Quanto caffè bere al giorno? Per ridurre il rischio del 25% di diabete di Tipo 2 ne servono 3-4 tazzine. Lo dimostrano i risultati di una recente metanalisi pubblicata su Nutrition Reviews , condotta dal gruppo di ricerca del Karolinska Institutet di Stoccolma e presentati nell’ambito dell’Annual Meeting della European Association for the Study of Diabetes (EASD) 2018 di Berlino.
La metanalisi ha analizzato i dati di 30 studi prospettici per un totale di quasi 1,2 milioni di soggetti, di cui oltre 53mila pazienti affetti da diabete di tipo 2.
bere 5 tazze di caffè al giorno riduce del 29% il rischio di diabete rispetto a chi non beve caffè
I risultati hanno evidenziato un effetto protettivo del caffè nei confronti dello sviluppo di diabete di tipo 2. Gli alti consumatori di caffè (consumo medio giornaliero: 5 tazze di caffè) hanno un rischio aggregato di sviluppare diabete a 0,71 rispetto ai bassi consumatori (consumo medio giornaliero:0 tazze di caffè). In altre parole, chi beve in media 5 tazze di caffè al giorno ha un rischio di sviluppare diabete di tipo 2 del 29% inferiore rispetto a chi non ne beve “l’oro nero”.
I risultati della metanalisi confermano i dati evidenziati in una review precedente, che mostravano un riduzione del 25% del rischio di sviluppare diabete tra coloro che bevono 3-4 tazze di caffè al giorno rispetto a coloro che ne bevono fino a un massimo di 2.
Tra diabete e caffè c’è una correlazione lineare e inversa
L’effetto protettivo del caffè è risultato correlato in modo lineare al dosaggio: ogni tazza di caffè aggiuntiva alle 5 tazze di caffè al giorno, fino a un massimo di 8-10 tazze, ha mostrato di ridurre del 6% il rischio di diabete. La correlazione inversa è indipendente dal sesso, anche se con un leggero vantaggio in termini di effetto protettivo per le donne, e dall’etnia o provenienza geografica della popolazione studiata (Europa, USA; e Asiatici).
Ma sono davvero sicure 5 tazze di caffè al giorno?
Se consideriamo che una tazza di caffè in media contiene 75 mg di caffeina, per 5 tazze di caffè ci si aspetta un’assunzione massima 375 mg di caffeina, quindi dentro al range di sicurezza considerato dall’Agenzia Europea per la sicurezza Alimentare. L’Efsa, infatti, considera sicuro per il soggetto adulto un introito massimo e complessivo di 400 mg di caffeina al giorno di cui al massimo 200 mg assunti in unica dose. Per la donna in gravidanza e i bambini il dosaggio massimo complessivo giornaliero si riduce a 200 mg.
E a proposito di caffeina, ricordati che non è contenuta solo nel caffè, ma è presente anche in altri alimenti. Leggi qui in quali alimenti trovi la caffeina e in quali quantità e qui i rischi che si possono correre in caso di sovradosaggio.
L’effetto protettivo non è merito (solo) della caffeina
Il confronto tra caffè con caffeina e decaffeinato non ha evidenziato differenze significative in termini di effetto protettivo nei confronti dello sviluppo di diabete, anche se un maggior vantaggio con il caffè caffeinato.
Il risultato ha pertanto portato a ipotizzare che il meccanismo responsabile dell’effetto protettivo sia multifattoriale e determinato dalla combinazione di tutti i componenti del caffè, compresi acido clorogenico, trigonellina, cafestolo e acido caffeico.
I meccanismi coinvolti sembrano essere diversi e potrebbero essere correlati alla termogenesi, e quindi da effetti sui mitocontri e sul dispendio energetico, oppure dalla modulazione del sistema immunitario, da effetti antiossidanti oppure sul microbiota e anche la modulazione del segnale mediato dal recettore adenosina.
«Il caffè è una bevanda molto diffusa in tutto il mondo e i risultati di questa metanalisi dimostrano che contro il diabete di tipo 2 abbiamo davvero un’arma in più per fare prevenzione» ha concluso il professor Carlström, primo autore dello studio.