Patologie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e cancro. Sono alcune delle malattie che potrebbero insorgere, anche simultaneamente, e/o acutizzarsi a causa di un consumo, elevato e perdurante nel tempo, di cibi ultra-processati. È quanto evidenzia uno studio pubblicato su The Lancet, in linea con le classificazioni NOVA e con lo studio EPIC dell’International Agency for Cancer Research.

Gli UPF

È l’abbreviazione di cibi ultra-processati, così definiti dalla classificazione NOVA gli alimenti che subiscono un elevato grado di trasformazione industriale nel corso della filiera dal campo alla tavola, arricchiti dalla pluralità di ingredienti, molti poco sani (come zucchero, oli, grassi, sale, antiossidanti, stabilizzanti e conservanti), che vanno tutti elencati in etichetta.

Tra questi, secondo la classificazione NOVA che ne fa anche un “indice di pericolosità-rischio”, rientrano ad esempio le bevande analcoliche, gli snack confezionati dolci o salati, la carne lavorata e i piatti surgelati o a lunga conservazione preconfezionati e pronti al consumo. Tutti posizionati nel Gruppo 4, al più alto livello di rischio.

Alle altre categorie appartengono cibi più sani: alimenti affatto o minimamente trasformati, quali frutta o verdura fresca, secca o surgelata, cereali, farine e pasta (Gruppo 1), ingredienti di cibi poco trasformati, come zucchero da cucina, oli, sale (Gruppo 2) e alimenti lievemente trasformati quali formaggio, pane semplice, frutta sciroppata, pesce in scatola (Gruppo 3).

A preoccupare è il consumo dei UPF, sensibilmente aumentato a livello globale: si stima rappresentino fino al 50-60% dell’apporto energetico giornaliero in alcuni paesi ad alto reddito, con una crescita anche in paesi a medio e basso reddito a scapito di alimenti freschi o minimamente trasformati. Le implicazioni sulla salute, indotte da questi comportamenti alimentari sono trascurate tanto dalla scienza e dalla ricerca, quanto dai consumatori.

Le conseguenze sulla salute

Vi sarebbe una relazione diretta tra consumo di UPF e sviluppo di specifiche patologie, funzionali alle quantità e al periodo medio-lungo di assunzione. Molteplici studi prospettici e trasversali evidenziano la possibilità di insorgenza contemporanea di una o più patologie indotte da uno stile alimentare ultraprocessato: malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e cancro sono le più evidenti, cui si aggiungono gli effetti collaterali correlati. Come aumento di peso fino a raggiungere livelli di sovrappeso o obesità.

Un fenomeno, quello della relazione tra il consumo di UPF e il rischio di incorrere in due o più malattie croniche, oggi definito multimorbilità: problema di salute emergente in Europa.

Una conferma

I dati dello studio pubblicati su The Lancet, non fanno che supportare le evidenze di EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), studio prospettico di coorte che ha indagato la relazione dieta-stile di vita-fattori di rischio genetici-fattori ambientali e incidenza di cancro e di altre malattie in oltre 520.000 partecipanti, di cui circa 70% donne, in 23 centri in 10 paesi europei (Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Norvegia, Spagna, Svezia, Paesi Bassi e Regno Unito) in un arco temporale tra il 1992 e il 2000, dove Italia e Spagna risultano i Paesi a più basso consumo quotidiano e l’apporto calorico di UPF minori.

Un dato più che positivo: vi è dimostrazione che tanto maggiore è il consumo di alimenti ultra-processati quanto potenzialmente aumenta il rischio di manifestare malattie croniche e multimorbilità, con alcuni cibi più “inquisiti” di altri. In cima alla lista figurano bevande zuccherate e dolcificate, prodotti di origine animale, salse, creme spalmabili e condimenti, all’opposto pane e cereali ultra-lavorati in cui si sarebbe osservata un’associazione inversa, al pari di dolci e dessert, snack salati, alternative a base vegetale, piatti misti pronti da mangiare.

In conclusione

Gli autori suggeriscono e auspicano che i dati dello studio aiutino a una diversa classificazione di rischio di multimalattia per ciascun sottogruppo di UPF in relazione all’aumento dei consumi che si stanno registrando a livello globale nella dieta quotidiana.

Fonti:

  1. EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition
  2. Classificazione NOVA
  3. Cordova R, Viallon V, Fointvieille E et al. Consumption of ultra-processed foods and risk of multimorbidity of cancer and cardiometabolic diseases: a multinational cohort study. The Lancet regional health Europe, 2023, Vol. 35, 100771.