L’utilizzo topico di ceppi batterici probiotici verso batteri patogeni

In futuro, alcuni probiotici potrebbero essere utilizzati con successo come complemento alle terapie convenzionali nel trattamento di una vasta gamma di disturbi della pelle

Quando alterazioni a carico della pelle generano delle disbiosi, i probiotici possono agire come modulatori allo scopo di ripristinare l’equilibrio microbico.

Uno studio ha valutato proprietà e azioni di un gruppo selezionato di probiotici applicati sulla pelle.

L’utilizzo topico di ceppi batterici probiotici verso batteri patogeni
L’utilizzo topico dei probiotici può essere un approccio terapeutico naturale e un trattamento complementare per diversi disturbi della pelle

Nel corso della sperimentazione sono state valutate:

  • l’adesione dei probiotici alla pelle,
  • l’attività antimicrobica,
  • il quorum sensing,
  • l’attività antibiofilm.

Sono stati testati 14 ceppi probiotici verso specifici patogeni della pelle (Propionibacterium acnes, Staphylococcus aureus (MRSA), Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa). L’adesione dei batteri alla pelle è requisito necessario alla colonizzazione e perciò è stato testato per primo.

Capacità di adesione dei probiotici alla pelle

Tutti i ceppi probiotici testati hanno evidenziato una significativa adesione, ma questa era significativamente diversa da ceppo a ceppo (p<0,0001).

La maggiore capacità di adesione è stata esercitata da Propioniferax innocua, Lactobacillus acidophilus LA-5, Lactobacillus delbrueckii, L. acidophilus LA-10, Lactobacillus paracasei LA-26, Bifidobacterium lactis B-94 e Bb12.

L’adesione dei patogeni cutanei è stata quindi testata in presenza o in assenza dei 7 ceppi probiotici appena menzionati ad elevata capacità di adesione.

Interazioni tra probiotici e patogeni

I risultati sono stati particolarmente e fortemente variabili. Nella maggior parte dei casi non ci sono state interazioni, in singoli casi l’adesione dei patogeni è stata ridotta (P. acnes in presenza di P. innocua, p<0,05) ma anche aumentata significativamente (ad es. E. coli, S. aurus e P. aeruginosa in presenza di B. animalis Bb12; p<0,001).

Tutti i lattobacilli, a eccezione di Lactobacillus delbrueckii, hanno mostrato una significativa attività antimicrobica verso E. coli, P. aeruginosa e P. acnes (p<0,05), principalmente attraverso la produzione di acidi organici.

La maggior parte dei probiotici ha anche impedito la formazione di biofilm, ma solo Propioniferax innocua è stato in grado di aggredire i biofilm maturi.

Gli autori dello studio concludono osservando che la maggior parte dei probiotici testati con successo ha impedito la formazione di biofilm, suggerendo che questi in futuro possono essere utilizzati con successo come complemento alle terapie convenzionali nel trattamento di una vasta gamma di disturbi della pelle. L’utilizzo topico dei probiotici può essere un approccio terapeutico naturale e un trattamento complementare per diversi disturbi della pelle.

La ricerca è stata realizzata da associate a CBQF – Centro de Biotecnologia e Química Fina – Laboratório Associado, Escola Superior de Biotecnologia, Universidade Católica Portuguesa/Porto, Rua Arquiteto Lobão Vital, Porto, Portogallo.

Lopes EG, Moreira DA, Gullón P, Gullón B, Cardelle-Cobas A, and Tavaria FK. Topical application of probiotics in skin: adhesion, antimicrobial and antibiofilm in vitro assays. J Appl Microbiol. 2017Feb;122(2):450-461