secondo la definizione della Società italiana di geriatria e gerontologia, è una «costellazione di fattori di rischio, tra loro correlati, per malattie cardiovascolari e diabete». Si tratta, quindi, di una condizione clinica caratterizzata da più fattori predisponenti e reciprocamente ingravescenti in grado di aumentare significativamente, quando presenti, il rischio per malattie cardiache, diabete, ictus e altri disturbi vascolari.

La diagnosi prevede un corretto riconoscimento e inquadramento dei fattori di rischio che la compongono, vale a dire: alterato metabolismo glucidico e/o diabete mellito, obesità viscerale, dislipidemia, ipertensione arteriosa. La presenza concomitante di almeno tre dei fattori di rischio sopra elencati permette di porre diagnosi di sindrome metabolica.

Strategia preventiva

La prevenzione rappresenta la migliore arma terapeutica nel trattamento della sindrome metabolica. Secondo quanto riporta l’Istituto superiore di sanità (Iss), «l’adozione di uno stile di vita sano, basato sul mantenimento del peso forma, la pratica regolare di un’attività fisica quotidiana e una dieta equilibrata che consenta di tenere sotto controllo la pressione del sangue, i valori di colesterolo e la glicemia. Uno stile di vita sano comprende anche moderazione nel consumo di alcol e astensione dal fumo».

Oltre alle misure dietetiche, si può ricorrere anche alle medicine complementari per cercare di ottenere valori ottimali per quanto riguarda il profilo lipidico. Fitoterapia, gemmoterapia e omeopatia risultano efficaci, infatti, a titolo preventivo, quando i livelli di colesterolo e trigliceridi possono ancora essere controllati con la dieta, ma in alcuni casi, a giudizio del medico, possono essere prescritti prima di arrivare al farmaco.

La contemporanea assunzione di piante medicinali, gemmoderivati o medicinali omeopatici, infatti, è in grado di stimolare la funzionalità epato-renale e può contribuire, quando possibile, a riequilibrare i valori della pressione arteriosa e a mantenere parametri ematici di colesterolo e trigliceridi nella norma. La loro assunzione determina, inoltre, un’azione sul ricambio generale che si traduce, grazie all’aumentata eliminazione di scorie metaboliche da parte dell’organismo (le cosiddette “tossine”), in un’azione depurativa in grado di determinare un’azione tonica generale che può concorrere a uno stato di benessere generale.

Ricorrere alla fitoterapia

Taraxacum officinale Weber (tarassaco)

Di seguito si propone un elenco delle principali piante medicinali consigliate per la gestione della sindrome metabolica.

  • Allium sativum L. (aglio): indicato nel trattamento coadiuvante in caso di ipercolesterolemia, di ipertensione di tipo lieve e nella prevenzione delle patologie vascolari (aterosclerosi) associate con l’invecchiamento;
  • Cynara scolymus L. (carciofo): agisce sul metabolismo lipidico diminuendo la produzione di colesterolo e di trigliceridi endogeni e aumentandone l’escrezione o la ridistribuzione nei depositi naturali;
  • Taraxacum officinale Weber (tarassaco): esercita attività ipocolesterolemizzante, azione dovuta molto probabilmente al comparto flavonico. Viene utilizzato anche nei disturbi dispeptici e nel favorire la diuresi;
  • Glycine soja Sieb. and Zucc. syn. Glycine Max (L.) Merr. (soia): manifesta la sua azione ipocolesterolemizzante tramite modificazione del metabolismo epatico del colesterolo e aumento della secrezione biliare;
  • Curcuma longa L. syn. Curcuma domestica Val. (curcuma): si caratterizza per l’azione coleretica e colagoga e quindi favorevole per contenere i livelli ematici del colesterolo totale.

Recentemente sono state segnalate anche piante medicinali appartenenti alla medicina ayurvedica (Commiphora mukul) e cinese (Berberis aristata). Quest’ultima è presente in svariati preparati commerciali in quanto sembra sia in grado di ridurre trigliceridi e colesterolo grazie all’aumento del numero di recettori epatici per le LDL. Analogo meccanismo presentano i policosanoli (Estratto specifico di canna da zucchero o Saccharum officinarum), anch’essi presenti in molti preparati reperibili in commercio.

Medicinali omeopatici

Il trattamento omeopatico della sindrome metabolica prevede, in linea di massima, l’impiego di medicinali ad azione sintomatica e di terreno (azione riequilibrante). Come scriveva il medico omeopata M. Guermonprez «Non c’è alcuna prova formale dell’azione dell’omeopatia sui valori della colesterolemia, sulla modificazione favorevole del rapporto LDL/HDL, o sulla trigliceridemia, ma il trattamento dello stato generale e l’assunzione dei medicinali di terreno non può che avere un effetto favorevole a lungo andare».

Sulfur

Fra i medicinali omeopatici maggiormente prescritti sono segnalati:

  • Lycopodium clavatum: indicato nel soggetto dismetabolico con tendenza al diabete, iperuricemia, ipercolesterolemia (LDL elevato malgrado un regime dietetico adeguato), iperazotemia e alterazione degli enzimi epatici. “Soggetto rigido, esigente e critico, sovente ben documentato sul suo caso” (Guermonprez, 2006);
  • Phosphorus: ad azione epatotropa, è particolarmente indicato nel soggetto iperestesico, fragile e iperemotivo;
  • Nux vomica: indicato in casi di ipertensione legata a uno stile di vita eccessivo: abuso di caffè, alcol, tabacco, eccitanti etc. (azione «disintossicante»). Si tratta di soggetti descritti come «sedentari iperestesici» (Guermonprez, 2006);
  • Baryta carbonica: la sua prescrizione (ipertensione e aterosclerosi) risulta di routine nell’ipertensione dell’anziano, allo scopo di controllare la pressione arteriosa e limitare il progredire della sclerosi vascolare;
  • Sulfur: presenta “Molti sintomi o silenzio totale”(Guermonprez, 2006). Ipertensione in soggetti attivi, calorosi, talvolta in sovrappeso perché amanti della buona tavola, con tono dell’umore generalmente buono. Segni caratteristici di Sulfur sono la congestione con rossore del volto, la cefalea congestizia, i piedi caldi con senso di bruciore, le vampe di calore, la congestione emorroidaria. “Per la scuola omeopatica francese, l’uso di Sulfur nella terza età è quasi un protocollo universale che trascende dai dati particolari per un uso anti-invecchiamento che potrebbe essere valido per chiunque. In questo modello terapeutico si propone l’assunzione di dosi settimanali di Sulfur a media diluizione (9 CH)” (Guermonprez, 2006).

La posologia consigliata è 9-15 CH, 5 granuli, 1-2 volte/die.

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