Più veloce si cammina, minore è il rischio di manifestare diabete di tipo 2, secondo una relazione di causa-effetto.

È quanto farebbe osservare uno studio iraniano, una recente metanalisi della Semnan University of Medical Sciences, pubblicato sul British Journal of Sports Medicine

Lo studio

Una selezione di 10 studi di letteratura fino a maggio 2023 per un totale di oltre 508 mila adulti provenienti da Stati Uniti, Giappone e Regno Unito, sono stati analizzati e estrapolati da un gruppo di ricercatori iraniani dai principali database per arrivare a stimare la relazione esistente tra velocità del cammino e potenziale sviluppo di diabete di tipo 2.

Relazione che troverebbe un riscontro scientifico. L’analisi dei dati, infatti, sembra evidenziare che la velocità è l’elemento discriminate: tanto più la camminata è sostenuta tanto minore è l’impatto sul rischio di insorgenza di diabete di tipo 2.

Nello specifico, rispetto alla camminata a una velocità inferiore a 3 km/ora, camminare a una velocità media di circa 3-5 km/ora diminuisce del 15% le possibilità di manifestare malattia, con percentuali in sensibile miglioramento in relazione all’incremento dei passi. Percorre 5-6 km/ora favorisce la riduzione del rischio fino al 24% con percentuali che si elevano al 39%, corrispondenti a 2,24 casi in meno di diabete di tipo 2 ogni 100 persone, in caso di velocità pari a 6 km/ora.

In buona sostanza, l’associazione sembra chiara: ogni aumento di 1 km/ora della velocità di camminata correla a un rischio inferiore del 9% di diabete di tipo 2, con la soglia minima di circa 4 km/ora o 87 passi/min per gli uomini e 100 passi/min per le donne.

Punti di forza e limiti

Sebbene la metanalisi presenti alcuni limiti, legati principalmente a studi ad alto rischio di bias, prove di certezza da basse a moderate sosterrebbero che camminare a velocità più elevate associa a una diminuzione graduale del rischio di diabete di tipo 2.

Gli autori, quindi, identificano la velocità del cammino come un indicatore per la definizione dello stato di salute generale ed in particolare della capacità funzionale, associata, ad esempio, a una migliore funzionalità cardio-respiratoria e muscolare, maggiore perdita di peso, migliore sensibilità all’insulina.

Un dato interessante e una strategia terapeutica a basso costo, efficace e sostenibile, che dovrà tuttavia essere confermata da ulteriori studi che chiariscano i limiti evidenziati nella presente indagine.

Fonte

Jayedi A, Zargar MS, Emadi A et al. Walking speed and the risk of type 2 diabetes: a systematic review and meta-analysis. British Journal of Sports Medicine, 2023. Doi: http://doi.org/10.1136/bjsports-2023-107336